La normativa definisce come classe di esposizione “XA” tutti i calcestruzzi destinati ad ambienti aggressivi a causa di attacco chimico, i cosiddetti calcestruzzi chimico resistenti.
A sua volta questa classe di esposizione si suddivide in 3 sotto-classi:
Classe XA1
Per ambienti chimicamente debolmente aggressivi secondo il prospetto 2 della UNI EN-206-1
Adatto per:
- Contenitori di fanghi e vasche di decantazione
- Contenitori e vasche per acque reflue
Classe XA2
Per ambienti chimicamente moderatamente aggressivi secondo il prospetto 2 della UNI EN-206-1
Adatto per:
- Elementi strutturali o pareti a contatto con terreni aggressivi
Classe XA3
Per ambienti chimicamente fortemente aggressivi secondo il prospetto 2 della UNI EN-206-1
Adatto per:
- Elementi strutturali o pareti a contatto di acque industriali fortemente aggressive;
- Contenitori di foraggi, mangimi e liquami provenienti dall’allevamento animale;
- Torri di raffreddamento di fumi e gas di scarico industriale
Per realizzare le strutture più esposte all’aggressività chimica come serbatoi di biogas, considerando come “fortemente aggressiva” la fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici in esso contenuti (rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici e di fognatura) e dei gas che essi producono (anidride carbonica, idrogeno molecolare e metano) si consiglia di considerare la classe di esposizione XA3.
La classe di esposizione deve comunque essere definita dal Progettista dell’Opera.
Classe XA3
- A/C Max 0,45
- Classe Resistenza Min 35/45
- Cemento Minimo 360 kg/m3
Si procederà dunque come segue:
- Immissione nell’impasto di SIKAVISCOCRETE o SIKAPLAST, gamma di additivi superfluidificanti a base di esteri polistearici modificati, esente da formaldeide e da cloruri, che consente l’abbattimento del rapporto acqua/cemento (permettendo anche un sostanziale incremento delle resistenze iniziali e finali), dosato dallo 0,6% all’1,2% in ragione della classe di consistenza e del rapporto A/C desiderato.
- Utilizzo di un cemento resistente ai solfati secondo UNI 9156, quindi del tipo CEM IV/A o CEM IV/B (Cemento Pozzolanico) o del tipo CEM/II A-P e CEM II/B-P (Cemento Portland Pozzolanico). Nel caso questo non fosse possibile, o per necessità di cantiere o per esigenze di progetto, si potrà aggiungere all’impasto SIKAFUME 98, aggiuntivo a base di reattivi pozzolanici, sotto forma di polvere micronizzata, amorfa e con granuli a forma sferoidale, in ragione dello 0,5%-1,5%, conferendo così all’impasto la resistenza ai solfati come da prescrizione normativa.
- Inoltre, nonostante non sia prescritto nella classe di esposizione, il calcestruzzo deve essere impermeabile e senza ritiro per evitare fuoriuscite del contenuto del serbatoio. Si consiglia quindi di utilizzare, oltre alle aggiunte proposte sopra: SIKACONTROL 40, additivo S.R.A. (Shrinkage Reducing Admixture) di ultima generazione, che permette di contrastare il ritiro idraulico del calcestruzzo invertendo le tensioni di ritiro all’interno dei capillari per evitare fessurazioni dovute al ritiro in ragione di 4 lt/m3.
- Andrà anche considerata la realizzazione di giunti di contrazione e di dilatazione per evitare fessurazioni dovute ai movimenti della struttura o al ritiro idraulico. Tali giunti dovranno essere sigillati con l’apposito sigillante poliuretanico monocomponente chimico-resistente SIKAFLEX TS PLUS in combinazione con l’apposito cordone di pre-riempimento ETHAFOAM.
- Tutti i fori dei distanziatori andranno chiusi con l’apposita malta da riparazione cementizia in classe R4 secondo normativa UNI EN 1504 SIKAMONOTOP 627.
- Eventuali riprese di getto andranno curate con l’interposizione tra i getti di PROFILATI SIKA IN PVC del modello apposito a seconda dell’utilizzo.
- Per le aree non direttamente a contatto con i liquami ma esposte ai gas, si consiglia di proteggere il calcestruzzo con vernici bicomponenti ad alto spessore come SIKAPOXITAR F, SIKAGARD 63 N o SIKACOR 3326 EG-H.