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Antincendio (8)

Condotti aerazione filtro fumo: “Dobbiamo inserire in un nostro progetto di un fabbricato multipiano, un condotto di ventilazione da porre nella colonna dei locali a prova di fuoco che abbiamo davanti agli ascensori. Pensavamo di risolvere con uno scatolato di cartongesso certificato REI 120 ma non ci possono dare la certificazione della struttura metallica di supporto delle lastre nè del lavoro finito posato in opera. La vostra soluzione con i Condotti Shunt sono certificati REI 120? Potete darci la certificazione del prodotto posato in opera?”

Grazie. Studio Tecnico F.M. (BS)

I condotti di aerazione REI BLOCK – REI PANNEL della SCHIEDEL SpA sono stati realizzati in conformità alle normative attuali (legge Antincendio D.M. 30/11/83 – G.U. n.339 del 12/12/83) dove si prescrivono caratteristiche di REI e di dimensione minima che è in funzione dei piani da ventilare. I REI BLOCK – REI PANNEL della Schiedel SpA sono in refrattario di altissima qualità (Norme DIN 18147 – 18160) con giunto maschio/femmina.
E’ realizzata come canna collettiva ramificata, composta: da due colonne di condotti in refrattario antiacido affiancati, di cui una costituisce il collettore (principale) nel quale convergono a mezzo dell’apposito elemento “deviatore” ad ogni piano una serie di condotti indipendenti (secondari) aventi entrambi sezione adeguata e comunque non inferiore a 0,10 mq. Con il sistema shuntato si possono servire con un unico condotto di aerazione tutti i piani in colonna. La serie comprende tutti gli accessori necessari alla realizzazione di impianti collettivi a regola d’arte (mensola di sostegno, elementi immissione a “T”, griglia ripresa d’aria, deviatore, controdeviatore, terminale, sigillante refrattario, ecc.). La colonna non necessita di strutture di sostegno in quanto è autoportante fino a 30 mt. e per altezze superiori potranno essere utilizzate apposite mensole di sostegno (contattare il Technical Service Schiedel). La Schiedel SpA ha la possibilità di realizzare il lavoro in opera con maestranze specializzata in questo modo si avrà la certificazione globale “prodotti e posa”.

Prodotti proposti:

  • REI Block 180

    REI Block 180

  • REI Pannel 120

    REI Pannel 120

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Condotti filtro fumo: “Dobbiamo inserire in un nostro progetto di un fabbricato di 5 piani e 2 scantinati, un condotto di ventilazione da porre nella colonna dei locali a prova di fuoco che abbiamo davanti agli ascensori. Pensavamo di risolvere con uno scatolato di cartongesso certificato REI 120 ma non ci possono dare la certificazione della struttura metallica di supporto delle lastre nè del lavoro finito posato in opera. La vostra soluzione con i Condotti ramificati sono certificati REI 120? Potete darci la certificazione del prodotto posato in opera? Grazie.”

Studio Tecnico T.R. (BS)


I condotti di aerazione REI BLOCK e REI PANNEL delle Schiedel SpA sono stati realizzati in conformità alle normative attuali (legge Antincendio D.M. 30/11/83 – G.U. n.339 del 12/12/83) dove si prescrivono caratteristiche di REI e di dimensione minima che è in funzione dei piani da ventilare. I condotti REI BLOCK e REI PANNEL della Schiedel SpA sono in refrattario di altissima qualità (Norme DIN 18147 – 18160) con giunto maschio/femmina. Il condotto refrattario del sistema di ventilazione collettivo ramificato/singolo, ha eseguito la prova secondo UNI EN 1563-1/2001 con immissione di alta temperatura direttamente all’interno dei condotti, come prescritto dal D.M.16 Febbraio 2007. I condotti di aerazione Schiedel REI BLOCK e REI PANNEL della Schiedel SpA sono certificati e superano la richiesta REI 120.
Importanti interventi di adeguamento alle Norme vigenti sono stati realizzati in molte scuole, fabbricati pubblici, condomini e autorimesse interrate anche multipiano, con il sistema a PARATIE EVACUAZIONE FUMI che vengono posizionate nei cavedi di ventilazione perimetrali a formare una compartimentazione di sfogo degli eventuali fumi da incendio in modo che un piano di autorimesse con sia coinvolto se avviene l’incendio nell’altra autorimessa.

Prodotti proposti

  • REI Block 180

    REI Block 180

  • REI Pannel 120

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La colonna o le paratie potranno essere posate in opera dal Servizio Pose della Schiedel S.p.A. che darà la certificazione globale “prodotto e posa” per il REI richiesto dai Vigili del Fuoco.

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Stiamo progettando un condominio dove dobbiamo realizzare due piani interrati per le autorimesse. Per la ventilazione ed evacuazione fumi abbiamo previsto un cavedio perimetrale. I Vigili del Fuoco chiedono di adottare il sistema a settori confluenti  che evita che il fumo, che potrebbe svilupparsi nel piano interrato più basso, possa invadere il piano interrato superiore. Visto che avete delle proposte nel vostro sito, in allegato inviamo planimetria e sezione in modo che possiate farci avere le proposte che potete formularci. Restando in attesa della risposta ringraziamo.”

Ing. G.A. (MN)


Si, esistono PARATIE per l’evacuazione dei fumi, che permettono di sfruttare il cavedio che avete progettato per separare la ventilazione dei due piani interrati in modo che l’eventuale incendio e fumo si sviluppasse su un piano non possa interessare l’altro piano. Le PARATIE EVACUAZIONE FUMI della Schiedel sono realizzate con una struttura metallica con profili di acciaio zincati sui quali sono fissate lastre in fibrocemento ecologico omologate. Possono essere certificate Tipo REI 120 o Tipo Standard – Classe “0”. Le PARATIE EVACUAZIONE FUMI della Schiedel sono allocate nei cavedi perimetrali che avete previsto sul perimetro delle autorimesse e realizzate su misura in funzione delle esigenze e le dimensioni. Sarà necessario redigere un progetto ad hoc considerando le dimensioni dei cavedi che avete previsto in modo da avere le aree di ventilazione adatte come sarà stato prescritto  dai Vigili del Fioco.

Quando si dovrà procedere al montaggio sarà necessario attenga alle indicazioni di posa in modo che la certificazione della PARATIE EVACUAZIONE FUMI della SCHIEDEL sia valida. Si potrà avere una certificazione globale “materiali e posa” incaricando il Settore Pose delle Schiedel SpA della fornitura paratie posate in opera.

La nostra Agenzia Casari Edilservice è a disposizione dei Progettisti ed Imprese per qualsiasi esigenza tecnica inerente alle PARATIE EVACUAZIONE FUMI delle SCHIEDEL SpA .

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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In un condominio che abbiamo costruito da 12 anni, dobbiamo certificare la resistenza al fuoco REI 120. Abbiamo chiesto al produttore del solaio prefabbricato predalle ma non può darmela in quanto a quel tempo non era richiesta questa caratteristica ma è solo in grado di darmi le caratteristiche del manufatto, delle armature e dello strato copriferro.
Avete una soluzione per dare al solaio a lastra questa resistenza?
Se dovessimo fare questo intervento potete darci una certificazione del prodotto e posa?”

Immb. C – (BS)

La soluzione a questo problema è l’applicazione dell’apposita vernice intumescente monocomponente all’acqua ad alto spessore che sarà applicata a plafone nello spessore idoneo, sarà calcolata da un Tecnico abilitato, in modo di  dare la resistenza al fuoco REI 120 che vi è stata richiesta.

Per definire esattamente la quantità di vernice intumescente necessaria, dovrete fornire tutte le caratteristiche degli elementi riscontrati in opera. Pertanto sarà necessario avere la disponibilità di una documentazione completa degli elementi da proteggere (identificazione dell’oggetto, disegni strutturali, relazione di calcolo, quale spessore di calcestruzzo protegge l’armatura metallica del solaio prefabbricato a lastra) al fine di poter redigere una proposta di trattamento antincendio, ed una visita di sopralluogo da effettuarsi a fine lavori per la verifica in sito del trattamento protettivo applicato. In questo modo sarà possibile l’ottenimento del C.P.I. ed avere la protezione richiesta di REI 120.

Se lo ritenete possiamo anche chiedere l’intervento di Ditte Specializzate Qualificate in questa tipologia di interventi che, oltre a fare il lavoro di applicazione della vernice intumescente, essendo in collaborazione con Consulenti Tecnici Abilitati e coperte dalla conformità del prodotto, sono in grado di dare una certificazione globale del lavoro che è indispensabile e deve coprire sia i prodotti utilizzati che la corretta applicazione in opera.

La Casari Edilservice potrà gestire questa tipologia di lavori essendo agente di INTERNALS, esperta il applicazioni di protezioni contro il fuoco.

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“Nel nostro Studio abbiamo fatto la scelta di utilizzare materiali che siano eco-sostenibili.
Nel progettare il pacchetto di isolamento termico di tetti in legno utilizziamo la fibra di legno che ha ottime caratteristiche termo-isolanti ed è eco-biocompatibile. Dobbiamo però dargli una protezione contro il fuoco in quanto è infiammabile e non troviamo una soluzione di facile applicazione. Visto che avete questi prodotti avete affrontato il problema ? Cosa ci potete proporre?”

Studio Architettura P.G. (BS)

La soluzione è compartimentare la fibra di legno in modo che l’eventuale fiamma non vada a contatto. Celenit propone la soluzione di comporre, sopra la perlinatura, il seguente pacchetto di isolamento:

  1. Un foglio di spessore 3 cm di CELENIT N;
  2. lo strato di fibra di legno (tipo CELENIT FL 150) dello spessore idoneo;
  3. un foglio di spessore 2 cm di CELENIT N;
  4. strato impermeabile traspirante (ideale il tipo riflettente tipo DUPONT TYVEK ENERCOR);
  5. ventilazione con intercapedine di almeno mm.25;
  6. copertura in tegole, coppi, ecc. a finire.

Il CELENIT N dovrà risvoltarsi anche sulla gronda e sui laterali in modo che la fibra di legno sia completamente compartimentata e non possa andare a contatto con il fuoco eventuale.

Questa soluzione con la sua massa, oltre a risolvere questo problema del fuoco, migliora decisamente:

  • la capacità di isolare nei periodi invernali ma anche di isolare termicamente nei periodi estivi e si possono raggiungere valori di sfasamento tali da qualificare l’involucro fabbricato anche in Classe I – prestazione ottima con sfasamento (ore) φ>12.
  • Ottimizzare l’isolamento acustico dato l’effetto massa-molla-massa e rientrare nei parametri richiesti dalla normativa attuale anche su strutture con questa leggerezza.
  • Si soddisfa la massima traspirabilità essendoci nel pacchetto tutti materiali che hanno questa capacità evitando che si possa accumulare umidità in quanto viene smaltita senza intoppi.
  • Tutti i prodotti previsti soddisfano i punti della sostenibilità e sono certificati PEFC, ANAB-ICEA e GREEN BUILDING COUNCIL con marchiatura CE e prodotti con le norme ISO.

Prodotti consigliati:

  • Celenit FL 150

  • Celenit N

  • DuPont Tyvek Enercor

    DuPont Tyvek Enercor

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“Dobbiamo inserire in un nostro progetto di un fabbricato multipiano, un condotto di ventilazione da porre nella colonna dei locali a prova di fuoco che abbiamo davanti agli ascensori. Pensavamo di risolvere con uno scatolato di cartongesso certificato REI 120 ma non ci possono dare la certificazione della struttura metallica di supporto delle lastre neppure del lavoro finito posato in opera. Nel vostro sito abbiamo visto che avete una soluzione con i Condotti Schiedel, volevamo sapere se sono certificati REI 120. Potete darci tale certificazione del prodotto posato in opera? Grazie.”

Studio Tecnico F. (BS)

La Normativa D.M. 30/11/83 – G.U. n°339 del 12/12/83 recita:

Filtro a prova di fumo: vano delimitato da strutture con resistenza al fuoco REI predeterminata, e comunque non inferiore a 60′, dotato di due o più porte munite di congegni di autochiusura con resistenza al fuoco predeterminata, e comunque non inferiore a 60′ con camino di ventilazione di sezione adeguata e comunque non inferiore a 0,10 mq. sfociante al di sopra della copertura dell’edificio.

E’ improbabile che montare elementi di cartongesso, anche se di tipologia REI 120, su una struttura metallica, che dovrà essere trattata per avere anche lei il medesimo REI 120, possa avere una certificazione di sistema REI 120. Ecco perché non sono stati in grado di darvi tale certificazione.

I condotti di aerazione Schiedel REI BLOCK – REI PANNEL sono stati realizzati in conformità alle normative attuali (legge Antincendio D.M. 30/11/83 – G.U. n.339 del 12/12/83) dove si prescrivono caratteristiche di REI e di dimensione minima che è in funzione dei piani da ventilare. I condotti filtro fumo Schiedel REI BLOCK – REI PANNEL sono in refrattario di altissima qualità (Norme DIN 18147 – 18160) con giunto maschio/femmina. La colonna non necessita di strutture di sostegno in quanto è autoportante (fino a 30 mt. e per altezze superiori contattare il Tecnical Service Schiedel).

Prodotti consigliati:

  • REI Block 180

    REI Block 180

  • REI Pannel 120

    REI Pannel 120

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La colonna potrà essere posata in opera dal Servizio Pose della Schiedel che darà la certificazione globale “prodotto e posa”.

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“Nella ristrutturazione del piano autorimesse di un condominio costruito negli anni ’60  abbiamo avuto la prescrizione dei Vigili del Fuoco di dare una protezione contro il fuoco REI 120 dei solai in laterocemento, delle travi e dei pilastri della struttura in calcestruzzo armato.
Abbiamo visto dal vostro sito che avete varie soluzioni idonee? Cosa potete consigliare nel nostro caso?”

Studio Ingegneria P.A. (BS)

La soluzione è l’applicazione sui plafoni dei solai e sugli elementi strutturali in calcestruzzo armato PROTHERM LIGHT , intonaco premiscelato leggero termoisolante a base di perle vergini in EPS, leganti idraulici e speciali additivi ad applicazione meccanizzata, che riesce, con la sua particolare formulazione, a proteggere termicamente e raggiungere l’REI 120 richiesto dai VV.FF. e dispone della certificazione aggiornata secondo la Norma Europea EN 13881-4 andata definitivamente in vigore nell’Ottobre 2011.
Durante l’esposizione al fuoco nel PROTHERM LIGHT, la trasmissione del calore procede in profondità e le perle di polistirene sublimano senza alcuna emissione di fiamma e di fumi. Si viene così a creare una struttura formata dal legante cementizio e da cellette o spazi vuoti lasciati dalle perle di polistirene sublimate. L’intonaco cambia così le sue caratteristiche fisiche diventando uno strato di materiale dalle alte capacità di smaltimento del calore che si sommano ai vantaggi derivanti alla perdita di acqua cristallizzata e dallo spessore stesso del materiale.

Prodotto consigliato:

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Visto che avrete necessità della certificazione dell’intervento finito potremo chiedere alla INTERNALS, società specializzata per questi lavori, di fare un’offerta. Per formularla, vogliate farci avere la planimetria e le caratteristiche della struttura in cemento armato e del solaio in modo che, dopo aver esaminato e definito lo spessore di PROTHERM LIGHT che dovrà essere applicato, potremo farvi avere una proposta economica dell’intervento realizzato in opera dalla INTERNALS che con la sua maestranza specializzata (con patentino), sarà in grado di darvi una certificazione globale “prodotti e posa”.

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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Abbiamo visto sul vostro sito che avete un sistema di canna fumaria che attraversa il tetto e permette che gli elementi in legno possano toccare la canna senza correre il rischio che ci siano incendi. Potete darci maggiori chiarimenti e quali regole o norme possono sostenere la validità del vostro sistema.
In questo progetto abbiamo curato l’isolamento termico per avere una classe A+, ma le canne fumarie interrompono il pacchetto di isolamento, con la vostra canna fumaria come possiamo evitare questo ponte termico? Ringraziando

Arch. P.R. (BS)

Schiedel GZERO è una soluzione studiata per l’installazione in completa sicurezza della canna fumaria a diretto contatto con travi ed elementi costruttivi in legno: ZERO distanza dal legno, ZERO rischi di incendi da tetto.
Realizzato internamente da un condotto di refrattario ceramico ultra sottile resistente ad altissime temperature, Schiedel GZERO è uno speciale blocco in calcestruzzo alleggerito vibro compresso e pre-isolato in fabbrica con fibra ceramica speciale già solidale alla camicia e di densità fortemente elevata.

Le prestazioni di Schiedel GZERO

Schiedel GZERO è stato testato in condizioni estreme di temperatura:

  • a 500°C a regime per 4 ore in continuo
    la temperatura misurata sulla parete in legno a contatto con la canna soddisfa ampiamente il requisito di norma Tmax 85°C a Tamb=20°C;
  • Test shock termico a 1000°C per 30 minuti
    per simulare l’incendio da fuliggine: la temperatura misurata sulla parete in legno a contatto con la canna soddisfa ampiamente il requisito di norma Tmax 100°C a Tamb=20°C;

Designazione “GW3” della parete interna super performante in refrattario ceramico, ovvero:

  • La totale resistenza al fuoco di fuliggine = “G”
  • Il funzionamento sia a secco che in condensazione = “W”;
  • L’impiego con qualsiasi tipo di combustibile = 3, ovvero liquidi, gas e solidi come legna e biomassa.

I vantaggi di Schiedel GZERO:

Schiedel GZERO è una soluzione pronta all’uso per la bioedilizia e le case in legno. Può essere installabile a diretto contatto con il legno, la sezione della canna fumaria resta costante per tutta la sua altezza, nessun foro allargato nei passaggi al tetto o a soletta, non interrompe l’isolamento della copertura e non crea dispersione d’aria.
Adatto a tutti i combustibili e a tutti gli impianti, Schiedel GZERO resiste alle fiamme libere, agli shock termici ed alle altissime temperature. Da collocare in corrispondenza degli attraversamento a tetto e a soletta, una soluzione versatile, sicura e semplice da installare.

ZERO distanza dai materiali combustibili, ZERO rischi di incendio della canna fumaria. Brevettato! Facile da progettare e da installare: Schiedel GZERO consente un montaggio sicuro e rapido che non richiede né forometrie allargate in corrispondenza dei passaggi a tetto o a soletta, né interventi arbitrari di ulteriore coibentazione in opera: per attraversamenti e tetti inclinati si installano almeno quattro elementi Schiedel GZERO, in modo da posizionarne almeno due, il primo e l’ultimo, fuori spessore.

Schiedel GZERO è disponibile anche con inserto speciale in vetro cellulare per il taglio del ponte termico verticale, da interporre al piede del camino, in prossimità di ogni solaio e del tetto, nonché in combinazione con l’intera gamma di accessori ed elementi di Schiedel ABSOLUT, il sistema camino Schiedel garantito 30 anni e appositamente concepito per case ad alta efficienza energetica e case passive

Prodotti consigliati:

  • Absolut

    Absolut

  • GZero

    GZero

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Calcestruzzi speciali (10)

Dobbiamo progettare un fabbricato in collina e realizzare i muri perimetrali senza poter fare alcun tipo di impermeabilizzazione esterna in quanto getteremo direttamente contro terra. Sappiamo che nel terreno a una profondità di 2 metri circa certamente ci saranno venute di acqua. Gli spessori dei muri saranno variabili ma mai inferiori a 40-50 cm. Avete una soluzione che ci dia l’impermeabilità della struttura interrata nell’esecuzione del getto stesso? Quali sistemi adottare per la tenuta idraulica nelle riprese di getto tra pavimento e parete?”

Studio Progettazione P. Associati – BS

La realizzazione di strutture interrate a tenuta all’acqua è una meta che ormai si riesce a realizzare sfruttando la tecnologia dei calcestruzzi impermeabili e curando i particolari dove ci sono interruzioni della massa del calcestruzzo impermeabile.

Esecuzione della struttura in calcestruzzo impermeabile

Il calcestruzzo dovrà essere confezionato assicurando un corretto assortimento granulometrico e rispondere alle prescrizioni della norma UNI e EN. Il contenuto di cemento, oltre che a garantire il raggiungimento della classe di resistenza caratteristica di progetto (RcK), dovrà essere tale da assicurare la coesione dell’impasto cementizio, in funzione della consistenza necessaria per una corretta messa in opera. Normalmente l’impasto avrà un dosaggio di cemento mai inferiore a 370 kg/m3. Si dovrà assumere il valore di rapporto A/C più basso possibile per migliorare le caratteristiche prestazionali del conglomerato cementizio quali impermeabilità, durabilità, resistenze meccaniche e stabilità volumetrica.

Al fine di migliorare i valori di impermeabilità all’acqua dovrà essere impiegato:

  • nel caso di getti massivi, come nel vostro caso che avete spessori superiori a 40 cm, l’additivo fluidificante idrofugo SIKA PLASTOCRETE N dosato in ragione dello 0,5% sul peso del legante.
  • nel caso di getti di spessore inferiore a 30 cm, con l’additivo SIKA WT 200 P  a base di cristalli attivi per il riempimento dei pori contro l’infiltrazione dell’acqua.

Esecuzione dei giunti di ripresa di getto

In corrispondenza alle riprese di getto tra platea e muri in elevazione e nei punti di interruzione dei getti verticali si dovrà posizionare nella mezzeria l’apposito profilo idroespansivo water-stop SIKASWELL che andrà a creare una sigillatura a tenuta nei punti dove è interrotta la monoliticità del calcestruzzo impermeabile.

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Dobbiamo eseguire il getto delle fondazioni di un nostro cantiere con la presenza di acqua. Non riusciamo ad asportarla con la tradizionale pompa e vorremmo vedere se è possibile gettare in acqua senza prosciugare. Infatti quando mettiamo in azione la pompa causiamo frane di terra e dobbiamo ricominciare a fare gli scavi in situazione di pericolo. 
Avete un additivo che limiti il problema di dilavamento del calcestruzzo fresco quando va a contatto con la falda d’acqua?  Questo calcestruzzo potrà essere di buona qualità in modo che possiamo procedere subito all’esecuzione della fondazione portante RcK 30?”

Impresa E.-Mantova

Le nuove tecnologie ci permettono di ottenere calcestruzzi di alta qualità meccanica e valore di impermeabilità con l’aggiunta di appositi additivi e tecnologie che evitino l’impoverimento della pasta cementizia fresca a contatto con l’acqua: oltre allo storico e più che sperimentato additivo idrofugo per calcestruzzi SIKA PLASTOCRETE N con il quale si sono eseguite da oltre cinquant’anni opere idrauliche strutture interrate impermeabili, sono nate nuove tecnologie che affiancano e migliorano ulteriormente le qualità impermeabili del calcestruzzo.

SIKA WT 101 L è un additivo ad effetto idrofobico per  interrompere il passaggio dell’acqua nei fori capillari, oppure SIKA WT 200 P, basato sulla tecnologia di cristallizzazione autoindotta con formazione e sviluppo di strutture cristalline non solubili all’interno dei pori capillari realizzando così una barriera a tenuta impermeabile anche in eventuali microfessurazioni accidentali.

Nel caso si fosse costretti ad eseguire il getto nell’acqua, onde evitare che il calcestruzzo fresco sia impoverito dall’acqua che è a contatto e la pasta fresca del cemento si separi dalla massa del getto, si dovrà aggiungere l’apposito prodotto anti-dilavamento SIKA UCS PACK, che permette il getto in acqua evitando la perdita della pasta cementizia.

Il getto fresco sarà appoggiato tramite tubo (anche quello della pompa stessa) sul fondo in modo che tutto l’impasto non debba attraversare il battente d’acqua. Solo la parte corticale del calcestruzzo fresco così sarà a contatto con l’acqua che dovrà essere tenuta in calma.

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Nelle nuove iniziative immobiliari che andiamo a realizzare, ci succede sempre più spesso avere delle contestazioni per l’umidità presente negli scantinati, che poi diventano taverne, che stacca le verniciature e degrada gli intonaci. In sede di costruzione, sui muri perimetrali in cls., sono stati applicati vari sistemi impermeabili con guaine bituminose. Sono state attuate tutte le corrette tecniche per una buona riuscita (scelta di guaine di ottima qualità ben armate, protezione con schermi bugnati per evitarne la rottura durante il reinterro e cura dei raccordi con la fondazione ), ma ci ritroviamo comunque con aloni di umidità e distacchi delle verniciature o addirittura degrado degli intonaci che si spolverano o distaccano.
Facciamo altresì presente che nel terreno circostante non c’è una falda d’acqua ma la normale umidità o la sola acqua percolante (abbiamo fatto una scrupolosa rete di drenaggi che conducono l’acqua piovana nei pozzetti con pompe) nei periodi quando ci sono molte precipitazioni.
Sapete darci una soluzione valida e definitiva per avere una struttura impermeabile che elimini le contestazioni della clientela?”

Immobiliare A. – Brescia

La struttura impermeabile è un problema annoso e Sika ha una soluzione semplice e definitiva già applicata da anni con successo da molti progettisti.
C’è da precisare che tutti i sistemi impermeabili superficiali come guaine, rasature, prodotti a pennello, ecc., pur facendo il loro dovere realizzano una barriera impermeabile sottile in corteccia, non considera il problema dell’umidità che risale e attraversa il calcestruzzo normale bypassando con grande facilità lo strato impermeabile superficiale e si va a sfogare comunque nel locale interrato con tutti i ben conosciuti problemi e contestazioni del cliente.
La soluzione Sika affronta il problema alla base con la realizzazione del calcestruzzo impermeabile in tutto il suo spessore, in modo che l’acqua e l’umidità non siano in grado di penetrare nella struttura.
La tecnologia “vasca bianca” con calcestruzzi impermeabili ha raggiunto alti livelli e si possono realizzare strutture impermeabili non solo all’umidità ma all’acqua di falda tale che ora si possono costruire strutture a tenuta nell’acqua permanente senza difetti di infiltrazioni né di umidità.
Così potremo eliminare i tradizionali sistemi impermeabili corticali che non avranno più ragione di esistere essendo già la “scatola” in cls. sufficientemente impermeabile.

Esecuzione del getto del calcestruzzo impermeabile in acqua

Sarà importante realizzare un calcestruzzo tale da essere lui l’impermeabilizzazione. Si potranno utilizzare i getti che sono stati studiati nelle strutture in “vasca bianca“. Il calcestruzzo dovrà essere confezionato assicurando un corretto assortimento granulometrico, proporzionando la miscela di aggregati secondo quanto indicato dalla teoria di Fuller o Bolomey. Il materiale lapideo, privo di impurità organiche, limi od argille, dovrà essere rispondente alle prescrizioni della norma UNI 8520 “Aggregati per la confezione di calcestruzzi” e della UNI 9858 “Prestazioni, produzioni, posa in opera e criteri di conformità“.
Il contenuto di cemento, oltre che a garantire il raggiungimento della classe di resistenza caratteristica di progetto (Rck), dovrà essere tale da assicurare la coesione dell´impasto cementizio, in funzione della consistenza necessaria per una corretta messa in opera e il dosaggio minimo di cemento dovrà essere non inferiore a kg. 350-400 al mc. con un basso rapporto acqua/cemento inferiore a 0,50 per migliorare le caratteristiche prestazionali del conglomerato cementizio quali impermeabilità , durabilità , resistenze meccaniche e stabilità volumetrica con l’utilizzo del SIKA WT 101 L oppure SIKA WT 200P basato sulla tecnologia di cristallizzazione autoindotta con formazione e sviluppo di strutture cristalline non solubili all’interno dei pori capillari realizzando così una barriera a tenuta impermeabile anche in eventuali microfessurazioni accidentali.

Realizzazione della struttura impermeabile in calcestruzzo

La struttura si potrà considerare a tenuta nel momento che si saranno curati tutti i particolari di interruzione di massa del calcestruzzo stesso. Oltre alla cura esecutiva della posa del calcestruzzo sarà essenziale realizzare correttamente:

  • i giunti di dilatazione (eventuali);
  • i giunti di ripresa tra platea e muri in elevazione;
  • i giunti di ripresa nei muri se ci fossero interruzioni;
  • la stuccatura a tenuta impermeabile dei fori dei distanziatori

E’ stato ben approfondito il tema in occasione del Seminario Tecnico con l’Ordine Ingegneri Brescia che si è svolto il 10.10.2015, dove si è parlato di “Strutture in calcestruzzo impermeabile“.

Scarica la Relazione del Technical Service Sika

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“Dobbiamo realizzare uno scantinato e nella zona di Roncadelle (BS) dove è sempre presente la falda e non riusciremo a tenere lo scavo all’asciutto per realizzare il getto impermeabile senza che l’acqua possa dilavarmi l’impasto intanto che è ancora fresco.
Come già abbiamo fatto da anni vogliamo utilizzare la tecnologia della struttura impermeabile in “vasca bianca” ma possiamo attuarla anche in presenza dell’acqua della falda che sarà sempre presente?”

Arch. M.P. (BS)

Esecuzione del getto del calcestruzzo impermeabile in acqua

Il calcestruzzo dovrà essere confezionato assicurando un corretto assortimento granulometrico, proporzionando la miscela di aggregati secondo quanto indicato dalla teoria di Fuller o Bolomey.
Il materiale lapideo, privo di impurità organiche, limi od argille, dovrà essere rispondente alle prescrizioni della norma UNI 8520 “Aggregati per la confezione di calcestruzzi” e della UNI 9858 “Prestazioni, produzioni, posa in opera e criteri di conformità“.
Il contenuto di cemento, oltre che a garantire il raggiungimento della classe di resistenza caratteristica di progetto (Rck), dovrà essere tale da assicurare la coesione dell´impasto cementizio, in funzione della consistenza necessaria per una corretta messa in opera e il dosaggio minimo di cemento dovrà essere non inferiore a kg. 350-400 al mc. con un basso rapporto acqua/cemento inferiore a 0,50 per migliorare le caratteristiche prestazionali del conglomerato cementizio quali impermeabilità , durabilità , resistenze meccaniche e stabilità volumetrica con l’utilizzo del super-fluidificante della gamma SIKA VISCOCRETE o SIKA PLAST. Al fine di mantenere la coesione e di impedire il dilavamento del calcestruzzo in acqua, lo stesso dovrà essere addizionato con il prodotto anti-dilavamento SIKA UCS PAK dosato in ragione da kg 1 a kg 3 per m³ in funzione della tipologia dell’entità e della velocità dell’acqua di falda.

Realizzazione della struttura impermeabile in calcestruzzo

La struttura si potrà considerare a tenuta nel momento che si saranno curati tutti i particolari di interruzione di massa del calcestruzzo stesso. Oltre alla cura esecutiva della posa del calcestruzzo sarà essenziale realizzare correttamente:

  • i giunti di dilatazione (eventuali);
  • i giunti di ripresa tra platea e muri in elevazione;
  • i giunti di ripresa nei muri se ci fossero interruzioni;
  • la stuccatura a tenuta impermeabile dei fori dei distanziatori.

Esecuzione dei giunti di dilatazione (eventuali)

La tenuta idraulica nell’interruzione della massa del calcestruzzo creata dai giunti di dilatazione sarà realizzata con l’impiego degli appositi SIKA PROFILATI PVC Serie N (pesante) – Modello O (con bulbo centrale a O) che posizionati nella mezzeria dei getti della platea e dei muri in elevazione, senza soluzione di continuità, renderanno impossibile l’uscita del liquame.
In superficie, a filo delle facciate interne della vasca, si procederà alla sigillatura del giunto, onde evitare che materiali estranei possano entrare nella fessura del giunto ed alterarne i movimenti dilatatori in compressione e in estensione, con l’apposito mastice ad elasticità permanente SIKAHYFLEX 250 FACADE, sigillante poliuretanico a basso modulo.

Esecuzione e sigillatura dei giunti di ripresa

In corrispondenza alle riprese di getto tra platea e muri in elevazione e nei punti di interruzione dei getti verticali si dovrà posizionare nella mezzeria l’apposito profilo idroespansivo water-stop SIKASWELL che andrà a creare una sigillatura a tenuta nei punti dove è interrotta la monoliticità del calcestruzzo impermeabile.

N.B. E’ sempre possibile realizzare la tenuta dei giunti di ripresa con la vecchia tecnolologia che prevede l’utilizzo dei PROFILATI PVC Serie N Tipo V da gettare in sede di esecuzione dei calcestruzzi.

Questo tema è stato ben approfondito in occasione del Seminario Tecnico con l’Ordine Ingegneri Brescia che si è svolto il 10.10.2015

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“Dobbiamo progettare un fabbricato dove lo scantinato si viene a trovare sotto il livello di falda, vorremmo utilizzare la tecnologia della “vasca bianca” per evitare di impiegare i sistemi con manti sintetici o sistemi bentonitici esterni in quanto non ci danno una sufficiente garanzia di lunga durabilità.
Vorremmo saperne di più di come si può realizzare un calcestruzzo impermeabile e come progettare i giunti di ripresa e un giunto di dilatazione che dovrà essere posto a metà dello scantinato. Per il momento potete darci le indicazioni che dovranno essere seguite per una corretta esecuzione in modo d’avere uno scantinato impermeabile a lunga tenuta? “

Cordialmente. Studio Ing. G.G. (MN)

La sua richiesta ci da l’occasione di segnalarvi che vi proponiamo una nuova generazione di calcestruzzi impermeabili con l’utilizzo degli additivi a base di cristalli attivi di ultima generazione SIKA WT 101 L oppure SIKA WT 200 P basato sulla tecnologia di cristallizzazione autoindotta con formazione e sviluppo di strutture cristalline non solubili all’interno dei pori capillari realizzando così una barriera a tenuta impermeabile anche in eventuali microfessurazioni accidentali.
Per realizzare la struttura impermeabile a perfetta tenuta si dovranno curare i punti di interruzione dei calcestruzzi impermeabili dei giunti di ripresa, costruzione e di movimento con l’inserimento dei SIKA PROFILI IN PVC e idro-espansivi SIKA SWELL.

E’ stato ben approfondito il tema in occasione del Seminario Tecnico con l’Ordine Ingegneri Brescia che si è svolto il 10.10.2015.

Relazione del Technical Info Sika

Supporto alla progettazione

Per affrontare punto per punto tutti i particolari progettuali per questa tipologia di lavoro, potremo organizzare un incontro con il Technical Service Sika in modo da esaminare la tipologia di calcestruzzi impermeabili e tutti i punti delicati da curare per una perfetta struttura impermeabile sotto il livello di falda che possa durare nel tempo quanto è capace di durare una struttura in calcestruzzo. Ricordiamo che esistono esempi di strutture idrauliche che hanno più di cento anni e che continuano a svolgere perfettamente il loro compito.

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“In una ristrutturazione di una vecchia cascina della bassa, dobbiamo gettare una sottomurazione e realizzare la fondazione sotto una vecchia muratura mista in pietrame e mattoni che non ce l’aveva. Chiedo se esiste dei calcestruzzi antiritiro per evitare che si creino dei punti non perfettamente costipati allo scopo di avere un appoggio corretto e ben sollecitato e ripartito in tutta la sua dimensione.”

Arch. C.G.- (BS)

Per realizzare calcestruzzi antiritiro esistono diverse soluzioni per affrontare questo problema. In generale dovendo realizzare calcestruzzi antiritiro si dovranno fare degli impasti con un basso rapporto acqua cemento (ideale non superare 0,5) con una delle seguenti modalità:

  1. additivare il calcestruzzo tradizionale, che dovrà avere le caratteristiche richieste dal Progettista, con l’apposito superfluidificante della linea SIKA VISCOCRETE o della linea SIKAPLAST (consumo orientativo 3 kg al m3) e per eliminare il ritiro idraulico residuo aggiungere l’additivo antiritiro SIKA CONTROL 40 che ha un dosaggio medio 1% sul peso del cemento. Questa Tecnologia dei calcestruzzi antiritiro S.R.A. (Shrinkage-Reducing Admixture) è indicata per realizzare calcestruzzi di massa, come getti di sottomurazioni, riempimenti complementari di getti (pilasti e capitelli, travi inserite in vecchie strutture, ecc.), ma soprattutto per riparare vecchi pavimenti in calcestruzzo che si sono degradati per il traffico o per l’esposizione alle intemperie e si intende ricostruirne la superficie senza rifare completamente la gettata.
  2. Produrre un calcestruzzo speciale e in sostituzione del cemento normale utilizzare il legante espansivo SIKAGROUT LSR con il dosaggio di kg/mc 600 nell’impasto con l’aggiunta dei tradizionali aggregati sabbia, giaietto e ghiaia. Il dosaggio del SIKAGROUT LSR potrà avere dosaggi variabili in funzione della dimensione del getto e delle caratteristiche richieste.
  3. Utilizzare il bettoncino premiscelato pronto colabile  SIKAGROUT 212 o SIKAGROUT 312 RFA  (in Classe R4 Norma UNI EN 1504-3, 1504-4, 1504-6, 1504-9 e con elevate prestazioni meccaniche a 28 gg > 70 MPa) puro o con l’aggiunta di inerte nel caso di grossi volumi.

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“Con quale soluzione possiamo riempire correttamente una sottomurazione di vecchi muri in pietrame in modo che si realizzi un appoggio valido e continuo?”

Imp. M.P (BS)

Si possono attuare diverse soluzioni tecniche per eseguire sottomurazioni che realizzino un valido appoggio che sia sollecitato in continuità:

SISTEMI ESPANSIVI (dato il fattore espandente sollecitano un modo omogeneo in tutti punti la sottomurazione)

I sistemi con leganti premiscelati o leganti speciali permettono di avere caratteristiche meccaniche in tempi brevi (24 – 48 ore in funzione delle temperature ambientali.

  1. Con l’utilizzo di premiscelato pronto SIKAGROUT 212 con l’aggiunta di GHIAIETTO 3/8 ottenendo un betoncino colabile espansivo che si va ad adattare e riempire totalmente il volume e realizzare un appoggio continuo in ogni punto e con caratteristiche elevate (RcK anche superiori a 50 N/mmq)
  2. Con l’impiego di legante espansivo SIKAGROUT LSR con l’aggiunta di sabbia e ghiaietto a comporre un calcestruzzo espansivo. Risulta un calcestruzzo tradizionale con l’impiego del legante speciale espansivo (SIKAGROUT LSR) con un risparmio sensibile sulle quantità al mc. di prodotti speciali in quanto sono utilizzati aggregati normali (sabbia e ghiaietto)

SISTEMI SENZA RITIRO (si elimina il ritiro idraulico, il getto non ha cali né espansioni mantenendo il volume realizzato). I sistemi senza ritiro utilizzano i calcestruzzi tradizionali e le caratteristiche meccaniche sono quelle tradizionali:
Realizzazione di calcestruzzo tradizionale con basso rapporto acqua cemento con l’aggiunta dell’additivo  superfluidificante SIKA VISCOCRETE e dell’agente antiritiro SIKA CONTROL 40. In questo modo si realizza un calcestruzzo tradizionale con cementi tradizionali ma si lavora sull’ottimizzazione degli impasti con una forte riduzione dell’acqua di impasto in modo da limitare il ritiro additivandolo con il superfluidificante SIKA VISCOCRETE o SIKAPLAST e l’aggiunta dell’agente espansivo SIKA CONTROL 40, additivo da aggiungere all’acqua di impasto in ragione dell’ 1% – 2% sul peso del cemento  o della polvere espansiva SIKA ESPANDEX C NEW da aggiungere nell’impasto in ragione di 20-30 kg/m3.

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“Siamo un’Impresa Edile e ci siamo specializzati in costruzione di impianti di depurazione acque di fognatura e recentemente in realizzazione di impianti biogas dove le richieste tecniche sono un po’ più importanti da realizzare in quanto la resa deve rispettare non solo l’impermeabilità ai liquami  ma anche al gas metano che si forma e si deve recuperare. Oltre ai vostri rivestimenti a base di resine, che già conosciamo, ci chiedono qualità particolari dei calcestruzzi. In una gara dobbiamo realizzare “calcestruzzi per impianti biogas” e ci viene richiesto un Rck 35 con classe di esposizione XA3. Il produttore di calcestruzzi al quale ci rivolgiamo normalmente non ci dato risposte soddisfacenti, quindi chiediamo a voi se avete additivi che possono essere utilizzati per questo scopo?”

Imp. M.E. (MN)

Per realizzare un calcestruzzo impermeabile ed idoneo all’esposizione agli aggressivi chimici si dovrà mantenere un basso rapporto acqua/cemento con l’utilizzo dell’apposito superfluidificante a base di esteri polistearici modificati ed avere un impasto con la miglior resistenza agli aggressivi chimici presenti in questa tipologia di manufatti con l’aggiunta di reattivi pozzolanici.

Le indicazioni della normativa in vigore sono le seguenti:

Classe di esposizione XA3

Ambiente chimicamente fortemente aggressivo secondo il prospetto 2 della UNI-EN 206-1

  • Massimo Rapporto A/C: 0,45
  • Minima classe di resistenza: 35/45
  • Minimo contenuto di cemento: 360 kg/mc
  • Altri requisiti: Utilizzo cemento con altissima resistenza ai solfati (secondo UNI 9156)

Utilizzo di un cemento pozzolanico (o specificatamente dichiarato come resistente ai solfati) in ragione di almeno 360 kg/mc come prescritto dalla Normativa Europea UNI-EN 206-1.

Aggiunta di SIKAFUME 98, aggiuntivo a base di reattivi pozzolanici, sotto forma di polvere micronizzata, amorfa e con granuli di forma sferoidale per aumentare la resistenza del calcestruzzo ai solfati, in ragione di 25-35 kg/mc a seconda del grado di resistenza chimica che si vuole raggiungere.

Utilizzo di SIKAVISCOCRETE, additivo liquido superfluidificante a base di esteri polistearici modificati, in ragione dell’1% sul peso del cemento utilizzato.

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“Dobbiamo realizzare una vasca di accumulo liquami di un allevamento suino.
La nostra priorità è che la vasca sia a sicura tenuta e durabilmente nel tempo in modo che non ci siano dubbi sulla possibilità di inquinare le falde.
Ci sono soluzioni che si possano attuare subito nella realizzazione della struttura in c.a. prima di fare il rivestimento chimico-resistente finale ?”

Studio A. – Mantova

Le recenti tecnologie con l’utilizzo delle miscrosilica (silica-fume) permette di realizzare nuove generazioni di calcestruzzi iper-prestazionali con caratteristiche di elvatissime resistenze meccaniche (Rck 70 – 80 – 90); calcestruzzi perfettamente impermeabili; calcestruzzi chimico-resistenti; calcestruzzi antidilavamento (per getti in acqua).
Nella gamma di prodotti a base di microsilica modificata, nel Vs. caso, potrà essere impiegata la componente a base di microsilicati SIKACRETE AR che permetterà di realizzare, contemporaneamente all’esecuzione della struttura in cemento armato, la vasca impermeabile capace di resistere alle sollecitazioni chimiche dei liquami dell’allevamento di suini.
Dovranno essere attuate le tecniche di tenuta delle riprese di getto con i profili idoespansivi SIKA SWELL P, posizionati i profili water-stop SIKA PROFILATI PVC negli eventuali giunti di dilatazione e dovranno essere stuccati i buchi lasciati dai distanziatori con la malta adesiva SIKAMONOTOP 622 EVOLUTION.
Attuando questa soluzione potrà essere eliminato il rivestimento chimico-resistente che avevate previstio di applicare all’interno della vasca, con evidente risparmio economico, in quanto tutta la massa di calcestruzzo che la costituisce è capace di resistere alle aggressività dei liquami.

Alcune realizzazioni importanti in zona che sono state realizzate oltre 20 anni fa:

Termoutilizzatore A2A

Bunker che fa da vasca di accumulo dei rifuiti solidi urbani. Essendo interrata con profondità tale da aver raggiunto la falda freatica deve essere assolutamente impermeabile nei due sensi: per contenere senza perdere i liquidi contenuti e per l’acqua di falda che non deve entrare. La durabilità del manufatto in calcestruzzo armato deve avere una durabilità prevista di cento anni.

Realizzaione di oltre 10 anni fa:

Vasca di laminazione

Lottiz. Industriale Maclodio – tutta la struttura in cemento armato si viene a trovare sotto il livello delle falda e non deve perdere l’acqua trattata.

Capitolato tipo

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“Ho visto che avete le fibre per calcestruzzi che dovrebbero migliorare i getti di pavimenti industriali. Dalla mia esperienza di progettista ho cercato molte volte di raccomandare all’Impresa di curare al meglio la realizzazione di pavimenti industriali che risultino senza fessure da ritiro ma, malgrado l’impegno dell’Impresa, che coinvolgeva anche il produttore del calcestruzzo e la squadra di posa per la finitura superficiale, c’è sempre qualche complicazione e le crepe prima o poi saltano fuori.
Avete una tecnologia che riesca a darmi soddisfazione? Riuscirò mai ad avere una pavimentazione industriale senza crepe?
Ringrazio ed attendo le vostre indicazioni.

Arch. R.P. (BS) 

E’ un problema annoso e per ottenere il risultato ideale ed avere una pavimentazione in calcestruzzo integra e senza fessurazioni si dovranno seguirne tutti gli aspetti.
Fatto il capitolato con le descrizioni dalla realizzazione del sottofondo al dimensionamento strutturale con spessori e armature e la classe, qualità e consistenza del calcestruzzo, si potranno fare le seguenti prescrizioni :

  1. Armatura : nei casi più frequenti le pavimentazioni industriali vengono realizzate con spessore 15-20 cm.  con un’armatura in rete elettrosaldata  15×15 Ø6 posta ad un’altezza cm. 4 dal fondo.
    Ecco che si evidenzia un primo problema:
    Spesso la rete non viene tenuta sollevata con gli appositi distanziatori ma semplicemente appoggiata e sollevata quando arriva il getto fresco (la rete dà fastidio all’operatore in sede di posa, se è distanziata da terra non si riesce a camminare agevolmente).
    Soluzione:
    Esaminare se si può evitare di usare la tradizionale rete elettrosaldata ma aggiungere, in sede di impasto all’impianto di betonaggio, le fibre sintetiche strutturali FIBRAG POLY PSF55 kg/mc. 1,5 – 2 che entrano nell’impasto mescolandosi e costituiscono l’armatura necessaria disponendosi in modo ottimale, tridimensionalmente, in tutto lo spessore del pavimento, senza dar alcun fastidio alla mobilità e operatività del posatore della pavimentazione.

Come nella maggior parte dei casi, quanto sopra si riferisce a caratteristiche di pavimentazioni normali che sono realizzate per un magazzino con movimentazione di carrelli con portata normale, senza richieste tecniche particolari. E’ ovvio che se ci fossero richieste di portata superiori si dovrà fare un esame approfondito e vedere se si dovranno prevedere armature più consistenti, doppie o per particolari carichi concentrati. A questo scopo FIBROCEV mette a disposizione dei Progettisti un Servizio Tecnico specializzato in queste tematiche con il quale si potrà consultare e confrontare per il raggiungimento della soluzione ideale.

Calcestruzzo: oltre a definire la classe Rck progettuale, necessaria per la capacità strutturale, sarà importante prescrivere il rapporto acqua/cemento che non superi 0,45. In questo modo sarà immessa solo l’acqua necessaria all’idratazione del cemento e la fluidità si raggiungerà con l’utilizzo di appositi additivi super-fluidificanti SIKA BETONFLOOR con l’aggiunta dell’agente anti-ritiro SIKA CONTROL 40 (realizzazione di calcestruzzi S.R.A – Shrinkage Reducing Admixture). Si dovrà evitare che la maturazione sia scompensata, particolarmente nei periodi estivi o per il vento, con la stesura a struzzo dell’apposito anti-evaporante SIKA ANTISOL S.

Giunti: i giunti di dilatazione e di contrazione dovranno essere sigillati con l’apposito mastice elastomerico SIKAFLEX 11FC in modo da evitare che POSSANO ESSERE riempiti e intasati con materiali vari che causando l’irrigidimento dei giunti limitandone la capacità di movimento.

Prodotti Consigliati

  • Fibrag Poly

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Guida Materiali Edili
Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
Guida Materiali Edili

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Rinforzi strutturali (8)

Rinforzi strutturali: “Dobbiamo realizzare un rinforzo strutturale in un vecchio solaio in latero cemento (1978) per aumentarne la portata lavorando da sotto in quanto sopra è abitato dal altro proprietario. Possiamo risolvere questo problema applicando le vostre strisce o lamine di carbonio? Il rinforzo va applicato sul calcestruzzo dei travetti o si può applicare anche sul fondello in cotto? Che procedimento consigliate? Avete delle ditte esperte in questa tipologia di lavori che possono intervenire? Ringrazio”

Arch. M.C. – (MN)

I rinforzi strutturali con l’utilizzo delle fibre di carbonio devono essere vincolati monoliticamente alla parte strutturale del solaio e quindi si deve attaccare al calcestruzzo dei travetti in modo che il rinforzo sia corpo unico collaborante. Non è possibile applicare il rinforzo sulle pignatte in cotto in quanto non sarebbe vincolato alla parte strutturale portante. E’ necessario arrivare al calcestruzzo dei travetti dopo aver asportato il fondello di laterizio. E’ probabile che si debba intervenire preventivamente e regolarizzare la superficie con la apposite malte da riparazione (ad esempio SIKAMONOTOP DYNAMIC in Classe R4) in modo da dare al placcaggio con le lamine in fibra di carbonio (SIKA CARBODUR) o con tessuti in fibra di carbonio (SIKAWRAP) una superficie planare ideale. Il vincolo del rinforzo alla vecchia struttura è realizzato dalla capacità adesiva della resine epossidiche che renderanno il sistema monolitico e il solaio potrà aumentare le sue capacità di portata secondo le vostre esigenze e i calcoli strutturali che avrà fatto il Progettista.

Prodotti consigliati:

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Siamo in contatto con Ditte Specializzare ed esperte in questa tipologia di lavori delicati che possono intervenire. Se vorrete possiamo chiedere di farvi avere un’offerta per quanto riguarda la parte specialistica del rinforzo strutturale in modo che possiate avere un quotazione totale prodotti e posa con la garanzia che il rinforzo sarà realizzato a regola d’arte.

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Un incendio ha lesionato cinque travetti di una solaio in latero-cemento. La parte rimanente è relativamente in uno stato accettabile. Ora vorremmo ripristinare le caratteristiche meccaniche dei travetti lesionati senza demolire tutto il solaio.  Abbiamo visto che avete soluzioni di rinforzo strutturale con il placcaggio delle fibre di carbonio, in questo caso possono essere una soluzione valida? Che ciclo di lavoro dovremo seguire? Un Impresa tradizionale può realizzare con la sua maestranza questi interventi?”

Grazie. Imp. A.B. (BS)

E’ un caso classico di rinforzo strutturale con applicazione dei compositi con l’utilizzo di lamine in “fibra di carbonio “SIKA CARBODUR“. Dopo aver consultato il Vs. Ingegnere strutturista, che potrà scegliere la sezione di lamina più indicata, si potrà applicare il seguente procedimento:

  1. Procedere alla demolizione di ogni parte in distacco o non dotata di sufficiente resistenza e coerenza. Le armature in avanzato stato di degrado saranno scoperte rimuovendo completamente lo strato di calcestruzzo copriferro. Saranno rimosse anche le tracce di precedenti interventi di riparazione o riporti non perfettamente aderenti. Tali operazioni dovranno essere eseguite con mezzi manuali o comunque tali da non danneggiare lo strato di calcestruzzo sano sottostante evitando eccessive vibrazioni.
    Effettuare una accurata pulizia mediante spazzolatura, o meglio sabbiatura, di tutte le superfici interessate dai successivi trattamenti, con completa rimozione di sostanze o depositi estranei, come fuliggine, ruggine, olio, grassi, pellicole superficiali sfarinanti. I ferri saranno ripuliti asportando completamente la ruggine e ricoperti a breve distanza con i successivi specifici trattamenti.
    I ferri di armatura ripuliti saranno trattati mediante applicazione a pennello in due mani, a distanza di circa 3 ore l’una dall’altra, con una boiacca cementizia pennellabile a due componenti a base di leganti idraulici, polveri silicee, inibitori di corrosione in dispersione di polimeri acrilici SIKA MINIPACK ANTICORROSION.
    I riporti in spessore a ricostruzione del copriferro e di parti mancanti saranno realizzati mediante riporto diretto di malta adesiva bicomponente a ritiro controllato a consistenza di stucco, costituita da inerti selezionati, cementi modificati con l’aggiunta di polimeri sintetici in emulsione ed opportuni additivi, contenente microfibre in polipropilene, SIKAMONOTOP DYNAMIC in Classe R4.
    L’applicazione sarà  eseguita a dorso di cazzuola o spatola curando di bagnare a rifiuto il sottofondo prima dell’applicazione. Con questo intervento di ricostruzione si è ottenuta una superficie regolare e planare ideale per l’applicazione del rinforzo strutturale vero e proprio con l’utilizzo della lamine in fibra di carbonio.
  2. Rinforzo strutturale con incremento della sezione tesa con l’applicazione di lamine in fibra di carbonio vincolate monoliticamente alla vecchia struttura tramite gli appositi collanti epossidici.
    La realizzazione del rinforzo strutturale con aggiunta di armatura sollecitata a trazione sarà realizzata con l’applicazione delle lamine in fibra di carbonio SIKA CARBODUR, vincolate al nuovo travetto in cls. tramite l’apposito adesivo epossidico SIKADUR 30. Sarà da definire la sezione più idonea in funzione delle esigenze statiche e meccaniche richieste e prescritte dal progettista strutturista. 
    Questi interventi potranno essere realizzati dalla Impresa di vostra fiducia adeguatamente istruita o da maestranza specializzata che potrà realizzare solo la parte specialistica che, se credete, potremo consultare per un preventivo.

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Rinforzo pilastro in cemento armato : “Dovremmo procedere ad un rinforzo strutturale in quanto in un cantiere in via di esecuzione, un grande pilastro in calcestruzzo rotondo (diametro 70 cm) risulta di resistenza molto bassa, con lo sclerometro non arriva ai 20 N/mm2, essendo insufficiente per il lavoro che dovrà sopportare vorremmo trovare una soluzione per consolidarlo. Vi chiedo se con la tecnologia delle fibre di carbonio potrà essere adeguatamente rinforzato e portarlo a una resistenza di RcK 30 N/mm2, senza cercare soluzioni tradizionali di ingrossamento o altre che presuppongono lavori e tempistiche troppo lunghe e onerose.”

Ing. E.M. – Brescia

C’è una soluzione perfettamente indicata e di semplicissima e veloce applicazione:
La fasciatura del pilastro in calcestruzzo armato con i tessuti in “fibra di carbonio” SIKA WRAP – tipo unidirezionale, che viene vincolato monoliticamente al pilastro in c.a. tramite l’apposita resina epossidica SIKADUR 330. In funzione del bisogno di staffatura di rinforzo si potranno fare uno più strati di tessuto SIKA WRAP sino a raggiungere la resistenza desiderata.
Esecutivamente un rinforzo di questo tipo può essere realizzato in tempi brevissimi data la capacità delle resine epossidiche di polimerizzare ed avere caratteristiche già molto affidabili a 24 – 48 ore (secondo le prove che vengono attuate alla temperatura di 20°) e la struttura del pilastro in cemento armato potrà essere in grado di lavorare in pochi giorni.
Per permettere una finitura con una rasatura o con un intonaco tradizionale, la superficie potrà essere rifinita con povero di sabbia sulla resina ancora fresca in modo che sia inglobata e si possa realizzare una superficie ad aderenza migliorata in modo da permettere l’applicazione di un’ulteriore finitura.
Questi lavori potranno essere realizzati dall’Impresa generale presente in cantiere o forniti in opera da maestranza specializzata che potremo consultare per un preventivo del lavoro specialistico realizzato in opera comprensivo di “prodotti e posa”.

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“In una vecchia copertura condominiale che deve diventare parcheggio scoperto, dobbiamo realizzare il rinforzo solaio di copertura. Dai controlli strutturali dobbiamo incrementare la zona compressa e aumentare lo spessore della cappa di circa 10-15 cm. con un nuovo getto in c.a. che dovrà essere vincolato al vecchio in modo monolitico. Oltre ai connettori che legheranno la nuova armatura alla vecchia, avete una resina che incolli monoliticamente il nuovo calcestruzzo di rinforzo con vecchio getto realizzato circa trenta anni fa?”

Studio Ingegneria E (BS)

Questa tipologia di rinforzi strutturali sono soluzioni già adottate in molti casi simili.

Le fasi di lavoro sono le seguenti:

  • procedere preventivamente ad una adeguata preparazione del sottofondo con l’asportazione di tutto quanto sia cedevole o non sia perfettamente vincolato alla struttura. Per avere certamente la struttura in vista con superficie irruvidita è consigliabile procedere alla fresatura di tutta la superficie con attrezzature adeguate.
  • Sulla superficie così preparata si procederà alla stesura della resina epossidica SIKADUR 32adesivo strutturale di ripresa di getto in modo che si potranno considerare i getti eseguiti in tempi diversi come realizzati in un’unica soluzione monolitica. In questo modo i due getti fatti in tempi diversi potranno essere considerati come gettati in un’unica soluzione. Le caratteristiche meccaniche a trazione e a taglio della resina epossidica di ripresa di getto SIKADUR 32 sono talmente elevate (circa 10 volte le caratteristiche a trazione e taglio del cls.) che il punto di contatto è un punto di forza e non di debolezza.
  • Procedere subito al getto della nuovo calcestruzzo collaborante che sarà realizzato con appositi additivi che evitino il ritiro idraulico del getto migliorandone sensibilmente le caratteristiche fisico meccaniche. Aggiungere l’apposito superfluidificante a base acrilica SIKA VISCOCRETE – che permetterà di raggiungere la fluidità prescritta con un basso rapporto acqua/cemento (rapp. massimo A/C 0,5) e l’additivo antiritiro SIKA CONTROL 40 che eviterà ritiri con le contrazioni che causano le fessurazioni da ritiro idraulico.

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Rinforzo strutturale volte: “Dobbiamo intervenire su delle vecchie volte in mattoni pieni che sono state lesionate dal recente terremoto nella bassa mantovana. Abbiamo tolto la vecchia pavimentazione ed il  materiale di riempimento, ora dobbiamo fare il getto di un nuovo solaio in c.a. che possa sopportare lui i carichi da civile abitazione in modo che la volta non sia sovraccaricata e porti se stessa o poco più.
Avavamo previsto di ancorare dei connettori che vincolassero la volta con l’armatura della nuova soletta in c.a., ma ci siamo resi conto che l’operazione di foratura per il posizionamento dei fissaggi chimici crea delle altre sconnesioni tra i mattoni che sono allettati con malte antiche meccanicamente poco consistenti.
Vorremmo vedere se è possibile evitare tale operazione di posizionamento dei connettori utilizzando i vostri adesivi che non prevedono forature e sono in grado di incollare la superficie superiore dei mattoni al nuovo getto in calcestruzzo in modo da rendere il tutto collaborante e vincolato.”

Studio Ing. A.B. – MN

Questi casi di intervento su volte poco legate sono assai frequenti e la nuova tendenza progettuale è quella di non scaricare gli sforzi puntiformemente tramite connettori, che andrebbero a scaricare gli sforzi in modo concentrato su una struttura fondamentalmente mal legata, ma di sfruttare tutta l’area di contatto tra l’estradosso della vecchia volta e il nuovo getto.
Le resine epossidiche SIKADUR 32 che hanno la capacità di vincolare monoliticamente il nuovo getto di cls. ai mattoni pieni, permettono di distribire i carichi in tutta l’area facendo lavorare unitariamente pochi kg. gli elementi della vecchia volta.
Per migliorare le caratteristiche mecaniche del nuovo calcestruzzo e soprattutto contenerne il ritiro idraulico si dovrà aggiungere all’impasto fresco l’apposito aggiuntivo a base di microsilicati SIKACRETE AR, aggiuntivo superfluidificante con componenti a reazione pozzolanica per miscele cementizie iper-prestazionali che permette una sostanziale riduzione dell’acqua di impasto pur mantenendo la fluidità richiesta per il getto del calcestruzzo.

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“In una ristrutturazione dobbiamo eliminare un pilastro per allargare l’accesso alla autorimessa. Vi chiediamo se è possibile riprogettare la struttura in c.a. che, da due travi ribassate sezione cm. 30 x h.50 con largh. ml. 2,50 con un appoggio centrale, diventano una trave unica con luce ml. 5,00, con l’applicazione all’intradosso dei rinforzi con le fibra di carbonio ? Avete delle informazioni tecniche che ci permettano di calcolare questa nuova realtà strutturale?”

Ing. A.P. Mantova

E’ una delle più classiche  applicazioni di rinforzo strutturale con il placcaggio di lamine SIKA CARBODUR che, vincolate monolicamante tramite lo stucco epossidico SIKADUR 30, possono apportare quella necessaria sezione resistente a trazione che, nel punto del pilastro centrale da demolire, certamente non c’è o è insufficiente.

E’ un’operazione di semplice applicazione che potrà essere realizzata con le seguenti fasi di lavoro:

  • Asportazione di rivestimenti, intonaci o verniciature sino ad avere la superficie delle travi in c.a. sana e pulita. Sabbiare la superficie del calcestruzzo. interessata al placcaggio e asportare quanto non perfettamente solidale.
  • Controllare che il calcestruzzo sia di sezione sufficiente per le resistenze a compressione e sia di buone caratteristiche meccaniche (almeno Rck 25). Eventualmente, dove necessario, riparare e ricostruire la sezione originaria (con ciclo SIKA MONOTOP DYNAMIC) in modo da avere una superficie planare e continua.
  • Applicare la lamina di rinforzo SIKA CARBODUR della sezione necessaria vincolandola con l’apposito stucco epossidico SIKADUR 30.
  • Verso gli appoggi, per soddisfare il rinforzo al taglio e per dare un bloccaggio alla testa delle lamine precedentemente posate, applicare il tessuto in fibra di carbonio SIKA WRAP vincolato con l’apposita resina epossidica SIKADUR 330 che abbraccerà in continuo la trave rigirando da un lato all’altro correndo all’intradosso a U senza interruzioni.

Per scegliere la dimensione adeguata della lamine e tessuto in composito potrà utilizzare l’apposito PROGRAMMA DI CALCOLO che potremo fornirle con tutta la documentazione tecnica dalla quale potrà rilevare la gamma di prodotti  SIKA CARBODUR e SIKA WRAP disponibili, le caratteristiche tecniche, le caratteristiche meccaniche, le informazioni più approfondite per le modalità di applicazione.
Potremo pure dare indicazioni e nominativi sulle Imprese specializzate e capaci in questa tipologia di interventi.

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“Dobbiamo aumentare la portata di un vecchio solaio in legno tradizionalmente realizzato in travetti e assito sul quale è stato, a suo tempo, posata una cartella in cls. lisciata. Anche se ha alcune crepe vorremmo non rifare la pavimentazione e salvarla utilizzandola come fondo sulla quale incollare un pavimento in legno flottante in modo da limitare il peso proprio.
La soletta era stata realizzata per portare carichi leggeri da sottotetto mentre ora diventa una regolare mansarda e vogliamo dare una portata maggiore in regola con la normativa vigente.
Si può intervenire solo all’intradosso con dei rinforzi adeguati alla nuova portata maggiorata? Questa tipologia di lavori è possibile farla eseguire alle normali imprese edili?”

Studio Arch. R.F. (BS)

Questa tipologia di interventi è già stata affrontata e risolta in molti casi simili. Si potrà aumentare la portata placcando, all’intradosso dei travetti in legno ben ripuliti, una lamina in fibre di carbonio SIKA CARBODUR che saranno in grado di dare certamente l’incremento desiderato. La lamina di rinforzo è incollata monoliticamente ai travetti in legno in tutti i punti di contatto con l’apposito adesivo epossidico SIKADUR 30 e diverrà parte integrante del solaio lavorando con la vecchia struttura in maniera perfetta. Per progettare la sezione corretta di lamina in fibra di carbonio SIKA CARBODUR utilizzare si dovranno impostare i dati indispensabili:

  • sezione dei travetti esistenti e relativa luce
  • passo tra i travetti
  • nuovi carichi
  • essenza del legno

Possiamo farvi avere via e-mail l’apposito PROGRAMMA DI CALCOLO in modo che possiate procedere alla calcolazione. Potrete anche confrontarvi con il Tecnical Service Sika che è a disposizione per chiarimenti e consulenze.

Per l’esecuzione dell’intervento in opera si potrà usufruire dell’impresa di vostra fiducia alla quale sarà necessario dare le informazioni utili per l’utilizzo delle resine epossidiche, che sono prodotti ricomponenti prenotassi, e per la cura da eseguire per la corretta applicazione.
Nel caso l’impresa non se la sentisse, si potrà coinvolgere una Ditta esperta di provate capacità applicative che potrà incaricarsi anche solo del lavoro specialistico mentre il resto dell’intervento sarà da far svolgere all’impresa presente in cantiere.

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Abbiamo un solaio in legno da rinforzare per cambio di destinazione del sottotetto. I vecchi travetti in legno e l’assito soprastante sono ancora in buon stato ma hanno una sezione insufficiente e dobbiamo sostituire la vecchia cappa in cemento, con caratteristiche meccaniche molto basse di circa cm. 4,  con una nuova di spessore non superiore a cm. 8-10. Abbiamo visto che proponete i vostri travetti in acciaio che dovrebbero poter stare dentro questi spessori. Se vi diamo i dati necessari, potete darci assistenza per vedere come realizzare il rinforzo?

Studio Tecnico A. (BS)

La Peter Cox ha brevettato il SISTEMA TRALICCIO LPR che è un sistema di rafforzamento e consolidamento dei solai per evitarne la demolizione, garantendo loro le migliori condizioni in termini estetici e di solidità, con deformazioni contenute entro 1/500 delle luce di calcolo. Assicurando la perfetta connessione tra la soletta di calcestruzzo e la sottostante struttura di legno, il sistema “TRALICCIO LPR e CONNETTORE FLAP” risolve in modo definitivo il problema evitando le situazioni critiche di demolizione o di inserimento di putrelle all’intradosso.

Il Traliccio è ottenuto dalla foratura di un profilato metallico, opportunamente dimensionato e sagomato con sezione ad omega, tale da risultare il “connettore” ideale per i rinforzi strutturali. Posato direttamente sulle tavole in corrispondenza delle travi da rinforzare, e fissato a pressione con viti mordenti secondo uno schema geometrico che dipende dalle luci di solaio e dai carichi (richiesti), consente di ottenere “a secco”e in modo reversibile la perfetta connessione tra legno e calcestruzzo. L’operazione di solidarizzazione traliccio–trave risulta pertanto estremamente semplice e non richiede manodopera specializzata. Il Sistema garantisce deformazioni contenute entro 1/500 della luce ed è in linea con le norme tecniche per le costruzioni in zona sismica.
Ad evitare percolamenti di boiacca e imbibizioni d’acqua delle strutture lignee viene abitualmente interposto fra il traliccio ed il tavolato,un telo impermeabile e traspirante. Nello spazio libero tra i tralicci, può essere posato un pannello di materiale isolante con funzioni di alleggerimento della soletta in calcestruzzo. Il posizionamento della rete elettrosaldata direttamente sul traliccio impedisce il contatto tra rete e tavolato evitando così l’impiego di eventuali distanziatori.

L’Ufficio Tecnico di Assistenza Peter Cox è in grado di dare agli Studi Tecnici tutte le informazioni e i procedimenti per la calcolazione del rinforzo basterà che ci facciate avere i dati delle dimensioni e dei nuovi carichi.

Prodotto Citato:

  • Traliccio LPR

    Traliccio LPR

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Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
Guida Materiali Edili

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Riparazione calcestruzzo (5)

“Riparazione calcestruzzo di frontali dei balconi.  In un condominio degli anni ’70 che abbiamo in amministrazione, dobbiamo intervenire per risanare i frontalini dei balconi che hanno degli evidenti degradi del calcestruzzo tanto che ormai si vede il ferro dell’armatura notevolmente arrugginito.
Vi chiediamo quale intervento dobbiamo affrontare per fare un lavoro corretto e durabile.
Alcuni condòmini vorrebbero asportare il cedevole e nascondere tutto mettendo davanti delle scossaline di lamiera verniciata o in rame … Voi che ne pensate?

Amministrazioni Condominiali R. – Mantova

Partendo dall’ultima domanda, il nostro consiglio è di evitare assolutamente di nascondere il “malanno” in quanto il problema non sarebbe risolto ma solo nascosto dalla scossalina, esteticamente bella ma certamente non protettiva nel confronti dell’atmosfera e il degrado continuerebbe nel tempo. L’armatura già parzialmente ossidata continuerebbe nel suo arrugginimento e si potrebbe arrivare ad avere problemi statici ben più gravi del problema attuale.
L’intervento corretto invece deve affrontare il problema della carbonatazione del calcestruzzo da subito seguendo il seguente ciclo di lavoro:

L’intervento di riparazione dovrà considerare che i materiali di ripristino dovranno avere certamente la capacità di ricostruire e proteggere adeguatamente la struttura ma soprattutto dovranno avere capacità di sopportare le normali dilatazioni, vibrazioni e movimenti che sono presenti per le caratteristiche degli elementi di questa struttura in c.a.
I materiali di riparazione, che sono posizionati in corteccia, sono posti nella posizione più sollecitata e quindi dovranno avere un modulo elastico più basso possibile affinché il materiale di ricostruzione si possa deformare ed adattare senza causare crepe o fessure e limitando al minimo le tensioni di distacco.
Le operazioni di intervento seguiranno le seguenti fasi :
Riparazione corticale di strutture in cemento armato soggette a microdeformazioni.
Procedere alla demolizione di ogni parte in distacco o non dotata di sufficiente resistenza e coerenza. Le armature in avanzato stato di degrado saranno scoperte rimuovendo completamente lo strato di calcestruzzo copriferro. Saranno rimosse anche le tracce di precedenti interventi di riparazione o riporti non perfettamente aderenti. Tali operazioni dovranno essere eseguite con mezzi manuali o comunque tali da non danneggiare lo strato di calcestruzzo sano sottostante evitando eccessive vibrazioni.
Effettuare una accurata pulizia mediante spazzolatura, o meglio sabbiatura, di tutte le superfici interessate dai successivi trattamenti, con completa rimozione di sostanze o depositi estranei, come ruggine, olio, grassi, pellicole superficiali sfarinanti. I ferri saranno ripuliti asportando completamente la ruggine e ricoperti a breve distanza con i successivi specifici trattamenti.
I ferri di armatura ripuliti saranno trattati mediante applicazione a pennello in due mani, a distanza di circa 3 ore l’una dall’altra, con una boiacca cementizia pennellabile a due componenti a base di leganti idraulici, polveri silicee, inibitori di corrosione in dispersione di polimeri acrilici SIKAMINIPACK ANTICORROSION.
I riporti in spessore a ricostruzione del copriferro e di parti mancanti saranno realizzati mediante riporto diretto di malta adesiva a ritiro controllato a consistenza di stucco, costituita da inerti selezionati, cementi modificati con l’aggiunta di polimeri sintetici in emulsione ed opportuni additivi, contenente microfibre in polipropilene, SIKA MONOTOP X2 (classificata R3) oppure SIKA MONOTOP DYNAMIC (classificata R4). L’applicazione sarà  eseguita a dorso di cazzuola o spatola curando di bagnare a rifiuto il sottofondo prima dell’applicazione.
Questa generazione di malte premiscelate per calcestruzzo possono essere rifinite a frattazzo fino quando la malta applicata per la riparazione comincia a rapprendersi.
La superficie riparata e l’intera struttura andranno poi protette contro la carbonatazione mediante un’apposita verniciatura.

Trattamento contro la corrosione dei ferri di armatura interni, che non sono ancora arrivati ad uno srato corrosivo tale da causare il distacco dello strato copriferro

La protezione anticorrosiva delle barre d’armatura non trattate con SIKAMINIPACK ANTICORROSION, sarà assicurata dall’applicazione dell’inibitore di corrosione migrante SIKA FERROGARD 903+, applicato in 2 o 3 mani a pennello o rullo su tutte le superfici in c.a. esposte all’azione degli agenti atmosferici.
Trattasi di vernice ad impregnazione incolore per strutture in c.a. a base di una miscela di ammino-alcoli organici ed inorganici ed inibitori di corrosione migranti, da applicare su sottofondo sano, compatto e libero da ogni impurità, in ragione di due-tre mani, con tempi di attesa tra le mani di circa 3-6 ore, per un consumo totale di almeno circa 400 gr/m2.

La superficie esterna a vista potrà essere resa gradevole con una verniciatura che oltre a dare un piacevole effetto estetico avrà la funzione di protezione contro la carbonatazione ed esposizione futura

La protezione della struttura contro la carbonatazione verrà  assicurata dall’applicazione della speciale verniciatura elastica protettiva e decorativa, traspirante al passaggio del vapore, impermeabile all’acqua ed ai gas aggressivi atmosferici, a base di resina acrilica in dispersione acquosa, SIKAGARD 550W ELASTIC applicata in 2 o 3 mani a pennello o rullo, previa applicazione di apposito primer consolidante SIKAGARD 551S ELASTIC mediante rullo, pennello o spruzzo in 1 mano.

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Riparazione calcestruzzi. Sempre più frequentemente dobbiamo affrontare il problema del degrado delle facciate causato dal calcestruzzo che invecchiando, dopo 15-20 anni, comincia a fessurarsi e rompersi, soprattutto negli angoli, lasciando in vista il ferro interno che si è arrugginito. E’ un problema che, con la nostra attività di Amministratore, ci si ripresenta da sempre (gronde, frontalini dei balconi, fasce marcapiano, parapetti, ecc.) e lo abbiamo seriamente affrontato con interventi di manutenzione straordinaria assai costosi.  
Abbiamo anche purtroppo rilevato che dopo 5-10 anni sugli stessi fabbricati il problema si ripresenta e i proprietari mettono in dubbio la validità dell’intervento che abbiamo consigliato e già fatto fare da Imprese di fiducia e che sappiamo essere professionalmente preparate e corrette. 
Dobbiamo precisare che, esaminando meglio le strutture oggetto delle manutenzioni, i nuovi degradi non si presentano nei punti già oggetto di intervento, ma in altri punti che erano integri e sui quali non era stato fatto alcun lavoro. E’ ovvio che la ruggine dei ferri sotto è andata avanti e ha attaccato altre zone creando altri punti di lesioni del calcestruzzo.
Ora vi chiediamo se c’è un sistema per risanare definitivamente e totalmente queste strutture in cemento armato e non ritrovarci fra qualche anno con lo stesso problema, fatto inutilmente queste spese assai costose ed essere esposto alle critiche dei miei Amministrati.”

Amministrazioni Condominiali R.M.– (BS)

La causa di questo deterioramento del calcestruzzo armato si chiama “carbonatazione”, è ben conosciuta e viene ora affrontata con tecnologie complete e che affrontano correttamente la riparazione del calcestruzzo sia nei punti dove è avvenuta la lesione che nei punti dove non è ancora successa ma potrebbe essere vicino al punto di rottura.
I cicli di intervento non si devono fermare alla riparazione di quanto già lesionato, con interventi corretti e l’utilizzo di prodotti appositamente studiati, ma si deve fare un intervento a interrompere il degrado in atto su tutta la superficie esposta e non solo a quella già arrivata alla lesione.

Il ciclo completo segue la Norma Europea EN 1504-9 – Principio 3 – Metodo 3.1:

  • Asportazione di quanto cedevole e non perfettamente aderito;
  • Pulizia scrupolosa del sottofondo e asportazione della ruggine dal ferro;
  • Trattamento del ferro con l’apposito inibitore di corrosione SIKAMINIPACK ANTICORROSION;
  • Ricostruzione di quanto asportato con ciclo SIKAMONOTOP X2 oppure SIKAMONOTOP DYNAMIC.
  • Trattamento generalizzato su tutta la struttura in cemento armato con “inibitori di corrosione migrante” SIKAFERROGARD 903+. Questa nuova tecnologia permette di interrompere il degrado causato dalla carbonatazione su tutta la struttura e sui ferri di armatura interna che non sono ancora arrivati a rigonfiarsi tanto da causare la lesione del calcestruzzo ma ne sono vicini e tra poco tempo potrebbero causare nuove rotture.
    Il SIKAFERROGARD 903+ è una sostanza liquida che penetra nel calcestruzzo, anche se ancora compatto, in quanto, per il richiamo elettro-chimico, è attratto dal ferro interno e penetra fino a lui proteggendolo e bloccandone l’eventuale ossidazione in atto.

Norma Europea EN 1504-9 – Principio 1 – Metodo 1.1 e Principio 7 – Metodo 7.3 e Metodo 7.4.
Finitura estetica e protettiva contro le intemperie e aggressioni future con la apposita verniciatura colorata o trasparente SIKAGARD 680S oppure SIKAGARD 550W ELASTIC che oltre a migliorare l’aspetto estetico evita nel tempo l’aggressione e la carbonatazione del calcestruzzo.

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“Riparazione calcestruzzo armato. Dobbiamo intervenire sui frontalini dei balconi di un complesso degli anni ’80  che si sono deteriorati per l’esposizione alle intemperie. Si sono distaccati numerosi spigoli e si nota il ferro dell’armatura interna arrugginito. Visto che dal 01.01. 2009 c’è la nuova Normativa Europea 1504 sul Ripristino e Protezione del Calcestruzzo Armato, vorremmo attenerci alle disposizioni e Vi chiediamo se potete suggerci dei vostri cicli di intervento.
Aggiungiamo che in molti balconi, più o meno in mezzeria, si è creata una crepa che ha crepato anche le piastrelle. Negli anni passati alcuni proprietari avevano fatto riparazioni e rifacimenti ma la crepa è sempre risaltata fuori ancora. Avete un sistema che eviti nuovamente la fessurazione senza la demolizione e rifacimento delle mattonelle?”

Studio Ing. M.S. (MN)

La Norma Europea EN 1504 del 01.01.2009 prevede le tipologie e caratteristiche dei prodotti da utilizzare per gli interventi sul calcestruzzo. Seguiamo quindi le indicazioni:

Ripristino e riparazione del calcestruzzo dei frontalini dei balconi

In conformità alla Norma Europea EN 1504 – Principio 3 –  Metodo 3.1.

La soluzione prevede il ripristino, la riparazione e la protezione degli elementi in calcestruzzo armato che si sono degradati a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e per il fenomeno della carbonatazione.
Gli interventi devono provvedere alla ricostruzione delle parti degradate o in fase di distacco con prodotti idonei a sostituire il calcestruzzo originario; alla protezione di tutta la struttura anche nelle zone profonde che potrebbero aver delle armature metalliche più o meno parzialmente già in fase di ossidazione alla protezione corticale con sistemi idonei a rendere le superfici esposte impermeabili all’acqua e ai gas aggressivi ma senza alterare la necessità di traspirare che hanno le strutture in c.a. Per questa ragione escludiamo la soluzione che prevede mascherature con scossaline metalliche che sono sconsigliate in quanto hanno solo un compito estetico ma nascondono le zone riparate lasciando eventuali degradi futuri nascosti e non controllabili. Non lasciano traspirare le superfici causando condense deleterie per la durabilità dei manufatti in calcestruzzo armato.

Il ciclo di intervento sarà il seguente:

  • Procedere alla demolizione di ogni parte in distacco o non dotata di sufficiente resistenza e coerenza. Le armature in avanzato stato di degrado saranno scoperte rimuovendo completamente lo strato di calcestruzzo copriferro. Saranno rimosse anche le tracce di precedenti interventi di riparazione o riporti non perfettamente aderenti. Tali operazioni dovranno essere eseguite con mezzi manuali o comunque tali da non danneggiare lo strato di calcestruzzo sano sottostante evitando eccessive vibrazioni.
  • Effettuare una accurata pulizia mediante spazzolatura, o meglio sabbiatura, di tutte le superfici interessate dai successivi trattamenti, con completa rimozione di sostanze o depositi estranei, come ruggine, olio, grassi, pellicole superficiali sfarinanti. I ferri saranno ripuliti asportando completamente la ruggine e ricoperti a breve distanza con i successivi specifici trattamenti.
  • I ferri di armatura ripuliti saranno trattati mediante applicazione a pennello in due mani, a distanza di circa 3 ore l’una dall’altra, con una boiacca cementizia pennellabile a due componenti a base di leganti idraulici, polveri silicee, inibitori di corrosione SIKAMINIPACK ANTICORROSION.
  • I riporti in spessore a ricostruzione del copriferro e di parti mancanti saranno realizzati mediante riporto diretto di malta adesiva bicomponente a ritiro controllato a consistenza di stucco, costituita da inerti selezionati, cementi modificati, polimeri sintetici ed opportuni additivi, contenente microfibre in polipropilene, SIKAMONOTOP X2 oppure SIKAMONOTOP DYNAMIC. L’applicazione sarà  eseguita a dorso di cazzuola o spatola per spessori fino a 2 cm per mano curando di bagnare a rifiuto il sottofondo prima dell’applicazione.
    L’applicazione sarà  eseguita a spatola su sottofondo bagnato a rifiuto e successivamente finita con frattazzino di spugna. La superficie riparata e l’intera struttura andranno poi protette contro la carbonatazione mediante un´ apposita verniciatura.

Trattamento contro la corrosione dei ferri di armatura interni, che non sono ancora arrivati ad uno stato corrosivo tale da causare il distacco dello strato copriferro

In conformità alla Norma Europea EN 1504 – Principio 9 –  Metodo 9.1.

La protezione anticorrosiva delle barre d’armatura non trattate con SIKAMINIPACK ANTICORROSION, sarà assicurata dall’applicazione dell’inibitore di corrosione migrante SIKAFERROGARD 903 +, applicato in 2/3 mani a pennello o rullo su tutte le superfici in c.a. esposte all’azione degli agenti atmosferici.
Trattasi di vernice ad impregnazione incolore per strutture in c.a. a base di una miscela di ammino-alcoli organici ed inorganici ed inibitori di corrosione migranti, da applicare su sottofondo sano, compatto e libero da ogni impurità, in ragione di due-tre mani, con tempi di attesa tra le mani di circa 3-6 ore, per un consumo totale di almeno circa 400 gr/m2.

Verniciatura con piacevole effetto estetico e protezione contro la carbonatazione ed esposizione futura

In conformita’ alla Norma Europea EN 1504 – Principio 8 –  Metodo 8.3.

La protezione della struttura contro la carbonatazione verrà  assicurata dall’applicazione della speciale verniciatura elastica protettiva e decorativa, traspirante al passaggio del vapore, impermeabile all’acqua ed ai gas aggressivi atmosferici, a base di resina acrilica in dispersione acquosa, SIKAGARD 550W ELASTIC applicata in 2/3 mani a pennello o rullo, previa applicazione di apposito primer consolidante SIKAGARD 552 W AQUAPRIMER mediante rullo, pennello o spruzzo in 1 mano.

Trattamento del pavimento dei balconi nei punti lesionati da movimenti strutturali e/o di dilatazione

Per riparare ed evitare che si ricreino le crepe sul pavimento causate dai movimenti strutturali che potrebbero sempre svilupparsi per il fenomeno delle dilatazioni, si potrà procedere all’asportazione delle mattonelle rotte e sostituirle con altre integre incollandole con l’apposito adesivo elastico SIKABOND T8. In questo modo il movimento non si sfogherà in un punto causando la rottura della pavimentazione, ma per l’elasticità dell’adesivo, si ripartirà su un’area maggiore interessando anche più di una mattonella senza arrivare alla rottura delle stesse.

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“Dobbiamo intervenire su strutture in c.a. realizzate che si sono particolarmente deteriorate. Dobbiamo procedere tempestivamente alla loro ricostruzione in quanto ogni anno il loro deterioramento continua ad aumentare. In alcuni punti si sono staccati più di 5 cm e si vede l’armatura che si è arrugginita
Vorremmo fare un intervento che possa durare il più possibile e vorremmo che le riparazioni possano dare un miglioramento delle caratteristiche meccaniche, quindi vi chiediamo se potete proporci dei cicli di riparazione da applicare con prodotti appositi. Ringraziando distinti saluti.”
Imp. B.E. (BS).

La soluzione di ripristino e riparazione dovrà scegliere prodotti con caratteristiche meccaniche performanti con capacità di aver un modulo elastico più basso di quello del calcestruzzo e seguire le indicazioni della Norma Europea EN 1504-09. Si potranno utilizzare malte di ricostruzione con caratteristiche elevate come richiede la marchiatura CE scegliendo la Classe R4 oppure R3 in funzione delle prestazioni che riterrete più adatta alla struttura stessa. Riporto di malte apposite premiscelate pronte che sono adesive, ad alte capacità meccaniche (Classificazione CE R4), impermeabili e fibro-rinforzate.
Il ciclo da seguire è quello indicato dalla nuova Norma Europea EN 1504-9 – Principio 3 – Metodo 3.1 che è andata in vigore il 01 Gennaio 2009:

  • Procedere alla demolizione di ogni parte in distacco o non dotata di sufficiente resistenza e coerenza. Le armature in avanzato stato di degrado saranno scoperte rimuovendo completamente lo strato di calcestruzzo copriferro. Saranno rimosse anche le tracce di precedenti interventi di riparazione o riporti non perfettamente aderenti. Tali operazioni dovranno essere eseguite con mezzi manuali o comunque tali da non danneggiare lo strato di calcestruzzo sano sottostante evitando eccessive vibrazioni;
  • Effettuare una accurata pulizia mediante spazzolatura, o meglio sabbiatura, di tutte le superfici interessate dai successivi trattamenti, con completa rimozione di sostanze o depositi estranei, come ruggine, olio, grassi, pellicole superficiali sfarinanti. I ferri saranno ripuliti asportando completamente la ruggine e ricoperti a breve distanza con i successivi specifici trattamenti;
  • I ferri di armatura ripuliti saranno trattati mediante applicazione a pennello in due mani, a distanza di circa 3 ore l’una dall’altra, con una boiacca cementizia pennellabile a base di leganti idraulici, polveri silicee, inibitori di corrosione SIKA MINIPACK ANTICORROSION.
  • I riporti in spessore a ricostruzione del copriferro e di parti mancanti saranno realizzati mediante riporto diretto di malta adesiva monocomponente a ritiro controllato a consistenza di stucco, costituita da inerti selezionati, cementi modificati, polimeri sintetici (Net Bonding Polymer) ed opportuni additivi, contenente microfibre in polipropilene, SIKAMONOTOP DYNAMIC marcato CE classe R4 oppure SIKAMONOTOP X2 .
    L’applicazione sarà  eseguita a dorso di cazzuola o spatola curando di bagnare a rifiuto il sottofondo prima dell’applicazione.

Durabilità dell’intervento e trattamento protettivo con inibitore di corrosione migrante

EN 1504-9 | Principio 9 | Metodo 9.1

Per la durabilità dell’intervento, il ciclo di riparazione potrà essere completato con il trattamento di tutta la struttura curando così anche la parte di calcestruzzo integra e che non è stata soggetta a riparazione in quanto, in quei punti, i ferri di armatura interni non sono arrivati ad una stato di corrosione tale da causare il distacco dello strato copri ferro in conformità alla Norma Europea EN 1504 – Principio 9 –  Metodo 9.1.
La protezione anticorrosiva delle barre d’armatura non trattate con SIKAMINIPACK ANTICORROSION, sarà assicurata dall’applicazione dell’inibitore di corrosione migrante SIKAFERROGARD 903+, applicato in 2/3 mani a pennello o rullo su tutte le superfici in c.a. esposte all’azione degli agenti atmosferici. Trattasi di vernice ad impregnazione incolore per strutture in c.a. a base di una miscela di ammino-alcoli organici ed inorganici ed inibitori di corrosione migranti, da applicare su sottofondo sano, compatto e libero da ogni impurità, in ragione di due-tre mani, con tempi di attesa tra le mani di circa 3-6 ore, per un consumo totale di almeno circa 400 gr/m2.

Verniciatura con piacevole effetto estetico e protezione contro la carbonatazione ed esposizione futura

EN 1504 | Principio 8 | Metodo 8.3

La protezione della struttura contro la carbonatazione verrà  assicurata dall’applicazione della speciale verniciatura elastica protettiva e decorativa, traspirante al passaggio del vapore, impermeabile all’acqua ed ai gas aggressivi atmosferici, a base di resina acrilica in dispersione acquosa, SIKAGARD 550W ELASTIC applicata in 2/3 mani a pennello o rullo, previa applicazione di apposito primer consolidante SIKAGARD 552 W AQUAPRIMER mediante rullo, pennello o spruzzo in 1 mano.

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“Volevamo vedere come potremo creare una protezione dei calcestruzzi dei pilastri prefabbricati che dopo più di dieci anni cominciano a far intravedere l’armatura sottostante e in alcuni punti comincia ad affiorare il colore rossastro della ruggine. E’ un capannone prefabbricato realizzato nel 2001 e tale problema si evidenzia nei pilastri che sono nella facciata a Nord. E’ probabile che l’armatura abbia poco copriferro e il piccolo strato di cemento non è più in grado di fare una protezione valida.
Dobbiamo evitare che la situazione peggiori e quindi vorremmo fare una protezione con una rasatura di piccolo spessore che sia indicata per aderire perfettamente al calcestruzzo, senza rischi di distacchi, e sia effettivamente idonea a proteggere questi elementi in cemento armato più a lungo possibile.”

Studio Geom. F.G.  (MN)

Sono stati studiati prodotti appositi per essere applicati e sappiano aderire solidamente sul calcestruzzo.
Prima di procedere all’applicazione del rivestimento si potrà vedere di passivare i ferri interni che hanno già iniziato l’ossidazione si potrà applicare la tecnologia degli inibitori di corrosione migranti SIKA FERROGARD 903+ che applicati a pennello, rullo o spruzzo sulle superfici interessate saranno in grado di migrare all’interno della massa del cls. anche se compatta, arrivare ad abbracciare le armature con una protezione che blocca l’ossidazione in atto e realizza la protezione futura.
Quindi consigliamo di applicare lo strato protettivo con il SIKA MONOTOP 621 EVOLUTION che sarà steso a spatola per spessori che possono essere variabili da 1 a 5 mm. dopo aver fatto un lavaggio delle giacenze del trattamento precedente.
Ad ulteriore protezione si potrà fare un trattamento verniciante che con il suo colore possa migliorare l’aspetto estetico ma soprattutto sia protettivo nei confronti della struttura in calcestruzzo armato e sappia fare da barriera ai gas inquinanti presenti nell’atmosfera e protegga contro la carbonatazione, con la vernice traspirante SIKAGARD 680S oppure SIKAGARD 550W ELASTIC, ciclo indicato se le superfici fossero soggette a movimenti e/o dilatazioni.

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Impermeabilizzazioni (14)

“In un condominio anni ’60, tutti i balconi lamentano un degrado del frontalino con distacco dello strato copriferro e ci sono molti ferri dell’armatura in vista evidentemente arrugginiti.  A quei tempi non si faceva l‘impermeabilizzazione, anche se sembra che il calcestruzzo sia impermeabile, in quasi tutti balconi si è creata una crepa più o meno in mezzeria da dove ovviamente entra l’acqua e si trascina sino al plafone sottostante con fessurazione e distacco dell’intonaco.
Per meglio chiarire, in allegato le invio alcune fotografie.

Oltre a seguire le indicazioni che abbiamo visto che consigliate i cicli per la riparazione dei calcestruzzi seguendo la Norma Europea vigente, vogliamo applicare un’impermeabilizzazione valida, ma come impermeabilizzare il balcone curando anche la sigillatura del giunto che si è venuto a creare ?
Avere una soluzione per un trattamento superficiale senza demolire le vecchie piastrelle in gres ?”

Ing. F.V.(BS) 

Non stiamo a descrivere il ciclo di intervento per risanare il calcestruzzo deteriorato dei frontalini dei balconi che avete già visto in altre FAQ presenti nel nostro sito. Entriamo in merito all’impermeabilizzazione dei vecchi balconi senza dover fare la demolizione delle mattonelle in gres e del relativo sottofondo:

Si possono proporre diverse soluzioni sia con rasature cementizie flessibili e armate con tessuti in fibra di vetro che con prodotti elastomerici. Viste le fotografie che evidenziano giunti di movimento tali da fessurare decisamente le strutture, opteremmo per la soluzione più elastica applicando l’apposito prodotto SIKAFLOOR 400N ELASTIC previa stuccatura dei giunti evidenti con il sigillante ad elasticità permanente SIKAFLEX 11FC+.
Il SIKAFLOOR 400N ELASTIC è un rivestimento elastico e idoneo al calpestio e all’esposizione ai raggi UV che, oltre a risolvere il problema impermeabilizzazione,  può dare un piacevole effetto estetico.

Visto che c’è lo spazio per farci stare una nuova piastrella, nel caso si desiderasse avere una nuova pavimentazione si potrà adottare il sistema con SIKABOND T8 che realizza lo stato impermeabile ed è l’idoneo collante elastico per la nuova pavimentazione.

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“Abbiamo sentito parlare  di impermeabilizzazione struttura “vasca bianca” e siamo interessati a questa tecnologia in quanto potremmo evitare i tradizionali sistemi con manti impermeabili o bentonitici con i quali abbiamo avuto anche esperienze negative.
Sapete darci informazioni più approfondite e descriverci una soluzione valida e definitiva che risolva il problema?”

Immobiliare A. – Brescia

[hr+]E’ un problema annoso e la Sika ha una soluzione semplice e definitiva già applicata da anni con successo da molti progettisti.
C’è da precisare che tutti i sistemi impermeabili superficiali come guaine, fogli bentonitici, rasature, prodotti a pennello, ecc., pur facendo il loro dovere realizzano una barriera impermeabile sottile in corteccia che è esposta a possibili lesioni per interventi che, anche per ignoranza e anche dopo anni, possono essere bucate, lesionate o perdere le caratteristiche originali e rendere inutile il sistema impermeabile corticale.
La soluzione Sika affronta il problema alla base con la realizzazione del calcestruzzo impermeabile in tutto il suo spessore, in modo che l’acqua e l’umidità non siano in grado di penetrare nella struttura.
La tecnologia detta in “vasca bianca” con calcestruzzi impermeabili ha raggiunto alti livelli e si possono realizzare strutture impermeabili all’acqua di falda tale che ora si possono costruire strutture a tenuta nell’acqua permanente senza difetti di infiltrazioni né di umidità con la lunga durabilità del calcestruzzo.
Così potremo eliminare i tradizionali sistemi impermeabili corticali che non avranno più ragione di esistere essendo già la “scatola” in cls. sufficientemente impermeabile.

Esecuzione del getto del calcestruzzo impermeabile in acqua

Sarà importante realizzare un calcestruzzo tale da essere lui l’impermeabilizzazione. Si potranno utilizzare i getti che sono stati studiati nelle strutture in “vasca bianca”. Il calcestruzzo dovrà essere confezionato assicurando un corretto assortimento granulometrico, proporzionando la miscela di aggregati secondo quanto indicato dalla teoria di Fuller o Bolomey. Il materiale lapideo, privo di impurità organiche, limi od argille, dovrà essere rispondente alle prescrizioni della norma UNI 8520 “Aggregati per la confezione di calcestruzzi” e della UNI 9858 “Prestazioni, produzioni, posa in opera e criteri di conformità “.
Il contenuto di cemento, oltre che a garantire il raggiungimento della classe di resistenza caratteristica di progetto (Rck), dovrà essere tale da assicurare la coesione dell´impasto cementizio, in funzione della consistenza necessaria per una corretta messa in opera e il dosaggio minimo di cemento dovrà essere non inferiore a kg. 350-400 al mc. con un basso rapporto acqua/cemento inferiore a 0,50 per migliorare le caratteristiche prestazionali del conglomerato cementizio quali impermeabilità , durabilità , resistenze meccaniche e stabilità volumetrica con l’utilizzo del SIKA WT 101 L oppure SIKA WT 200 P basato sulla tecnologia di cristallizzazione autoindotta con formazione e sviluppo di strutture cristalline non solubili all’interno dei pori capillari realizzando così una barriera a tenuta impermeabile anche in eventuali microfessurazioni accidentali.

Realizzazione della struttura impermeabile in calcestruzzo

La struttura si potrà considerare a tenuta nel momento che si saranno curati tutti i particolari di interruzione di massa del calcestruzzo stesso. Oltre alla cura esecutiva della posa del calcestruzzo sarà essenziale realizzare correttamente:

  • i giunti di dilatazione (eventuali);
  • i giunti di ripresa tra platea e muri in elevazione;
  • i giunti di ripresa nei muri se ci fossero interruzioni;
  • la stuccatura a tenuta impermeabile dei fori dei distanziatori e di elementi passanti

E’ stato ben approfondito il tema in occasione del Seminario Tecnico con l’Ordine Ingegneri Brescia che si è svolto il 10.10.2015

Scarica la Relazione

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“In una ristrutturazione abbiamo appena realizzato il rifacimento di tre balconi per una superficie totale di circa mq 20. Se è applicato un trattamento impermeabile di un prodotto cementizio impermeabile a pennello (molto noto) sul quale abbiamo incollato la nuova pavimentazione. Non vorremmo demolire nuovamente per rifare tutto ma abbiamo sentito che avete una soluzione impermeabile trasparente che possiamo stendere sulle nuove piastrelle in grès porcellanato. Mi potete fare una proposta di intervento con i prodotti adeguati?
Grazie per la risposta.”

Imp. Edile C. (BS)

La soluzione che fa al caso vostro è la stesura della guaina liquida trasparente SIKALASTIC 490 T che è una membrana poliuretanica monocomponente, trasparente, lucida, igroindurente, elastica ad elevata resistenza per impermeabilizzazione duratura. Grazie all’innovativa tecnologia di tale rivestimento, esso è stabile ai raggi UV, agli agenti atmosferici, resistente agli alcali, rimanendo elastico e trasparente perfino dopo l’invecchiamento.

L’intervento avrà la seguente procedura:

  • Le superfici vetrose come le vostre piastrelle vetrificate, ceramiche lucide o smaltate in genere devono essere primerizzate con SIKAPRIMER 490 T che dove essere applicato imbevendo un panno asciutto pulito e sfregando l’intera superficie.
  • Ad avvenuto indurimento del SIKAPRIMER 490 T (1 – 2 ore dall’applicazione), applicare SIKALASTIC 490 T tramite rullo o pennello fino a ricoprire l’intera superficie.  Raccomandiamo di usare un rullo a pelo corto resistente ai solventi per impedire la formazione di bolle d’aria.
  • Un secondo strato dovrebbe essere applicato dopo 12 ore, ma non più tardi di 18 ore di attesa. Lo spessore di ogni strato non dovrebbe superare il millimetro (pellicola asciutta). Un terzo strato può essere applicato per consentire una migliore impermeabilizzazione ed una migliore resistenza al traffico pedonale.

Il SIKALASTIC 490 T bagnato può essere molto scivoloso. Per diminuire la scivolosità occorrerebbe un idoneo trattamento antisdrucciolo. E’ ad esempio possibile spargere sabbia quarzosa essiccata in forno sul rivestimento fresco in modo da ottenere una superficie anti-sdrucciolo.

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“In un fabbricato che abbiamo realizzato da due anni abbiamo una contestazione alla quale vorremmo rimediare al più presto. Sui terrazzi in c.a. abbiamo realizzato la tradizionale impermeabilizzazione con guaina armata poliestere da 4 mm. sulla quale è stata fatta una caldana di circa 4 cm. sulla quale è stato posata la pavimentazione in ceramica antigeliva.
Ora, sull’intonaco di rivestimento del frontalino del balcone, si nota una fessura capillare proprio all’altezza della guaina che separa la struttura dalla caldana e il alcuni di questi punti escono delle percolazioni biancastre che formano baffi e stalattiti biancastre che non sono accettabili. Per rimediare come possiamo intervenire ora e nei lavori futuri?”

Geom. Z.G. (BS)

L’acqua meteorica che cade sui terrazzi permea tra le mattonelle, attraversa la caldana cementizia e trovato lo strato impermeabile va a sfogare dove può portando con se le tracce di calcare che ha raccolto per strada. Ecco che gocciando forma questi poco graditi depositi.
Per evitare questo problema consigliamo di rivedere il pacchetto di copertura posando subito il massetto di pendenza di 4 cm. direttamente sulla struttura in c.a. e poi realizzare lo strato impermeabile con il rivestimento SIKALASTIC 1K malta fibrorinforzata a bassissimo modulo elastico adatta a rivestire supporti soggetti a movimenti e dilatazioni. Su questo strato si potrà posare direttamente a colla per esterni (tipo SIKACERAM 255 STARFLEX LD) la pavimentazione ceramica antigeliva.
In questo modo l’acqua meteorica sarà bloccata subito e percolerà in superficie senza caricarsi di calcare e sporcare le superfici di contatto.
Questo sistema evita anche che si formi una fessura, certamente poco piacevole, per il distacco della caldana dalla struttura del balcone in c.a. in quanto non c’è più un elemento che le separi come la guaina bituminosa.
Nel vostro caso attuale si potrà posare sulla vecchia pavimentazione, senza demolirla e asportarla, l’impermeabilizzazione SIKALASTIC 1K e rimetterne una nuova normalmente incollata con SIKACERAM 255 STARFLEX LD.
In alternativa si potrà utilizzare anche il sistema con SIKABOND T8 che oltre a fare il manto impermeabile è già l’adesivo per la nuova pavimentazione.

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“Ora che realizziamo l’impermeabilizzazione di balconi, un tempo non lo facevamo, dobbiamo affrontare dei nuovi problemi: l’acqua che filtra tra le mattonelle e nelle caldane sottostanti, scorre sullo strato impermeabile si carica di calcare e sfoga perifericamente rigando in modo antiestetico i frontalini. Che soluzione ci potete consigliare visto che non vorremmo mettere raccogli-goccia, scuretti o altri elementi complicati in facciata?

Grazie Arch. A.B. – (BS)”

Una nuova filosofia progettuale mira a spostare lo strato impermeabile di balconi e terrazze più superficialmente possibile. In tal modo si evita che l’acqua penetri e inumidisca il sottofondo delle pendenze con possibili problemi di degrado per il gelo e per evitare la percolazione di sali calcarei disciolti dall’acqua che scorre sullo strato impermeabile e sfoga sul perimetro a seconda delle pendenze.

Con la nuova scelta progettuale, solo dopo aver realizzato le pendenze si applica lo strato impermeabile con la stesura della guaina liquida spatolabile SIKABOND T8, prodotto adesivo che forma uno strato omogeneo elastico, applicato in continuità su tutta la superficie, risvoltato negli scarichi e sui muri perimetrali.
Sullo strato impermeabile si incolla direttamente la pavimentazione, senza bisogno di mettere massetti cementizi, scegliendo tra due soluzioni:

  1. si potrà applicare lo stesso prodotto già utilizzato SIKABOND T8, che oltre a strato impermeabile è un ottimo adesivo elastico per il gres e la ceramica.
  2. si potrà stendere un seconda rasatura di SIKABOND T8 sulla quale, ancora fresca, si sparge sabbia fine a rifiuto, che viene inglobata nella guaina liquida a formare una superficie ad aderenza migliorata per l’incollaggio della pavimentazione con il tradizionale collante per esterni SIKACERAM 255 STARFLEX LD poi stuccato nelle fughe con SIKACERAM CLEANGROUT.

Questo argomento è stato presentato ed approfondito in occasione del Seminario Tecnico con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia del quale potete scaricare la documentazione tecnica che è stata illustrata ed approfondita.

Relazione al Seminario Tecnico Ordine Ingegneri Brescia 10.10.2015

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“Buon giorno, abito a Brescia e sono il titolare di una piccola impresa edile, avrei da sottoporvi una richiesta: un mio cliente ha un piccolo laghetto, è una gettata di cemento totalmente stondata (priva di angoli vivi) che col tempo si è fessurata e ha delle perdite, Il cliente vorrebbe impermeabilizzare lo stagno e se possibile anche con prodotti colorati, voi potreste indicarmi se avete qualcosa per soddisfare la richiesta? Grazie.”

Imp. A.A. Brescia

Per realizzare lo strato di impermeabilizzazione del laghetto del suo cliente innanzi tutto si dovrà esaminare con un progettista che la struttura in cemento armato sia adeguata ai carichi e sollecitazioni alla quale è sottoposta. Si dovrà controllare se le fessure che si sono manifestate sono dovute ad assestamenti definitivi o se potrebbero ancora muoversi. Se dovessero essere dovute a movimenti che potranno ripercuotersi in futuro, come potrebbe essere probabile, si dovrà procedere alla tenuta idraulica con appositi profili elastici SIKADUR COMBIFLEX SG. Consiste in una bandella elastica in nastro sigillante flessibile in FPO che  viene incollata a cavallo del giunto con l’apposito stucco epossidico SIKADUR 31 CF. La parte centrale sarà in grado di adattarsi ai movimenti senza fessurarsi mantenendo la tenuta idraulica del laghetto.
L’impermeabilizzazione generalizzata si potrà realizzare con l’applicazione della rasatura SIKATOP SEAL 107 data a due mani con interposta l’apposita armatura in fibra di vetro . Si ottiene un rivestimento impermeabile, flessibile con un effetto sabbia data la grana fine del suo inerte. Il SIKATOP SEAL 107 è bianco e con l’acqua assume un delicato color azzurro delicato ma può essere facilmente colorato con altre tonalità con i tradizionali ossidi per impasti cementizi che si trovano normalmente nei colorifici professionali.
Questa tipologia di lavori specialistici potranno essere realizzati in opera da Ditte esperte di settore che, se vorrete, potremo consultare per un preventivo del lavoro in opera.

Alcune realizzazioni:

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Sulle pendici dei nostri monti dobbiamo progettare due vasche in cemento armato per serbatoi di raccolta acqua che oltre ad essere totalmente impermeabili dovranno essere idonei al contatti all’acqua potabile (i prodotti usati devono essere con certificazione). Avete delle soluzioni da proporci?”

Studio M. – Darfo Boario Terme (BS)

Per realizzare una struttura impermeabile è necessario adottare una serie di accorgimenti relativi sia alla ottimizzazione degli impasti del calcestruzzo sia alla progettazione ed esecuzione degli eventuali giunti. Dovrà essere posta particolare cura alla chiusura di qualsiasi punto di possibile passaggio d´acqua inserendo nei giunti di ripresa i profili idroespansivi water stop e chiudendo i buchi lasciati dai distanziatori.

Esecuzione della struttura in calcestruzzo impermeabile

Il calcestruzzo dovrà essere confezionato assicurando un corretto assortimento granulometrico, proporzionando la miscela di aggregati secondo quanto indicato dalla teoria di Fuller o Bolomey.
Il materiale lapideo, privo di impurità organiche, limi od argille, dovrà essere rispondente alle prescrizioni della norma UNI 8520 “Aggregati per la confezione di calcestruzzi” e della UNI 9858 “Prestazioni, produzioni, posa in opera e criteri di conformità “.
Il contenuto di cemento, oltre che a garantire il raggiungimento della classe di resistenza caratteristica di progetto (Rck), dovrà essere tale da assicurare la coesione dell´impasto cementizio, in funzione della consistenza necessaria per una corretta messa in opera e il dosaggio minimo di cemento dovrà essere non inferiore a kg. 350-400 al mc. con un basso rapporto acqua/cemento inferiore a 0,50 per migliorare le caratteristiche prestazionali del conglomerato cementizio quali impermeabilità , durabilità , resistenze meccaniche e stabilità volumetrica con l’utilizzo del SIKA WT 101 L oppure SIKA WT 200 P basato sulla tecnologia di cristallizzazione autoindotta con formazione e sviluppo di strutture cristalline non solubili all’interno dei pori capillari realizzando così una barriera a tenuta impermeabile anche in eventuali microfessurazioni accidentali.

Esecuzione e sigillatura dei giunti di ripresa

In corrispondenza alle riprese di getto tra platea e muri in elevazione e nei punti di interruzione dei getti verticali si dovrà posizionare nella mezzeria l’apposito profilo idroespansivo water-stop SIKASWELL P 2507 (profilo preformato) oppure SIKASWELL S2 (profilo water stop estrudibile) che andrà a creare una sigillatura a tenuta nei punti dove è interrotta la monoliticità del calcestruzzo impermeabile.

Stuccatura dei fori passanti creati dai distanziatori delle casseforme

Dopo aver tagliato e asportato dal filo della suparficie interna dei muri delle vasche i distanziatori, si procederà alla stuccatura dei fori con l’apposita malta premiscelata adesiva, impermeabile SIKA MONOTOP X2.

Rivestimento impermeabile idoneo al contatto con acqua potabile

Per permettere il contenimento dell’acqua potabile, si dovrà procedere all’applicazione del rivestimento continuo certificato per il contatto acqua potabile SIKALASTIC 1K che oltre ad essere impermeabile potrà stuccare eventuali irregolarità del sottofondo in calcestruzzo. Oltre a rivestire pareti e fondo sarà importante applicarlo anche a plafone cove si può condensare l’umidità e ricadere nel serbatoio.

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Dobbiamo intervenire su dei vecchi canali di gronda e di compluvio tra i capannoni in lamiera che, con il tempo, cominciano ad avere perdite. Alcune giunture si sono aperte e in altri punti la corrosione è arrivata ad aprire alcuni piccoli forellini dove l’acqua meteorica si infiltra e goccia nei locali sottostanti. Per ora intendiamo evitare di sostituire questa lattoneria in quanto l’intervento sarebbe troppo oneroso e complicato anche perché le lavorazioni sottostanti ora non possono avere interruzioni per presenza di ponteggi e altri intralci.
Avete delle soluzioni che siano in grado di riparare da sopra queste lamiere che si sono aperte e hanno cominciato degradarsi sostanzialmente ?”

Ufficio Manutenzioni Ditta C. (BS)

Per l’impermeabilizzare di una gronda, esistono prodotti elastomerici in grado di aderire al metallo e creare un nuovo strato in modo da ripristinare la tenuta impermeabile delle lattonerie.
Preventivamente si dovrà fare un’accurata preparazione del sottofondo. Tutta la polvere ed il materiale in distacco dovranno essere completamente rimossi dalle superfici prima dell’applicazione del prodotto, preferibilmente tramite spazzolatura o aspirazione.

La soluzione prevede due tipologie di intervento:

  1. Sigillatura dei giunti di collegamento tra le lamiere
    Le giunture che si sono aperte saranno stuccate con l’applicazione del sigillante poliuretanico SIKABOND AT METAL per ripristinare la continuità con una guarnizione elastica idonea ai movimenti dilatatori e alle vibrazioni sottostanti dei carri ponte. Prima dell’applicazione del sigillante si dovrà stendere sui bordi il SIKAPRIMER 3N.
  2. Nuovo manto impermeabile continuo
    Tutte le superfici dovranno essere pulite e trattate con l’apposito primer SIKALASTIC PRIMER 1.
    Stendere una mano di SIKALASTIC 445, una membrana liquida poliuretanica monocomponente, a base solvente igroindurente, molto elastica, per rivestimenti e coperture ed elementi in lamiera zincata. In caso di superfici verticali e inclinate di aggiungere da 1,5 a 2% in peso di STELLMITTEL T al SIKALASTIC 445, addensante che aumenta la tixotropia del prodotto verniciato.
    Nei punti particolarmente degradati dove la lamiera si è già forata si potrà prevedere un rivestimento più consistente realizzando il seguente ciclo:
    Applicare una sufficiente quantità di SIKALASTIC 445 a rullo o a pennello annegando accuratamente l’apposito tessuto SIKA REEMAT PREMIUM. Passare il rullo sulla SIKA REEMAT PREMIUM avendo cura di non formare bolle o pieghe ed applicare il successivo strato di SIKALASTIC 445 fino a raggiungere lo spessore richiesto per la pellicola. Sovrapporre la SIKA REEMAT PREMIUM per almeno 5 cm.

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Abbiamo un lucernario posto a plafone in uno scantinato realizzato con le mattonelle in vetrocemento. C’è stato un leggero assestamento di piccolissima entità ma che ha fessurato la malta di sigillatura e una fila di elementi in vetro. Abbiamo visto che proponete un manto trasparente impermeabilizzante che può essere applicato su cemento e su vetro, può fare al caso nostro? Che procedure dobbiamo adottare? Sarà in grado di sopportare eventuali futuri movimenti strutturali per nuovi assestamenti senza riaprire la fessura?
In attesa delle vs. risposta ringraziamo.”

Studio Tecnico Associato P. (BS)

Come avete rilevato, finalmente, i laboratori di Ricerca & Sviluppo Sika hanno formulato una membrana poliuretanica totalmente nuova. Disponiamo così di una soluzione impermeabilizzante, elastica e trasparente che è ideale per risolvere il vostro problema.
La superficie di elementi in vetro, che non ha più la tenuta all’acqua per le lesioni e fessurazioni, potrà essere rivestita con un nuovo strato impermeabile che è trasparente idoneo al calpestio e all’esposizione ai raggi UV.
La procedura è la seguente:

  • applicare sulla superficie di vetro l’apposito promotore di adesione SIKAPRIMER 490 T dato con uno straccio inumidito dal prodotto;
  • Ad avvenuto indurimento del SIKAPRIMER 490 T (1 – 2 ore dall’applicazione), applicare SIKALASTIC 490 T tramite rullo o pennello fino a ricoprire l’intera superficie. Raccomandiamo di usare un rullo a pelo corto resistente ai solventi per impedire la formazione di bolle d’aria. Un secondo strato dovrebbe essere applicato dopo 12 ore, ma non più tardi di 18 ore di attesa. Lo spessore di ogni strato non dovrebbe superare il millimetro (pellicola asciutta). Un terzo strato può essere applicato per consentire una migliore impermeabilizzazione ed una migliore resistenza al traffico pedonale. Il SIKALASTIC 490 T completamente indurito può sempre essere ricoperto ulteriormente con sé stesso: rimuovere tutto lo sporco ed evitare ogni contaminazione e pulire completamente ad esempio con Diluente C. Il SIKALASTIC 490 T bagnato può essere molto scivoloso. Per diminuire la scivolosità occorrerebbe un idoneo trattamento antisdrucciolo. E’ ad esempio possibile spargere sabbia quarzosa essiccata in forno sul rivestimento fresco.Essendo una membrana che forma una strato elastico e trasparente in superficie sarà in grado di sopportare eventuali piccoli movimenti futuri senza fessurarsi.
    Con questa tecnologia si sono superate le soluzioni impermeabilizzati impregnanti che erano valide solo su supporti chiusi e senza fessure.

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Buongiorno, devo far rifare la pavimentazione vecchia e rovinata di un balcone. Non c’è lo spazio per applicare sopra un’altra pavimentazione, ci sono solo 3 cm., quindi bisogna asportare i marmi perimetrali, il sottofondo e di conseguenza verrà lesionata la vecchia impermeabilizzazione che dovremo rifare. Può consigliarmi quali materiali utilizzare in quanto avrei dubbi su come realizzare la nuova impermeabilizzazione. Abbiamo visto che avete anche altre soluzioni che permettono l’intervento senza dover demolire la pavimentazione e il sottofondo delle caldane in calcestruzzo evitando i costi di smaltimento macerie. Grazie”

Geom. P.M. (BS)

La ringraziamo per averci interpellato e le comunichiamo che nell’eseguire un’impermeabilizzazione è assai importante la continuità del sistema quindi oltre all’asportazione del pavimento è corretto curare i risvolti sui muri perimetrali e negli eventuali scarichi pluviali. Come ha già notato, per evitare problemi e complicazioni, si potrà scegliere di non demolire la vecchia pavimentazione e suo sottofondo, per poi ricostruirlo con la posa di un nuovo sottofondo e nuova pavimentazione, ma applicare lo strato impermeabile sulla vecchia piastrella con la malta adesiva che lei stessa è idonea all’incollaggio diretto del nuovo pavimento in piastrelle: SIKALASTIC 1K.
NOVITA’ TECNOLOGICHE: Le facciamo presente che ci sono anche altre nuove soluzioni che evitano tutte le operazioni sopra descritte, evitando la demolizione e asportazione delle vecchie pavimentazioni, applicando direttamente sulla vecchia mattonella e marmi un nuovo pavimento che sarà vincolato al vecchio con prodotti a base di resine che incollano e realizzano lo strato impermeabile continuo (SIKABOND T8).
Ci sono anche soluzioni che possono rivestire completamente la vecchia pavimentazione con uno stato colorato e impermeabile idoneo al calpestio e all’esposizione ai raggi UV (SIKAFLOOR 400 ELASTIC+). Anche questo sistema evita tutti i lavori di demolizione e asportazione del vecchio pavimento e sottofondo e in questo caso si risparmia anche il costo di una nuova pavimentazione.
In allegato inviamo le schede tecniche dei prodotti citati dalla quali potrete rilevare le caratteristiche e modalità di applicazione.

Questo tema è stato approfondito in occasione del Seminario Tecnico Ordine Ingegneri Brescia 10.10.2015

Relazione al Seminario Tecnico degli Ingegneri

Prodotti Consigliati:

 

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“La mia domanda è: Lo scantinato di un fabbricato realizzato negli anni ’70 con una struttura in c.a. lamenta ripetute infiltrazioni di acqua. Il piano di calpestio dello scantinato è posto a circa 3 metri sotto il piano campagna. La natura dei terreni è prevalentemente sabbiosa e il livello piezometrico della falda acquifera oscilla tra -1,50 e -1,20 metri dal piano di campagna. Le infiltrazioni, spesso cospicue, si verificano solo in concomitanza di eventi piovosi intensi che determinano un innalzamento del livello della falda (a 1,20 m dal p.c.). Esternamente l’area attigua all’edificio è pavimentata e il fabbricato presenta un’impermeabilizzazione dei muri perimetrali costituita da una guaina di catrame posta tra il muro interno in c.a. e l’intonaco. La fondazione dell’edificio è costituita da una platea. Chiedevo quale era la migliore soluzione per risanare l’edificio.”

Ing. A.P. – Mantova

Dovendo lavorare esclusivamente dall’interno, la soluzione idonea è l’applicazione diretta sulla struttura in c.a. di un rivestimento impermeabile eseguito con apposite malte cementizie adittivate che, affrancate monoliticamente al supporto, sapranno tappare le infiltrazioni, anche se in pressione negativa come nel suo caso.
Questi rivestimenti di corteccia interna, totalmente impermeabili, saranno in grado di evitare all’acqua di entrare nello scantinato in quanto verranno a far parte sostanziale della struttura portante in c.a. esistente e l’acqua resterà all’esterno del rivestimento continuando a bagnare la struttura che non soffrirà né si degraderà essendo totalmente in cls.

Le fasi di lavoro saranno le seguenti:

  1. Asportazione totale di intercapedini, intonaci e rivestimenti in modo da raggiungere la struttura in c.a. perimetrale che sarà opportunamente piccozzata in modo da avere certamente un sottofondo sano e con il calcestruzzo pulito, sano e scabro idoneo ad un aggrappo monolitico.
  2. Applicazione del sistema impermeabile detto “INTONACO ALLA SIKA” che consiste in più strati di malta cementizia additivata con SIKA 1. Se si è costretti ad intervenire con la presenza di venute d’acqua in pressione, si dovrà adottare il sistema di scarico pressione con drenaggi e l’impiego di additivi a presa più rapida che permettono di lavorare anche in queste condizioni più complesse.

Come alternativa avanzata, anziché impastare una malta cementizia tradizionale con SIKA 1, si potrà utilizzare la nuova malta premiscelata impermeabile SIKA MONOTOP 627.
Questo sistema dovrà essere applicato su tutte le superfici interne della struttura in c.a. dello scantinato, sia sulle pareti che sul pavimento, in modo che si venga a formare una vasca senza soluzione di continuità. Si dovrà evitare che l’acqua, non essendo più in grado di passare dove c’erano le vecchie infiltrazioni, possa trovare altre vie di passaggio. Se sfortunatamente non si potesse fare l’impermeabilizzazione continua e completa, si potrà eseguire il rivestimento impermeabile localizzato solo sulle pareti interessate ma si dovrà prevedere di captare l’acqua dove l’impermeabilizzazione finisce, prima che entri nel locale, con dei sistemi di drenaggio, canalette e pozzetti di raccolta, rinvio e scarico esterno.
Nel caso di impermeabilizzazione completa, si dovrà altresì controllare che la struttura portante della soletta di fondo, che fa da pavimento, sia idonea a sopportare il carico negativo della falda che innalzandosi aumenterà il carico idrostatico di spinta ( kg. 1000 per ogni mt. di acqua ).
Questa tipologia di lavori potrà essere eseguita in opera da maestranza specializzata con garanzia.

Prodotti Citati:

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Casari Edilservice
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“Già in diversi cantieri che abbiamo recentamente costruito abbiamo contestazioni sull’umidità che scrosta le vernici e degrada le malte di rivestimento esterno. Vorremmo adottare una soluzione per evitare definitivamente questo problema che ci crea antipatiche discussioni con i neo-proprietari. Voi avete una soluzione afidabile e durabile?”

Imp. S.G. – Brescia

Le malte che sono abitualmente applicate dalle squadre di intonacatori non sono normalmente adeguate a contrastare l’affluenza di umidità sia capillare che diretta. La soluzione che risolve definitivamente questo problema consiste di applicare sulla zona di contatto con la terra, sabbia o pavimentazione, l’apposita malta impermeabile SIKA MONOTOP 627, facendola salire almeno cm.30-40 sopra il livello esterno in modo da creare uno strato non assorbente che non lasci permeare nè acqua né umidità, né il rimbalzo dell’acqua meteorica costringendola a restare fuori senza creare danni agli intonaci e alle verniciature. Questo intonaco impermeabile farà da ponte impermeabile tra il calcestruzzo impermeabile dello scantinato sottostante o con lo stato impermeabile di contatto con il terreno e il tamponamento in laterizio del primo piano fuori terra. E’ una soluzione sicura e durabile nel tempo.

Prodotto Citato

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Casari Edilservice
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“Dobbiamo realizzare un fabbricato con uno scantinato per autorimesse e cantine dove avremo il livello massimo della falda che potrà salire più di un metro dal filo delle pavimentazione. Abbiamo visto che avete una vasta esperienza per la realizzazione di impermeabilizzazioni di strutture interrate che si vengono a trovare immerse nella falda. Volevamo esaminare quale soluzione potrebbe darci la migliore garanzia e durabilità.”

Studio Ing. L.C. (BS)

L’intervenire in sede di progettazione è basilare in modo che si possano fare delle scelte per realizzare una struttura a tenuta impermeabile:

Sistema di impermeabilizzazione integrato tipo “vasca bianca”

Sistema di impermeabilizzazione che è integrato nella struttura in calcestruzzo con il concetto di “vasca bianca”. Le infiltrazioni d’acqua sono fermate dalla struttura stessa e non possono penetrare dalla fondazioni. I prodotti tipici sono rappresentati da additivi impermeabilizzanti per calcestruzzo SIKA WT 101 L e SIKA WT 200 P, abbinati ad adeguati sistemi di tenuta dei giunti di collegamento, SIKA SWELL costruttivi (riprese di getto) e SIKA PROFILATI PVC di movimenti (dilatazione). Con questa tecnologia si sono realizzati numerosi cantieri da moltissimi anni che sono a tuttoggi ancora a perfetta tenuta.

Creare un calcestruzzo impermeabile

Ovvero incrementare la qualità impermeabile del calcestruzzo… Come? Riducendo il volume e la continuità dei pori capillari;
Introducendo additivi o aggiunte specifiche per bloccare/ridurre la capacità di passaggio dell’acqua all’interno dei pori capillari;

  • SIKA WT 101 L è un additivo dall’effetto idrofobico per bloccare il passaggio nei fori capillari. Sviluppa barriere polimeriche all’interno dei pori durante il processo di idratazione. Elevate prestazioni quando l’acqua non è permanente (per brevi periodi, non in pressione, umidità).
  • SIKA WT 200 P è un additivo basato sulla tecnologia della cristallizzazione autoindotta. Forma e sviluppa strutture cristalline non solubili all’interno dei fori capillari bloccando i pori. Elevate prestazioni con manufatti esposti ad acqua consistente (presenza di acqua di falda, acqua in pressione, ecc.)

Per approfondire questa tematica Sika ha approntato un’apposita brochure che potremo fornirvi in formato cartaceo o al link :
Relazione al Seminario Tecnico Ordine Ingegneri Brescia 10.10.2015

Prodotti Citati:

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Casari Edilservice
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“Stiamo progettando un depuratore liquami di un allevamento bovino che con il biogas deve produrre energia. Vorrei sapere quali tecnologie potete consigliarci per rispettare le caratteristiche di impermeabilità sia ai liquami che ai gas e di resistenza chimica, che deve avere una vasca in calcestruzzo per liquami che funga da digestore in un impianto di produzione biogas presso una az. agricola.

Studio M.F. (BS)

Realizzazione della struttura in cemento armato impermeabile a migliorata resistenza chimica

Nel progettare la realizzazione della struttura delle vasche si potrà prevedere di produrre già un calcestruzzo di ottima qualità e basso rapporto acqua/cemento classe di esposizione XA3 (Ambiente chimicamente fortemente aggressivo secondo il prospetto 2 della UNI-EN 206-1) con caratteristiche impermeabili e di migliorata capacità di resistenza chimica con l’aggiunta della componente a base di microsilica SIKACRETE AR. Per la realizzazione della struttura importante, sarà anche curare le riprese di getto con l’inserimento dei profilati idroespansivi waterstop SIKA SWELL e tappare i buchi lasciati dai distanziatori con appositi tappi ideo-espansivi o con stuccatura con malte epossidiche impermeabili.

Rivestimento chimico-resistente e impermeabile ai liquidi e gas in pressione

Per la protezione chimica e la tenuta ai liquidi e ai gas in pressione, la soluzione Sika è di rivestire la superficie della vasca: pareti, pavimento e plafone, con il rivestimento chimico-resistente che sia a tenuta non solo ai liquidi ma anche ai gas applicando l’apposita resina epossi-catrame SIKA POXITAR F oppure il rivestimento epossidico SIKAGARD 63N. Nel caso di sottotensioni di umidità si dovrà rasare preventivamente con la malta epossi-cemento SIKAGARD 720 EPOCEM.
In allegato inviamo i link alle schede tecniche dei prodotti previsti dalle quale potrete rilevare le caratteristiche e modalità di applicazione.

L’intervento di impermeabilizzazione potrà essere realizzato da Ditta specializzata in questa tipologia di interventi alla quale potremo chiedere un’offerta del lavoro realizzato in opera comprensivo di prodotti e posa.

Prodotti Citati:

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Canne fumarie (2)

“Ci hanno riferito che ci sono norme precise per adottare nel ns. progetti le canne di ventilazione delle cappe cucine. Ultimamente ci hanno consigliato di utilizzare canne singole in PVC che sono le più semplici nella posa. Che regola si vede seguire e che tipo di canna possiamo prescrivere? Quali sono le norme in vigore?”

Studio Tecnico M.A. (MN)

E’ in vigore la NORMA UNI CIG 7129 – Parte 3^ – Edizione 2008. Non entra in merito ai materiali da utilizzare ma precisa che il condotto di ventilazione abbia caratteristiche di:

  • Resistenza alla temperatura (T80);
  • Resistenza all’umidità dei vapori di cottura (W);
  • Tenuta ai Gas (Classe N1);
  • Idoneità a sopportare le sollecitazioni meccaniche

Non potranno più essere utilizzati sistemi ce non rispettino le caratteristiche sopra elencate. Non si potranno più impiegare i condotti in:

  • Cemento vibrocompresso che non hanno una sufficiente tenuta ai Gas (classe N1);
  • PVC normale che non resiste alla temperature (T80) e non sopporta sollecitazioni meccaniche;
  • Cotto che non resiste all’umidità dei vapori di cottura;

La SCHIEDEL SpA propone i Condotti KAPPA 120 per cappe cucina e ventilazione. E’ il Sistema camino, canale da fumo, condotto per intubamento e per esalazione dei vapori di cottura in elementi modulari marcato CE, sia rigido sia flessibile a parete semplice in polipropilene KAPPA 120 a prova di condensa acida con aggiunta di ritardante di fiamma (S). Adatto al trasporto di gas e fluidi fortemente aggressivi a temperature fino a 120°C massimo. Giunzione degli elementi rigidi mediante classico innesto maschio/femmina oppure mediante aggancio rapido di tipo ‘baionetta’ solo per gli elementi flessibili non richiedendo manicotti di giunzione per il collegamento con parti rigide o flessibili. Realizzato con materiale leggero e riciclabile.
I condotti di esalazione per le cappe cucina KAPPA 120 sono state realizzate per garantire il pieno rispetto di quanto previsto dalle NORME UNI CIG 7129 – Parte 3^ – Edizione 2008.

Prodotto Consigliato:

  • kappa 120

    Kappa 120

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Guida Materiali Edili
Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
Guida Materiali Edili

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“In una serie di case a schiera che stiamo progettando, le caldaiette sono posizionate al centro del fabbricato nel locale seminterrato e quindi la canna fumaria dovrà fare la duplice funzione: espellere i fumi e portare l’aria per la combustione alle caldaie abbiamo deciso di scegliere caldaiette del “tipo C” .  Siete in grado di dirci quale tipo di canna dovrà essere utilizzata?”

Studio Ingegneria M.P. (BS)

Potrà essere utilizzata la canna ABSOLUT della Schiedel, dove la canna fumaria interna è in ceramico refrattario e rivestita da camicia esterna speciale in cls alleggerito e pre-isolata con schiuma cementizia, dotata di un condotto di adduzione dell’aria comburente per l’apparecchio riscaldante; idonea ad ogni impianto e per ogni combustibile, per il funzionamento sia a secco (D) che in condensazione (W).

La canna ABSOLUT risolve la dispersione del calore per ventilazione e supera il blower door test per le case passive. ABSOLUT è realizzata in ceramico profilato, con isolamento integrato, ed è utilizzato in case ad alta efficienza energetica come canna fumaria per caldaie, caminetti e stufe. La sua anima in ceramico è impermeabile al 100% e rimane inalterata in caso di incendio da fuliggine.

La canna fumaria Schiedel ABSOLUT dispone di CERTIFICATO GW3
G – Resiste al fuoco di fuliggine
W – anche a umido, per impianti a condensazione
3 – Policombustibile solido, liquido, gas

RISOLVE I PONTI TERMICI su tutta l’altezza.
RISOLVE I PONTI TERMICI IN PROSSIMITA’DI PARETI E SOLETTE
Infatti l’ ISOLANTE INTEGRATO nell’involucro di rivestimento garantisce il completo isolamento termico su tutta l’altezza della canna fumaria neutralizzando i ponti termici.

RISOLVE LA DISPERSIONE DEL CALORE PER VENTILAZIONE
L’ elemento taglio termico garantisce l’abbattimento verticale dei ponti termici nelle case passive e a basso consumo energetico. L’inserto isolante centrale in schiuma di vetro cellulare taglia il ponte termico nella trasmissione verticale del calore. Posizionata nei punti nevralgici della canna fumaria, in corrispondenza del pavimento della cantina e dei passaggi al piano o al tetto, la camicia con taglio termico ABSOLUT impedisce sensibilmente qualsiasi dispersione di calore.

SUPERA il BLOWER DOOR TEST per le case PASSIVE
• Involucro esterno intonacabile a tenuta d’aria
• Passaggio a tetto per mezzo di apposite scossaline interne ed esterne di tenuta all’aria

Prodotto Consigliato:

  • Absolut

    Absolut

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Guida Materiali Edili
Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
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Giunti (4)

“Dobbiamo stuccare alcune piccole crepe che si sono aperte negli angoli e nei punti di congiunzione del c.a. con tamponamento in termo-laterizio. Abbiamo fatto le riparazioni già diverse volte ma la fessurazione si è di nuovo riformata. Anche se ritengo che i movimenti siano molto contenuti, Vi chiedo se avete dei prodotti che possano sigillare correttamente tali fessure in modo che non si possano più aprire.”

Studio Tecnico Geom. G.C. (BS)

Per fare un intervento corretto dovremmo conoscere meglio l’entità dei movimenti che causano tali crepe. Un  sistema certamente valido di misurazione è di posizionare al cavallo del giunto uno o più fessurimetri lineari o da angolo che sapranno definire l’entità e il tipo di movimento. Una volta conosciuta l’entità del movimento si potrà scegliere tra una delle seguenti soluzioni :

  1. Se non si rilevano movimenti, la fessura potrà essere semplicemente stuccata con la malta adesiva fibrozinforzata SIKA MONOTOP X2 previa formazione di una sede di 1-2 cm di larghezza per la profondità dello spessore dell’intonaco.
  2. Se invece ci saranno movimenti di piccola entità, tra o,1 e 1,0 mm, come sarà probabile nel suo caso, si dovrà creare un giunto di movimento di 1-2 cm. di larghezza per 1 cm. di profondità e stuccare con l’apposito mastice sigillante a elasticità permanente SIKAHYFLEX 250 FACADE. Dopo aver realizzato il giunto di movimento, ripulito e deplorato il sottofondo, si stenderà sui due lati del giunto l’apposito promotore di adesione SIKAPRIMER 3N e si potrà stuccare con il mastice sigillante SIKAHYFLEX 250 FACADE.
  3. Se si rilevano movimenti più marcati si dovrà applicare il sistema di sigillatura elastica impermeabile SIKADUR COMBIFLEX con l’applicazione a cavallo del giunto di nastro sigillante flessibile in FPO incollato ai due bordi con lo stucco epossidico SIKADUR 31 CF. La parte centrale sarà lasciata libera di muoversi mentre i bordi saranno bloccati dall’adesivo epossidico.

Prodotti Consigliati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“In una ristrutturazione di un importante palazzo storico dobbiamo intervenire su una monumentale scala di pietra posta all’esterno in quanto, sia nel sottoscala che sui muri laterali, si nota il degrado degli intonaci dovuto a evidenti infiltrazioni di acqua piovana dai gradini soprastanti.  Anche gli intonaci che sono laterali sopra il livello dei gradini si sono deteriorati per l’acqua che rimbalza sulle pedate, dobbiamo rifarli ma vorremmo trovare una soluzione di durabilità anche su queste zone verticali.  Abbiamo anche visto che la pietra, in alcuni punti, ci sembra assorba e non sia così impermeabile come i tutti gli altri punti. Avete qualche soluzione che mi eviti lo smontaggio della scala e risani gli intonaci esposti e renda impermeabile la pietra nei punti dove assorbe?”

Imp. R. – Brescia

Per impermeabilizzare dall’acqua meteorica, da neve e ghiaccio, la scala esterna fatta in blocchi e lastre di marmo si potrà intervenire in tutti i punti di possibile infiltrazione sigillando con l’apposito mastice poliuretanico ad elasticità permanente SIKAHYFLEX 250 FACADE in modo che l’acqua meteorica non abbia mai la possibilità di trovare una fessura aperta nella quale potrebbe infilarsi causando gli ammaloramenti all’intradosso.

Sui muri laterali che sono ancora da rifinire con l’intonaco si dovrà applicare la malta impermeabile SIKA MONOTOP 627 in modo che si evitino assorbimenti anche dell’acqua di rimbalzo. Nell’eseguire l’intonaco, nel punto di contatto con il marmo della scala, si dovrà creare uno scuretto con dimensione largh. cm. 1; prof. cm. 1 nel quale si andrà a stuccare con il sigillante SIKAHYFLEX 250 FACADE in modo che si possano assorbire gli eventuali movimenti ed assestamenti senza causare fessure.

Se si ritenesse che la pietra fosse permeabile si potrà eseguire un trattamento idrorepellente con l’apposita vernice CONSERVADO 5 PLUS che è trasparente ed è in grado di penetrare nella eventuale porosità della pietra rendendola idrorepellente.

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“Tra due corpi di fabbrica si continua a riformare un crepa sull’intonaco. E’ evidente che in quel punto ci sono dei movimenti e sempre ci saranno, infatti le varie riparazioni che sono state fatte più volte si sono tutte rifessurate anche se hanno utilizzato delle malte elastiche e in un caso è stato immesso del silicone che però si è strappato dal supporto riaprendosi. E’ evidente che il movimento è superiore alla capacita di dilatarsi del silicone o che i bambini nel giocare si sono divertiti a bucarlo e tirarlo via. Vi chiedo se avete una soluzione adeguata e che rispetti il bisogno di muoversi che c’è tra un fabbricato e l’altro e sia protetto da eventuali vandalismi?”

Geom. A.C. – Mantova

Lei ha individuato perfettamente il problema, infatti qualsiasi riparazione dovrà essere eseguita con materiali ad alta elasticità in modo che siano in grado di assorbire i movimenti senza rompersi o fessurarsi anche nel suo caso dove il movimento è molto marcato.

L’intervento dovrà procedere con le seguenti fasi di lavoro:

  • Pulire il giunto eliminando ogni parte incoerente ed ogni traccia materiali estranei, muschi, polvere e depositi mediante sistemi meccanici, evitando l´utilizzo di prodotti chimici che potrebbero impregnare il sottofondo creando ulteriori problemi.  Regolarizzare eventuali zone particolarmente degradate e discontinuità del giunto mediante l’applicazione di malta da riparazione SIKA MONOTOP X2;
  • Applicare un primo strato di resina epossidica a consistenza di stucco SIKADUR 31 CF mediante spatola dentata, realizzando uno strato di spessore costante, sul quale posizionare l’apposita bandella impermeabile SIKADUR COMBIFLEX SG, membrana a base di gomme sintetiche, di larghezza tale da sormontare adeguatamente la larghezza del giunto; posizionare le estremità della bandella nello strato di SIKADUR 31 CF ancora fresco, facendolo fuoriuscire dalla fustellatura laterale presente sulla bandella di SIKADUR COMBIFLEX SG.
  • Applicare mediante spatola liscia, un secondo strato di resina epossidica SIKADUR 31 CF, sui lati della bandella SIKADUR COMBIFLEX SG, al fine di proteggerla da danneggiamenti accidentali e ammorsarne completamente le estremità . Ad applicazione avvenuta togliere il nastro centrale di protezione per ottenere una gradevole finitura estetica del giunto.
  • Corazzare la superficie a vista con il posizionamento di un lamierino metallico di protezione di adeguato spessore, di sagoma opportuna e larghezza tale da sormontare completamente la bandella SIKADUR COMBIFLEX SG; le estremità del lamierino di protezione devono presentare fori circolari da un lato e fori ad asola dall’altro, per consentire il fissaggio meccanico ai bordi del giunto e mantenere la possibilità del movimento.

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“.Nelle vasche del depuratore di un allevamento suinicolo si sono aperti dei giunti nel punto di congiunzione di muri. Crediamo che assestamenti del terreno abbiano fatto aprire delle crepe lineari negli spigoli di congiunzione tra due vasche. Preciso che sono stati fatti diversi tentati di tamponare queste perdite lavorando all’esterno ma non hanno dato risultati.
Ora abbiamo l’occasione di svuotarle e vorremmo cogliere l’occasione per intervenire in modo definitivo tenendo presente che dovremo trovare soluzioni veloci per evitare tempi di fuori funzione lunghi che l’allevamento non può sostenere.”

Imp. V. – (BS)

Le soluzioni valide si possono applicare solo lavorando all’interno della vasca vuota quindi è ideale questo momento.

L’intervento è il seguente:

  1. Pulizia accurata del sottofondo nei punti laterali alla crepa sino ad avere il calcestruzzo vivo e sano. Se ci fossero punti degradati si procederà alla stuccatura e/o ricostruzione utilizzando lo stucco SIKADUR 31 CF o la malta epossidica SIKADUR 41 che sono a rapida maturazione.
  2. Sulla zona così preparata, applicazione del sistema SIKADUR COMBIFLEX SG che consiste nella stesura a cavallo del giunto della bandella sigillante flessibile in FPO, che viene incollata sui due bordi del giunto tramite l’adesivo episodico SIKADUR 31 CF
  3. Dopo 8 – 18 ore, in funzione delle temperature, si ricoprirà la zona laterale della bandella che è stata incollata sui due lati del giunto con lo stucco epossidico SIKADUR 31 CF che darà anche una corazzatura di protezione.

Se il lavoro deve essere eseguito con temperature invernali, si dovrà realizzare una compartimentazione in modo da tenere una temperatura elevata, mai inferiore ai +5°, per favorire la polimerizzazione delle resine che in questo modo hanno dei tempi di maturazione veloci. Nell’eventualità il giunto così sigillato fosse esposto a urti e passaggi di attrezzature durante le pulizie, si potrà prevedere una corazzatura con l’applicazione di un lamierino di protezione che sarà incollato sempre tramite l’adesivo episodico SIKADUR 31 CF che sarà fissato su un solo bordo in modo da rispettare la necessità di movimento del giunto.

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Trattamento e depurazione acque (2)

“Nella progettazione di un condominio con 12 appartamenti con un piccolo centro commerciale è prevista un’area dedicata a parcheggio. Tra area dedicata allo stazionamento delle automobili e vie di scorrimento si occupano circa mq. 2000 totalmente pavimentati con autobloccanti e asfalto (per la precisione mq. 1850).
Vi chiedo se sono obbligato a raccogliere e trattare le acque piovane prima di inviarle allo scarico nella rete comunale di acque miste che comunque poi vanno al depuratore generale a valle.”
Ing. G.G. – Desenzano (BS)
La normativa in vigore, Legge Regione Lombardia n°62 del 27 Maggio 1985, prescrive che le acque piovane siano condotte e poi separate in un’apposita vasca che sia in grado di contenere le acque di prima pioggia che sono solo i primi 5 mm di precipitazione in quanto sono queste le acque che si possono caricare di olii, carburanti e materiale inquinante. La vasca di raccolta in questo modo dimensionata, una volta piena non accetterà le acque in eccesso che saranno deviate direttamente allo scarico.
Le acque di prima pioggia dovranno decantare per 48 ore e poi, una volta decantate, saranno avviate allo scarico tramite una pompa comandata da un quadro di comando che saprà leggere, tramite sonde, se è ancora in atto una precipitazione e saprà ricalcolare i tempi di stazionamento.
Nelle 48 ore di stazionamento in calma, affioreranno anche le parti leggere degli olii, carburanti, ecc. che potranno essere divisi e accumulati nell’apposita zona di separazione in modo che questi inquinanti non vadano più allo scarico e al depuratore comunale.
Per 2000 mq separatore acqua di prima pioggia con separazione olii oppure senza separatore olii e grassi.
Per approfondimenti tecnici e preventivazioni potete contattare la nostra Agenzia fornendo i dati necessari che sono: dimensione dell’area interessata, solo separazione acque prima pioggia oppure separazione e trattamento oli e idrocarburi.
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Casari Edilservice
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Separazione acque prima pioggia e idrocarburi: “Dobbiamo separare l’acqua di prima pioggia di un piazzale di uno stabilimento che ha una superficie di mq. 4.600. Oltre a fare questo trattamento dovremo pure separare gli oli e idrocarburi che potrebbero essere convogliati in occasione delle piogge.
Avete degli impianti che soddisfino queste due operazioni o dobbiamo mettere due impianti appositi ognuno con il suo compito?”

Studio  Ingegneria P. (BS)

Esistono in produzione una serie di impianti prefabbricati monoblocco che soddisfano questi due trattamenti: nella prima zona della vasca c’è la separazione e l’accumulo dell’acqua di prima pioggia con la decantazione e accumulo dei fanghi e nella seconda zona è alloggiata l’area di separazione degli olii e idrocarburi che vengono trasferiti, con un sistema brevettato senza attrezzatura meccanizzata, nel contenitore di accumulo per una facile asportazione. Questi impianti sono stati costruiti secondo le indicazioni della normativa in vigore, Legge Regione Lombardia n°62 del 27 Maggio 1985, che prescrive che le acque piovane siano condotte e poi separate in un’apposita vasca che sia in grado di contenere le acque di prima pioggia che sono solo i primi 5 mm. di precipitazione in quanto sono queste le acque che si possono caricare di olii, carburanti e materiale inquinante.

L’impianto indicato al Vostro piazzale di mq. 4.250 sarà:

  1. Se viene posto in un’area dove non c’è traffico pesante (modello con soletta portata kg/mq. 2000)
  2. Se viene posato dove c’è traffico pesante il modello con soletta portata kg/mq. 5500

E’ un unico prefabbricato monoblocco che viene fornito con tutto già premontato, completo di pompa/e, quadro di comando con temporizzatori e sonde che sanno leggere quando arriva l’evento meteorico, calcolare lo stazionamento prescritto dalla normativa e scaricare. Le opere accessorie si limitano allo scavo e magrone di ripartizione carichi, scarico con autogrù e posizionamento, allacciamento nei pozzetti di arrivo e di scarico e attacco dell’energia elettrica al quadro di comando.
Siamo a disposizione per perfezionare l’offerta dettagliata per un impianto di trattamento acque di prima pioggia e di separazione oli e idrocarburi.

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Isolamento acustico (5)

Isolamento acustico tra due appartamenti confinanti alla stesso piano: “Che soluzione proponete per realizzare un isolamento corretto tra due vicini. Il mio cliente ha la sua camera mentre il vicino ha il suo soggiorno e possiamo intervenire solo da un lato. La divisoria purtroppo è solo una tramezza del 12 cm. Che soluzione potete proporci per risolvere o diminuire il problema?”

Geom. C.G. (BS)

In questo caso la soluzione potrà mirare a progettare l’isolamento acustico al meglio in quanto per avere una soluzione definitiva si dovrà considerare che la trasmissione del suono si potrà sviluppare, oltre attraverso la parete divisoria, anche tramite la soletta e le pareti comuni. La soluzione che proponiamo è quella più praticamente percorribile, visto che i locali sono già abitati, quindi di prende in considerazione solo la parete divisoria dove lo sviluppo della trasmissione del rumore è diretta.

La Celenit SpA propone diverse soluzioni che potrete esaminare collegandovi al link http://www.celenit.com/docs/celenit_tb_1209.pdf

Tra le varie proposte proponiamo una di quelle più frequenti:

Potrete realizzare una controparete in con la seguente stratigrafia:
Applicazione, direttamente sulla parete confinante, del pannello CELENIT P3 – Pannello sandwich composto da due strati, spessore 5 mm. ciascuno, in lana di legno di abete mineralizzata e legata con cemento Portland ad alta resistenza e da uno strato interno di polistirene espanso sinterizzato; spessore: 50 mm; massa superficiale : 8,5 Kg/m2) disposti orizzontalmente, sfalsati e fissati mediante tasselli ad espansione in plastica a fungo con perno in poliammide rinforzato con fibra di vetro. Finitura della superficie della partizione rivestita di pannelli CELENIT P3 mediante lastre in cartongesso (spessore: 15mm; massa superficiale: 13 kg/m2) applicate con colla distribuita per punti lungo il bordo delle lastre.

Spessore totale: 20 cm;
Massa superficiale 166 kg/m2;
Indice di valutazione del potere fono isolante Rw= 54 dB (UNI EN ISO 717-1)

RIFERIMENTO CERTIFICAZIONI
Certificato n° 041 del 02/10/2000 (UNI EN ISO 140-3), Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova

Prodotto Citato:

  • Celenit P3

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Isolamento acustico tetti in legno. Pacchetti di copertura isolati termicamente (inverno e estate), acusticamente con materiali ecobiocompatibili: “Dobbiamo realizzare un tetto in legno correttamente isolato sia termicamente che acusticamente e in più vorremmo utilizzare materiali che non facilitino il propagarsi di incendio. Abbiamo già avuto un’esperienza negativa dove si è sviluppato un incendio e le fiamme si sono velocemente propagate alimentate dalla ventilazione sotto tegola distruggendo completamente tutto il tetto in un attimo.
Avete una soluzione da proporre?”

Ing. A.P. – Brescia

La soluzione che vi proponiamo oltre ad affrontare l’isolamento acustico che è oggetto della vostra richiesta ha integrate anche uqeste altre caratteristiche peculiari:

  • isolamento acustico
  • isolamento termico sia invernale (con la trasmittanza richiesta dal progetto)
  • isolamento estivo (con un ottimo valore di sfasamento)
  • isolamento contro gli incendi  per la compartimentazione del materiale che si incendia (fibra di legno)
  • tetti eco-biocompatibili. I materiali acustico/termoisolanti utilizzati sono naturali e prodotti certificati ANAB-ICEA.

Il pacchetto di copertura che faccia da isolamento acustico con l’effetto smorzante del rumore Massa/Mola/Massa e anche di interruzione al dilagare di un malaugurato incendio e rispetta le caratteristiche richieste dalle normative di isolamento termico e acustico potrà essere il seguente:

Partendo dalla struttura del tetto in legno, rivestito da tavolato in legno a vista, si stende il seguente pacchetto di copertura:

  • CELENIT N, che è una prima barriera (MASSA) contro il rumore ed è anche antincendio (se il fuoco venisse dalla struttura in legno sottostante);
  • Si posa lo strato termo-isolante (MOLLA) dello spessore adeguato di fibra di legno CELENIT FL 150 (che è l’isolamento termico bioecologico vero e proprio);
  • CELENIT N che è una seconda barriera (MASSA)  contro il rumore e anche contro il fuoco (se l’incendio si sviluppasse dall’esterno tramite la ventilazione);
  • DUPONT TYVEK ENERCOR (a formare lo strato impermeabile traspirante) che ottimizza l’isolamento termico con la sua capacità di riflettenza;
  • Incrocio di listelli per la ventilazione;
  • Copertura in tegole, coppi o altro.

Prodotti Citati:

  • Celenit FL 150

  • Celenit N

  • DuPont Tyvek Enercor

    DuPont Tyvek Enercor

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Abbiamo visto che nella gamma dei prodotti Celenit avete un elemento “presa d’aria per cucine” da inserite nel muro perimetrale che mi sembra possa integrasi con facilità nella muratura di termo laterizio anche per la semplicità di intonacatura. Avete dei dati che chiariscano come riesca a realizzare l’isolamento acustico ?
e con quali valori ?”

Geom. R.P. (BS)

BIOSILENZIO CELENIT è un sistema ecobiocompatibile per la realizzazione di transiti d’aria afonizzati per l’immissione di aria comburente e per l’evacuazione dei prodotti di combustione in conformità alle prescrizioni delle norma UNI 7129-2:2008. Questo elemento di ventilazione fonoisolante può essere utilizzato sia per l’installazione in facciata per i sistemi con ventilazione diretta, sia come elemento di transito interno per i sistemi con ventilazione indiretta (VMC).
Biosilenzio Celenit è stato sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova, e le sue prestazioni acustiche sono state ottimizzate attraverso un processo di ricerca che ha riguardato i materiali che compongono l’elemento e la sua configurazione interna, con l’obiettivo di realizzare un prodotto efficace, compatto, resistente e di facile posa in opera. L’applicazione del BIOSILENZIO CELENIT nelle strutture edilizie di facciata non introduce ponti termici, in quanto il suo involucro è costituito da pannelli CELENIT N.
BIOSILENZIO CELENIT è conforme ai requisiti dello standard ANAB dei materiali per la bioedilizia: certificato n. EDIL.2009_004 Rev. 1 rilasciato da ANAB-ICEA.

Descrizione: BIOSILENZIO CELENIT silenziatore per fori di ventilazione composto da elementi isolanti esterni in lana di legno di abete mineralizzata e legata con cemento Portland, rivestiti al loro interno con materiale isolante in fibre di mais. Il silenziatore viene fornito con due griglie di ventilazione di colore bianco.

Prestazioni di fonoisolamento

Le prestazioni di fonoisolamento del sistema di ventilazione BIOSILENZIO CELENIT sono tra le più elevate tra questa tipologia di prodotti.
L’indice di valutazione dell’isolamento acustico per via aerea di piccoli elementi Dn,e,w è pari a 59 dB (UNI EN 20140-10:1993, Certificato n. 597 del 16/07/2009, Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova).
BIOSILENZIO CELENIT, in virtù dei materiali impiegati e della particolare geometria dei setti fonoassorbenti interni, offre elevate prestazioni di fonoisolamento anche a bassa frequenza, dimostrandosi particolarmente efficace nella riduzione del rumore da traffico stradale e ferroviario.
Documentazione più approfondita e calcoli dell’isolamento potranno essere esaminati dal catalogo
CELENIT – SOLUZIONI PER IL BENESSERE ABITATIVO dalla pagina 117 alla 120 (link al documento – 4,42 Mb).

Prodotto Citato:

  • Celenit N

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“E’ difficile riuscire a capire quale soluzione è corretta tra le varie proposte che ci giungono dai produttori di materiali di isolanti acustici al calpestio. Esaminando le documentazioni che riceviamo ci rendiamo conto che quasi tutti prodotti hanno caratteristiche idonee a risolvere il problema. Guardando i materiali ci sembra impossibile che un leggero foglio di polietilene di 1 o 2 mm. di costo molto basso abbia le stesse caratteristiche di un pannello in materiali più densi con spessori superiori e con costi nettamente superiori.
Temo che le caratteristiche dichiarate nel loro certificati non siano quelle che identificano senza dubbio la capacità di isolare al calpestio ma noi, come Progettisti, dobbiamo individuare altri valori che alla fine ci diano la certezza del risultato a lavoro eseguito e non avere sorprese difficili da rimediare?”

Ing. T.F. – (BS)

Lei ha centrato perfettamente il problema nel quale si vengono a trovare i produttori. Infatti per qualificare i propri prodotti si fanno tutti i campioni che vengono portati ai Laboratori Ufficiali per le certificazioni. Si ricavano così tutte le qualità e le caratteristiche che sono utili per il Progettista per definire il tipo di materiale da impiegare, ma non esiste un dato certificabile che dichiara il comportamento del materiale una volta applicato in opera.
Ecco che diventa assai importante conoscere come si è comportato il prodotto al collaudo effettivo a cantiere finito, posate le pavimentazioni e montati i serramenti. Solo così si viene a conoscere concretamente l’idoneità o meno di quanto posato.
E’ con i collaudi che si viene a scoprire che alcuni prodotti, che sono perfetti sulle certificazioni, lo sono solo in teoria , infatti posati in opera non danno il risultato desiderato.
E’ con i collaudi che si intuisce l’importanza di alcune caratteristiche fisico-meccaniche come la rigidità dinamica che deve aver il giusto valore per sopportare il peso proprio della pavimentazione e dei carichi nel tempo.
La certezza del risultato non la dà la certificazione cartacea fatta su campioni anche se  portati in Laboratori Ufficiali, la certezza del risultato la dà la prova effettiva in cantiere, solo lei potrà avvallare che quanto scritto sul Certificato Ufficiale è realisticamente collaudato.
La Celenit SpA , data l’esperienza ultra quarantennale di materiali e tecnologie del suo Ufficio Tecnico, ha fatto migliaia di collaudi su centinaia di tipologie costruttive e li mette a disposizione del Progettista in modo da poter evidenziare come si è comportato in concreto un prodotto isolante acustico una volta posato a cantiere finito.
Il Progettista e la Direzione Lavori, individuato che il suo caso è già stato provato e collaudato, potrà solo così avere la certezza che, anche nel suo cantiere, il risultato potrà essere raggiunto e confermato.

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La soluzione che adottiamo per l’isolamento acustico tra due appartamenti confinarti è realizzato con una doppia tramezza (scatole dell’8) con un’intercapedine nella quale è posizionata un pannello di lana di vetro (o di roccia) ad alta densità. Ci stiamo però rendendo conto che non è una soluzione particolarmente valida e il rumore del vicino, anche se ridotto, c’è ancora. Se possibile non vorremmo aumentare lo spessore della divisoria.
Avete una soluzione da proporci?”

Studio F.G. (BS)

La riduzione del rumore è uno dei problemi di maggiore attualità poiché rumori di ogni genere penetrano nei fabbricati attraverso le stesse strutture ed aperture portando il fastidio dei suoni negli ambienti dove lavoriamo e riposiamo.
La Legge Quadro n° 447 del 26/10/1995 e il DPCM 5/12/1997 definiscono come è diventato imperativo compiere un studio accurato e severo sulle condizioni acustiche in ragione dei risultati di confort abitativo attesi dall’utente. Relativamente alle pareti è da segnalare che una tramezzatura composta da più strati di materiali di elevata densità avrà buone qualità isolanti perché il suono, ad ogni attraversamento, subisce un fenomeno di riflessione ed assorbimento con conseguente perdita di densità.
E’ buona norma prevedere già in fase di progettazione l’interruzione della continuità fra pareti, solai e pilastri isolando con prodotti adatti tutti i punti di contatto, in modo da impedire la reciproca trasmissione di vibrazioni.
Nella ricerca di miglioramento delle prestazioni acustiche di un fabbricato è importante prevedere una maggiore massa della parete e pur nel rispetto dell’ormai abituale impiego di pareti sottili risulta certamente efficace l’impiego di pannelli isolanti ad elevata densità posti in una intercapedine centrale.
Ideale è interporre nell’intercapedine il pannello in lana di legno ad alta densità CELENIT N spessore cm. 5.
Perifericamente il completamento dell’interruzione di tutti i ponti acustici sarà realizzato, alla base delle tramezze, con  fascia ad alta densità composta da pannello in lana di legno, resistente alla compressione CELENIT N di larghezza tale da essere posta sotto tutto lo spessore della divisoria.

Esempio di capitolato:
Parete divisoria tra appartamenti costituita da due tavolati in tramezze normali (8x50x25), intonacati sul lato esterno (spessore medio intonaco cm. 1,5), intercapedine di spessore 7 cm. Contenente uno strato di pannelli CELENIT N (pannello in lana di legno di abete mineralizzata e legata con cemento Portland ad alta resistenza: spessore 50 mm.; massa superficiale: 18 kg/m2 ) disposti orizzontalmente e distanziati dai tavolati mediante strisce verticali di fibra di poliestere (larghezza 10 cm.; spessore 1 cm.).
Lo spessore nominale della parete è cm. 26 e la massa superficiale è di kg. 212 kg/m2.

Riferimento Certificazioni
Questo pacchetto è stato è stato studiato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova – Certificato n° 077 del 27/09/2001 (UNI EN ISO 140-3)

Prodotto Citato:

  • Celenit N

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Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
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Isolamento termico (7)

Nel progetto del rifacimento di un tetto in legno vorremmo avere il miglior isolamento termico possibile ma dovremmo stare in una spessore del pacchetto entro 15 – 18 cm. Essendo una struttura leggera dovremmo anche migliorare lo sfasamento per l’isolamento estivo ed avere l’isolamento acustico richiesto dalle Norme in vigore. Che soluzione potete proporci ? Grazie.”

Arch. M.F. – Brescia

La risposta a questa domanda è stata studiata dalla sinergia tra due importanti Ditte specializzate: CELENIT e ISOTEC – BRIANZA PLASTICA, che hanno unito le peculiarità dei loro prodotti e composto una “pacchetto tetto” con caratteristiche tecniche al massimo delle richieste (A+; Casa Passiva) curando:

  • l’isolamento termico invernale
  • l’isolamento termico estivo
  • l’isolamento acustico

nella brochure “Isolati due volte tanto” sono illustrate le loro proposte che possiamo riassumere nei pacchetti con le seguenti caratteristiche:
Trasmittanza termica 0,1955; Sfasamento 9h45; Rw 40 dB; Spess.totale mm.155
Trasmittanza termica 0,1671; Sfasamento 10h16; Rw 40 dB; Spess.totale mm.175
Trasmittanza termica 0,1459; Sfasamento 10h49; Rw 40 dB; Spess.totale mm.195

Come potete notare esaminando la documentazione CELENIT : TETTI BIOECOLOGICI AD ALTE PRESTAZIONI pag. 21 SOLUZIONI CON ISOLANTI LEGGERI, nella maggior parte dei casi, un tetto in legno coibentato con isolanti leggeri pur rispettando i limiti di legge per l’isolamento termico estivo, Yie ≤ 0,20 W/m2K, nell’attestato di certificazione energetica viene classificato in classe V, cioè fornisce un isolamento mediocre che non consente di sfasare e attenuare l’onda termica in maniera adeguata. Per migliorare queste prestazioni, nelle soluzioni sopra presentate di copertura, agli isolanti leggeri viene abbinato un pannello di CELENIT N spessore 75 mm in modo da migliorare le condizioni di comfort abitativo.
Celenit S.p.A. in collaborazione con Brianza Plastica S.p.A. ha studiato una soluzione per l’isolamento delle coperture che unisce le prestazioni del pannello ISOTEC XL, isolante in schiuma poliuretanica espansa rigida, a quelle del pannello CELENIT N.
Il sistema è frutto di un dottorato di ricerca svolto dal Politecnico di Milano.

Siamo a disposizione per studiare con voi la soluzione più indicata al vs. caso.

Prodotti Citati:

  • Celenit N

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“In una ristrutturazione dobbiamo recuperare un sottotetto che è coperto da una normale soletta in latero-cemento 16+4 con sopra le tegole in cemento. Vogliamo risolvere l’isolamento termico invernale sfruttando le detrazioni fiscali (trasmittanza <0,24) ed estivo (sfasamento di almeno 12 ore) e l’isolamento acustico (il condominio è vicino a una strada di forte traffico). Dopo aver scoperchiato dalla copertura, avete una soluzione che soddisfi tutte queste richieste?”

Studio G.G. (BS)

Riferimenti Normativi

I metodi di calcolo utilizzati per le prestazioni indicate sono in accordo con le seguenti norme:

  • Condensa superficiale e interstiziale
  • UNI EN ISO 13788 Verifica dei rischi di condensazione superficiale e interstiziale
  • UNI 10350 Prestazioni igrotermiche
  • UNI EN ISO 6946 Resistenza termica e coefficiente di trasmissione termica
  • Sfasamento e attenuazione
  • UNI 10375 Metodo di calcolo della temperatura interna estiva degli ambienti
  • UNI EN 13792 Metodo di calcolo della temperatura interna estiva degli ambienti
  • Banche dati
  • UNI 10349 Dati climatici
  • UNI 10351 Conduttività termica e permeabilità al vapore – materiali da costruzione
  • UNI 10355 Valori di resistenza termica e metodo di calcolo – murature e solai

La soluzione è la seguente:
Sulla superficie in calcestruzzo dell’estradosso in pendenza della soletta, preventivamente regolarizzata, se ci sono asperità e discontinuità, e posizionato il dentello di arresto sulla linea di gronda, si andrà a posare il seguente pacchetto di isolamento, traspirante e impermeabile:

  1. pannello CELENIT FL 150 spessore 100 mm. in fibra di legno densità 160 kg/m3;
  2. pannello CELENIT N spessore 50 mm. in lana di legno mineralizzata con cemento Portland;
  3. guaina traspirante DUPONT TYVEK ENERCOR, termoriflettente, resistente all’acqua, antistrappo;
  4. listelli per la ventilazione;
  5. elementi di supporto e tegole di copertura

Caratteristiche Termiche

Mod. 6/ME Trasmittanza termica W/m2K 0,2307
Trasmittanza termica periodica W/m2K 0,0121
Sfasamento ore e minuti 18h57’
Isolamento acustico Rw > 50 dB (lucernari?)
Peso kg/m2 447 circa

Vantaggi

  • Isolamento termico continuo senza ponti termici e acustici;
  • Ottimo valore di isolamento termico estivo;
  • Protezione contro il fuoco;
  • Isolamento dai rumori esterni e meteorici (definire gli eventuali lucernari);
  • Traspirabilità, nessuna formazione di condensa;
  • Costruzione a secco;
  • Resistenza a sollecitazioni meccaniche;
  • Durata illimitata;
  • Economicità

Prodotti Consigliati:

  • Celenit FL 150

  • Celenit N

  • DuPont Tyvek Enercor

    DuPont Tyvek Enercor

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Nel Seminario Tecnico che si è svolto a Brescia al I.T.G.Tartaglia abbiamo visto che si riescono a risolvere i problemi di isolamento termico al alte prestazioni oltre a contenere gli spessori con l’utilizzo del pannello ISOTEC. Vorremmo avere maggiori chiarimenti sulla durabilità in quanto temiamo che il poliuretano possa avere dei degradi e perdere negli anni le sue caratteristiche.
Ci è capitato di vedere delle coperture che erano state ricoperte con poliuretano spruzzato con evidenti ammaloramenti. Abbiamo visto anche alcune lastre messe nell’intercapedine che non erano più così consistenti e quindi certamente meno tecnicamente valide. Che durata potete garantire sul pannello Isotec ?
Quanti anni di esperienza avete maturato con il poliuretano?”

Ing. P.P. – Brescia

Isolamento termico durabile dei pannelli Isotec

I pannelli isolanti ISOTEC della BRIANZA PLASTICA SpA composti da una schiuma poliuretanica espansa rigida a celle chiuse (>90%), sono rivestiti sia superiormente che inferiormente e sui bordi da una lamina di alluminio goffrato che svolge due principali funzioni:

  • Protegge il poliuretano sottostante dal degrado dovuto alle condizioni ambientali quali umidità e raggi UV , aumentandone la durabilità.
  • Conferire al pannello un’ottima performance come isolate termico e mantenerne la costanza nel tempo delle prestazioni tecniche.

Protezione:

Come noto le condizioni ambientali di un manufatto esposto al sole (foto ossidazione), umidità e acqua, ne promuovono la degradazione nel tempo per mezzo di processi di corrosione, ossidazione, sfarinamento e depolimerizzazione.
In questo ambito il rivestimento di alluminio esplica una efficiente barriera protettiva, aumentando notevolmente la durabilità del pannello.

Costanza di prestazione nel tempo:

La prestazione per eccellenza per un pannello termoisolante come l’ISOTEC è la conducibilità termica, più è basso tale valore, più un isolante è performante. Non bisogna però dimenticare l’evoluzione nel tempo di questa caratteristica, dovuta principalmente alla forma delle celle della schiuma (impartita durante la fabbricazione della stessa) e alla presenza in esse di una sostanza “espandente” che ne migliora le performance. Nel tempo, infatti, sono possibili dei fenomeni di scambio diffusivo con l’esterno degli agenti espandenti contenuti nelle celle, noto con il termine di “invecchiamento”, che portano inevitabilmente ad un peggioramento della conducibilità termica. La presenza del rivestimento di alluminio (impermeabile ai gas) blocca questo processo, permettendo di mantenere delle buone conducibilità termiche per periodi molto lunghi. Il pannello ISOTEC, come prevede la norma di riferimento UNI EN 13165, fornisce i valori di conducibilità dichiarata (λD) che corrispondono al coefficiente medio invecchiato per 25 anni di esercizio.
Nel 2011 PU Europe (Federazione delle Associazioni Europee per il poliuretano rigido), per confermare queste performance, ha affidato ad un Ente Terzo (FIW di Monaco di Baviera) l’incarico di valutare su campioni di schiuma poliuretanica, in opera da anni (33 anni), le caratteristiche di conducibilità termica; resistenza a compressione; contenuto di umidità; modifiche dimensionali ed integrità del prodotto. I risultati dei test hanno dimostrato che, anche dopo decenni in applicazione, i pannelli isolanti sono ancora efficienti, rispondono pienamente alle caratteristiche e prestazioni dichiarate e non presentano danni o difetti. (“Durability of polyurethane insulation products” – Disponibile nella sezione Library del sito www.pu-europe.eu; Articolo tradotto in italiano e pubblicato sulla rivista “Poliuretano” dell’Ottobre 2012 scaricabile dal sito www.poliuretano.it/arretrati.html )
Brianza Plastica inoltre, grazie alla sua esperienza trentennale acquisita nella produzione di pannelli termoisolanti, unitamente alla validità dei materiali impiegati per la realizzazione, garantisce il pannello Isotec per 10 anni.
M.M. Ufficio Tecnico B.P.

Prodotto Citato:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Vorremmo meglio progettare il punto di connessione tra telaio del fabbricati in c.a. e tamponamenti in termolaterizio onde evitare che si possano manifestate delle condense interne causate da “ponti termici”. Vorremmo cercare di correggere e contenere al minimo questi fattori che peggiorano le condizioni di calcolo. Potete farci conoscere quali sistemi consigliate per evitarli ed eliminare definitivamente questo problema.”

Studio G.A. (BS)

Le perdite di calore attraverso gli elementi strutturali di un edificio, ponti termici, possono raggiungere e superare il 20% delle dispersioni totali e sono causa di condense interne, macchie, muffe con conseguente deterioramento delle parti costruttive. La correzione dei ponti termici, prevista dalla normativa sul risparmio energetico (Legge 9 gennaio 1991, n. 10, Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 e Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311), si ottiene disponendo, all’interno del cassero di contenimento del getto, i pannelli CELENIT che rimarranno legati in modo permanente al getto stesso. In questo modo si bilanciano le proprietà isolanti della muratura e delle parti in calcestruzzo. Con pannelli multistrato (CELENIT P3, CELENIT G3, CELENIT E3) si consiglia l’impiego di ancore in plastica o metalliche che rimarranno inglobate nel getto. Si applicherà quindi l’intonaco armato con rete in fibra di vetro.
Il Decreto Legislativo n. 311 prende in esame il ponte termico dal punto di vista energetico limitando la trasmittanza della parete fittizia e dal punto di vista dell’igiene e salubrità degli ambienti imponendo l’assenza di condensazione superficiale interna sulle superfici delle struttura con condizioni al contorno imposte.

La seguente brochure tecnica sviluppa le verifiche sui ponti termici in tutti i particolari: pilastri piani e pilastri ad angolo, travi e marcapiani, balconi, sbalzi, muri e pareti contro-terra, coperture piane e inclinate, tetti, serramenti, ecc. tutti particolari che sono affrontati, risolti e illustrati alla documentazione leggi tutto, link a CELENIT – PONTI TERMICI.

Prodotti Citati:

  • Celenit G3

  • Celenit P3

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Vogliamo ottimizzare l’isolamento termico di una mansarda realizzata negli anni ‘80. La soletta è in latero-cemento del cm. 16+4. Già era stato fatto un miglioramento con una controsoffittatura con perline in legno da cm. 1,8 con sopra posizionato un pannello in polistirene espanso estruso di 2 cm. Il cliente lamenta di consumare troppo d’inverno e di dover usare quasi costantemente, per due mesi d’estate, il condizionatore. Ora dovendo rifare il tetto, vorremmo approfittare per migliorare la vivibilità della mansarda facendo un isolamento spinto in modo anche da accedere alle detrazioni del 65% con il D.M. del 26/01/10. Con il vostro pannello Isotec si possono ottenere questi valori di trasmittanza che devono essere <0,24 W/m2K?”

Geom. M.P. – Brescia

La soluzione è di semplice applicazione, infatti, sopra il pacchetto esistente e asportato il manto di copertura (tegole in cemento) si potrà posare direttamente, sulla superficie in cemento della caldana delle falde.

  • la membrana sottotegola impermeabilizzante traspirante ELYTEX N e sopra
  • il pannello ISOTEC XL della BRIANZA PLASTICA SpA con spessore cm. 10.

Dalla calcolazione si possono rilevare le seguenti caratteristiche:
Resistenza termica totale 5,61 m2K/W
Trasmittanza termica totale 0,18 W/m2K ( nettamente <0,24 W/m2K )
Trasmittanza termica periodica 0,007 W/m2K
Massa superficiale 388 kg/m2
Sfasamento 12h 34’
Attenuazione 0,04
Spessore totale 40,3 cm.
Resistenza termica superficiale interna : 0,10 W/m2K
Resistenza termica superficiale esterna : 0,04 W/m2K

Il cliente potrà essere così soddisfatto, oltre ad ottenere un ottimo valore di isolamento termico per la stagione invernale – 0,18 W/m2K , si avrà anche un notevole confort estivo in quanto, con lo sfasamento di 12h 34’, non dovrà più ricorrere al condizionatore. con un evidente risparmio energetico sia d’inverno che d’estate.

Il pannello ISOTEC XL trattiene perfettamente le tegole, che si agganciano sui correntini di acciaio rivestito in aluzinc, si realizza la ventilazione, che partecipa all’ottimizzazione dell’isolamento termico e permette anche la massima sicurezza di sopportare il carico del personale in sede di posa in opera.

Prodotto Citato

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“Siamo interessati a trovare una soluzione ideale per realizzare una parete ventilata in modo da migliorare l’isolamento nei periodi estivi. Abbiamo esaminato varie proposte, ma tutte, per fare i tralicci di sostegno per gli agganci del rivestimento, creano dei ponti termici. Il vostro Isotec Parete come fa a risolvere questo problema?”

Studio Arch. G.S. (BS)

ISOTEC PARETE è il sistema termoisolante che consente di comporre a secco un cappotto termoisolante e strutturale funzionale alla realizzazione di facciate ventilate. ISOTEC PARETE è il risultato di un programma di ricerca e sviluppo in collaborazione con il dipartimento BEST del Politecnico di Milano e di successive applicazioni sperimentali a progetti reali che ne hanno consentito la verifica e la definizione dei dettagli costruttivi, sia per l’applicazione a nuove costruzioni che per interventi di riqualificazione energetica ed architettonica di edifici esistenti.

Utilizzo di Isotec Parete

Il pannello viene fissato alla superficie esterna della struttura portante tramite tasselli o viti dl ancoraggio passanti attraverso il correntino in acciaio zincato, adattandosi con facilità ad eventuali imperfezioni delle pareti di supporto. Il sistema così creato costituisce un cappotto isolante dotato dl profili orizzontali di supporto per gli elementi di finitura della facciata e consente l’applicazione dì differenti tipologie di rivestimento esterno, sia leggere che pesanti. La creazione di una camera d’aria ventilata continua tra isolante e rivestimento, consente di ridurre al minimo il surriscaldamento estivo della parete, limitando i rischi di fenomeni di condensazione nel periodo invernale e proteggendo, grazie al rivestimento impermeabile di alluminio, la parete da infiltrazioni accidentali di acqua piovana.

Materiali dell’Isotec Parete

Il pannello ISOTEC PARETE è realizzato in schiuma poliuretanica espansa rigida autoestinguente. Il pannello, conformato a battenti contrapposti, assicura aderenza all’incastro fra i pannelli, eliminando il rischio dl ponti termici. Il pannello lsotec Parete è reso portante da un correntino in acciaio zincato preforato che costituisce la camera di ventilazione e la struttura di supporto del rivestimento di facciata.

Prodotto Citato

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La capacità di traspirazione che hanno i prodotti utilizzati per il pacchetto termo-isolante dei tetti con Celenit che proponete vediamo che permettono di eliminare la barriera al vapore. Non c’è il pericolo che l’isolante possa inzupparsi di umidità e diminuisca le capacità termo-isolanti?

Arch. F.S. (BS)

Costruire in maniera sostenibile significa sostenere un’architettura che sappia rapportarsi in maniera equilibrata con l’ambiente, che sia pensata per le necessità dell’uomo assicurando un ambiente interno sano e confortevole. Infatti un ottima traspirabilità è tra i Vantaggi delle soluzioni che Celenit SpA ha esaminato e sottoposto a certificazione.
Essi sono principalmente costituiti da materiali con μ=5, o inferiore, e guaine traspiranti (in allegato relative schede tecniche), che permettono quindi la fuoriuscita del vapore ed evitando al contempo l’accumulo di condensa interstiziale che potrebbe provocare danni alla struttura. In tal modo la qualità interna dell’aria e ottimale, a vantaggio del benessere abitativo dell’uomo!
In più tali soluzioni sono composte da materiali naturali certificati ANAB-ICEA e PEFC.

I pannelli Celenit hanno ottenuto la certificazione ANAB-ICEA perché:

  • il legno proviene da foreste gestite in modo sostenibile, sono prodotti non pericolosi per la salute umana e per l’ambiente, infine il processo produttivo presenta un minimo consumo di risorse e minime emissioni in atmosfera. – Celenit ha inoltre ottenuto la certificazione PEFC per la Catena di Custodia.
  • I prodotti con il marchio PEFC danno garanzia che il legname proviene da foreste gestite in maniera sostenibile.
  • TUV ITALIA S.r.l. ha inoltre certificato che i pannelli Celenit sono composti per il 15% del peso da un materiale riciclato pre-consumatore, ovvero il carbonato di calcio che e residuo dalla lavorazione del marmo.

Secondo le norme di riferimento, in particolare il DLgs 311/06 (aggiornato DPR 59/09), si impone che vi sia l’assenza di condensa superficiale e che la condensazione interstiziale, ove presente, sia limitata alla quantità rievaporabile secondo normativa vigente (UNI EN 13788). Qui potrà trovare relazione redatta con JVap (scaricabile gratuitamente da Ns sito internet) sui pacchetti di copertura tetti in legno bio-ecologici ad alte prestazioni.

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Casari Edilservice
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Pavimentazioni industriali (3)

“Buongiorno, in un capannone occorre ripristinare una piccola parte di pavimentazione industriale danneggiata. In allegato foto della pavimentazione danneggiata da riparare. La rottura è dovuta alla asportazione di tasselli fischer che fissavano dei macchinari al pavimento. Questa ditta ha bisogno spesso di fissare le macchine di loro produzione al pavimento (fanno automazione industriale)  per poterle collaudare così come poi funzioneranno in linea, ed essendo apparecchiature di precisione occorre fissarle in modo certo. Inoltre c’è la possibilità che nel tempo capiti di rimettere dei fischer proprio dove ora dovremmo effettuare la riparazione. Bisognerebbe quindi che il materiale che andremmo a posare faccia corpo unico con l’esistente il più possibile. Mi servirebbe un consiglio sui vostri prodotti da utilizzare per questa riparazione. Grazie e Saluti”

Studio Tecnico M.A. – Brescia

Interventi di riparazione di questo tipo sono frequenti presso le grandi industrie, nella grande distribuzione e nei centri logistici dove bisogna riparare velocemente dai danni causati dai cambi di destinazione o per lo spostamenti di macchinari che possono essere di grande peso con motevoli sollecitazioni. Si possono anche fare riparazioni sui giunti deteriorati dal traffico pesante e dal passaggi dei carrelli trasportatori a ruota piena. Con la stessa soluzione si riparano e rinforzano vie di corsa dei carri-ponte quando i fissaggi tradizionali si sono detriorati per il troppo lavoro e si vuole realizzare uan riparazione più durabile possibile per limitare i fermi per manutenzione.
Potrete notare dalla scheda tecnica del SIKADUR 42 le caratteristiche fisico-meccaniche, il potere adesivo sul calcestruzzo, metallo, ecc. e la velocità di maturazione permettono di realizzare una riparazione con caratteristiche maggiori del calcestruzzo stesso sul quale sono state fatte.
L’intervento di riparazione prevede le seguenti fasi:

Preparazione del sottofondo

I substrati dovranno presentarsi puliti, compatti, esenti da grassi e oli. Asportare in particolare l’eventuale lattime di cemento superficiale, ossidi, residui di pitture e di vecchi interventi. E’ preferibile utilizzare mezzi meccanici in modo da avere il calcestruzzo a vivo, sano ed affidabile.

Preparazione del prodotto

Utilizzare la malta colabile epossidica SIKADUR 42 composto da resina epossidica (A), catalizzatore (B) e inerte appositamente depolverato, asciutto, con granulometria corretta (C) che sono posti in un’unica confezione predosata nei giusti rapporti.

Realizzazione della riparazione a pavimento

Colare il SIKADUR 42 nella zona da riparare. Per vaste superfici orizzontali lo spessore minimo è di 5 mm. Nelle zone dove le buche vanno a zero, ricavare con mezzi meccanici lo spessore minimo di 5 mm. Lo spessore massimo consigliato è di 40/50 mm. per strato. Essendo una massa colabile non sarà necessario realizzare altre operazioni di rasatura.

Dalla scheda tecnica del SIKADUR 42 potrete rilevare le caratteristiche e le modalità di applicazione.

Prodotto Citato

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“In un fabbricato commerciale realizzato circa tre anni fa abbiamo una terrazza destinata a parcheggio che, per lo spargimento del sale per evitare il ghiaccio quest’inverno, si è deteriorato in superficie e lo strato ad usura realizzato con lo strato di quarzo un pò alla volta si stacca e la pavimentazione si rovina ulteriormente e velocemente. Ora vorremmo intervenire al più presto per risanare tali degradi e evitare che la situazione peggiori per il traffico veicolare che continua a passare. Non vorremmo demolire la caldana anche perché potremmo lesionare l’impermeabilizzazione che c’è sotto e che non ha problemi. Avete qualche soluzione da applicare in superficie che risani definitivamente questo problema e possa resistere all’usura veicolare?”

Studio Tecnico P.A. – Brescia

E’ un problema che si è manifestato particolarmente con l’inverno scorso dove sono stati usate quantità enormi di sale disgelante che ha una notevole aggressività nei confronti del calcestruzzo che al suo contatto prolungato si lascia corrodere.
La soluzione prevede le seguenti fasi di lavoro:

Preparazione del sottofondo per pavimenti

Preparare il sottofondo rimuovendo parti in distacco, polvere, macchie di olio o grasso, ecc. così da ottenere un supporto sano, pulito e compatto. Le superfici dei pavimenti devono essere trattate mediante scarifica o procedimento analogo. In tal caso il supporto dovrà sempre essere preventivamente trattato meccanicamente, anche se si presentasse già ruvido o irregolare. Bagnare accuratamente a rifiuto il sottofondo con acqua.

Preparazione del sottofondo per riparazione del calcestruzzo

Il sottofondo dovrà essere preparato mediante adeguate tecniche di preparazione meccanica, come idro-lavaggio ad alta pressione o sabbiatura. Saranno preferibili i metodi di pulizia esenti da fenomeni di impatto o vibrazione. Gli aggregati dovranno essere chiaramente visibili sulla superficie della zona preparata. I bordi della zona interessata dall’intervento dovranno essere tagliati verticalmente (90 ° gradi) fino a una profondità minima di 5 mm. Bagnare a rifiuto la superficie. La superficie bagnata dovrebbe presentare un aspetto opaco scuro, non lucido: non deve essere presente sulla superficie acqua liquida.

Preparazione del prodotto

Versare gradualmente SIKAMONOTOP 634 nell’acqua d’impasto. Miscelare accuratamente per almeno 3 minuti, fino alla completa omogeneizzazione della malta. La miscelazione va effettuata con trapano a bassa velocità o con miscelatore per malte preferibilmente ad asse verticale, curando di non inglobare aria nell’impasto. Impiegare, per ogni impasto, una intera confezione di SIKAMONOTOP 634; evitare miscelazioni parziali, che potrebbero comportare una non perfetta distribuzione della granulometria del prodotto in polvere.

Posa del materiale

Il prodotto va colato direttamente sul sottofondo umido opaco della pavimentazione o all’interno del cassero predisposto per il getto di ripristino o di rinforzo. Utilizzando più di un mescolatore si può colare materiale fresco su fresco riducendo i giunti di ripresa. Il prodotto è pompabile con idonea attrezzatura. Proteggere il getto dal sole e dal vento nelle prime ore di indurimento. Proteggere dall’acqua per almeno 24 ore.

Prodotto Citato

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Ho uno Studio Tecnico e lavoro da oltre trent’anni nell’Edilizia civile e industriale. Ho sempre richiesto che le pavimentazioni industriali fossero eseguite con cura in modo che non si manifestassero crepe e fessure. Purtroppo, per una ragione o per l’altra, sono riuscito raramente ad ottenerle e controvoglia sono costretto ad accettare questo difetto. Ciò non mi sembra logico anche perché, per questa causa, il pavimento si degrada più velocemente per il traffico o per le intemperie. Ultimamente la committenza è diventata più esigente e chiede che i pavimenti industriali siano perfetti, planari e esenti da crepe di qualsiasi tipo, anzi vorrebbero che non ci fossero più neppure i giunti che strutturalmente dobbiamo progettare e prevedere. Ho visto nel vostro sito che si parla frequentemente di pavimentazioni industriali senza ritiri (S.R.A.) e che si possono realizzare anche ampie metrature senza giunti. Avete esperienze reali di interventi di pavimenti interni e esterni senza crepe e fessure? Vorremmo saperne di più e soprattutto se queste tecnologie possono essere normalmente realizzate con le Imprese e gli Operatori che abbiamo in zona.”

Studio Tecnico Ing. B.B. (BS)

Fin dall’anno 2000 la Sika Italia ha introdotto nuove tecnologie per la realizzazione di pavimentazioni industriali ad alta prestazione in termini di durabilità e con riduzione degli interventi di manutenzione. Nel 2001 in collaborazione con Durocem e Beton Rossi abbiamo messo in atto questi nuovi concettti attraverso un’approfondita progettazione dei componenti del calcestruzzo con l’uso di specifici additivi SIKABETONFLOOR UF e SIKACONTROL 40, e dei singoli dettagli costruttivi della pavimentazione.

I pavimenti in assenza di giunti di controllo risultano oggi una valida strada usata dalla Committenza a livello di grandi Centri Distibutivi per mettere in esercizio velocemente i propri fabbricati senza contestazioni. Questa è sicuramente la nostra più grossa referenza ma nel frattempo, altri cantieri sono stati realizzati ancor più prestazionali in termine di richiesta tecniche.
Tutte queste realizzazioni sono state possibili con la professionalità di produttori di calcestruzzo preconfezionato e di Ditte specializzate in posa di pavimenti industriali anche con attrezzature idonee.

Prodotti Citati

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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Pavimenti in resina (3)

“Abbiamo realizzato la pavimentazione in calcestruzzo di un locale caldaie, ora il cliente ci chiede di fare una protezione su tutto il pavimento risvoltata 30 cm. sulle pareti e sui basamenti che sia impermeabile, resistente al gasolio ed idoneo al calpestio. Cosa potete proporci ?”

Imp. E.B. – Orzinuovi (BS)

Sulla pavimentazione in calcestruzzo, una volta maturata, si dovrà stendere su tutte le superfici interessate l’apposito rivestimento a base di resine epossidiche SIKAFLOOR 2540 W  dato a due mani seguendo le indicazioni del prospetto tecnico allegato e in particolare:

  • Preparare il sottofondo mediante trattamento meccanico, ad es. smerigliatura o pallinatura. Rimuovere completamente la pellicola di cemento, al fine di ottenere una superficie aperta texturizzata. Rimuovere gli strati non sufficientemente portanti e le impurità e mettere a nudo i pori e le altre imperfezioni della superficie. Eventuali interventi di riparazione, come il riempimento di pori, o di riprofilamento possono essere effettuati con i relativi prodotti SIKAFLOOR, SIKADUR e SIKAGARD. Il sottofondo deve essere liscio e piano. Le rugosità incidono sullo spessore dello strato. Eliminare eventuali sporgenze mediante smerigliatura. Rimuovere accuratamente la polvere e le parti friabili o male aderenti, utilizzando di preferenza un aspirapolvere industriale.
  • Preventivamente arrotondare i raccordi pareti pavimento in modo che l’intervento sia più scorrevole in questo punto che è il più delicato. Queste sgusce saranno realizzare con la malta adesiva SIKAMONOTOP X2 o con malta a base di resina epossidica in funzione della necessità di avere una veloce agibilità della pavimentazione.
  • Prima dell’applicazione, verificare il tenore di umidità del sottofondo, l’umidità relativa dell’aria e il punto di rugiada. 1° strato Assicurarsi che il sottofondo sia rivestito con uno strato privo di pori. Se necessario, applicare 2 strati. Rivestimento liscio (2° strato) Applicare uno strato regolare di SIKAFLOOR 2540 W con un rullo a pelo corto. L’applicazione fresco su fresco permette di realizzare raccordi invisibili. Rivestimento strutturato (2° strato) Applicare uno strato regolare di SIKAFLOOR 2540 W tixotropizzato con un rullo a pelo corto. Lavorare il prodotto con un rullo strutturante. Ciò consente di ottenere una struttura regolare. Un’applicazione irregolare con spessori di strato ineguali può comportare differenze nella «brillantezza» della superficie. Il rivestimento epossidico realizzato ha ottime caratteristiche di impermeabilità, chimico-resistenza e è idoneo al traffico pedonale e carrabile.

Questa tipologia di lavori potranno essere affidati a Ditte specializzate che potremo invitare per un’offerta con garanzia prodotti e posa.

Prodotti Citati:

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Casari Edilservice
Presente sul mercato dal 1968, Casari EDILSERVICE è un’affermata società al servizio dei professionisti dell’edilizia. La pregevole esperienza cantieristica dei geometri Giorgio e Marco Casari è oggi un valore di riferimento per aziende importanti ed operatori specializzati del settore edile. Tel.: 030 2131471

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“In un’esposizione vorremmo realizzare un nuovo aspetto estetico con quelle soluzioni vernicianti in resina, continue e senza le fessure delle tradizionali piastrelle. Non vorremmo demolire il vecchio pavimento in monocottura ma abbiamo a disposizione uno spessore molto limitato di 3-4 mm. , così eviteremmo di adattare tutti i serramenti esistenti. E’ possibile fare un trattamento con i vs. prodotti per pavimenti in resina? Potete fornirci il nominativo di Ditte specializzate di fiducia che diano una garanzia globale del lavoro finito?”

Arch. F.G. – Brescia

Preparazione delle superfici

La soluzione di rivestimento continuo in resina è ormai sempre più utilizzato per la semplicità dell’intervento, per avere la facilità di pulizia, per ottenere un nuovo aspetto architettonico gradevole.
La superficie del pavimento deve essere trattata con idonea attrezzatura meccanica (es. pallinatrice o fresatrice) al fine di rimuovere ogni traccia di sporco o parti friabili o in distacco e rendere la superficie leggermente ruvida e assorbente. Prima di procedere all’applicazione del rivestimento è necessario aspirare bene la polvere. Le fessure statiche possono essere stuccate con materiali della linea SIKADUR o SIKAFLOOR; le fessure dinamiche devono essere preferibilmente trattate alla stregua di giunti di movimento e trattate con materiali elastici. Il non corretto trattamento delle fessure esistenti può comportare il ripercuotersi delle fessure stesse sul rivestimento resinoso.

Applicazione del primer di aggancio

SIKAFLOOR 264 deve essere applicato su superficie precedentemente trattata con primer di aggancio SIKAFLOOR 156. Applicare SIKAFLOOR 156 a rullo, pennello o spatola di gomma. Il miglior risultato si ottiene applicandolo con spatola di gomma e ripassando subito dopo sulla superficie un rullo incrociando la direzione delle spatolate. In caso di supporto con superficie usurata e/o irregolare si dovrà procedere con un primo livellamento realizzabile con malte epossicementizie SIKAFLOOR EPOCEM o con malta spatolabile tixotropica a base epossidica composta da SIKAFLOOR 156, agente addensante STELLMITTEL T e sabbia di quarzo (consultare la scheda tecnica del SIKAFLOOR 156).

Preparazione del materiale

Mescolare il SIKAFLOOR 264 a fondo il componente A (resina) per qualche minuto e quindi versare completamente il componente B (induritore) nel recipiente del componente A e agitare con mescolatore elettrico (trapano e agitatore con velocità 300/400 giri minuto) per almeno 2 minuti, sino a completa omogeneizzazione. Successivamente aggiungere la sabbia di quarzo (lavata ed essiccata a forno, esente da argilla e polvere) di granulometria 0,1-0,3 mm (0,08-0,25 mm), e rimescolare altri 2 minuti fino ad omogeneizzazione. Versare la miscela così ottenuta in un contenitore pulito e rimescolare brevemente. Evitare tempi di miscelazione eccessivi per ridurre la quantità di aria inglobata

Applicazione del materiale

Colare il SIKAFLOOR 264 e distribuirlo sulla superficie con spatola o frattazzo, ad avvenuto indurimento del primer. Utilizzando la spatola dentata si può ottenere un consumo più regolare. Se si usa la spatola dentata, dopo aver distribuito sulla superficie il materiale girare la spatola, usandola dal lato liscio, e ripassare sulla superficie per ottenere un effetto estetico più uniforme. Immediatamente dopo l’applicazione della malta autolivellante, è opportuno passare sulle superfici l’apposito rullo frangibolle in modo tale da eliminare l’aria eventualmente inglobata nella resina durante la miscelazione. Passare il rullo in due direzioni. Nel caso si debba poi eseguire un sistema con semina a rifiuto di sabbia di quarzo si dovrà procedere con lo spolvero dell’aggregato dopo ca. 15’ (a +20°C), ma prima di 30’, seminando la sabbia prima leggermente ed uniformemente, poi a rifiuto.

Il lavoro potrà essere realizzato da Ditte Specializzate, se vorrete potremo farvi fare l’offerta del lavoro in opera con relativa garanzia prodotti e posa.

Prodotti Citati

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Casari Edilservice
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“Dobbiamo ripristinare la pavimentazione di un macello che si è deteriorato per il notevole traffico di muletti, carrelli e zoccoli degli animali. L’usura maggiore è nella zona dove cade il sangue dove si continua a lavare con acqua e vapore ad alta temperatura. L’intervento lo dovremmo programmare in modo da tener la struttura fuori funzione il meno possibile quindi chiediamo di proporci una soluzione che si possa gestire nel minor tempo possibile.”

Studio Arch.Ing. (BS)

La soluzione ideale per questa tipologia di interventi è l’utilizzo di cicli a base di resine che riassumono le caratteristiche richieste. Elevate resistenze meccaniche, ottime resistenze chimiche e maturazione in tempi molto brevi.

L’intervento ha le seguenti fasi di lavoro:

Preparazione del sottofondo

La superficie esistente dovrà essere preparata meccanicamente irruvidendo il calcestruzzo ed eliminando il lattime di cemento e ogni altra parte friabile, per ottenere un’ottimale adesione del rivestimento (classificazione CSP 3-6 in accordo con l’International Concrete Repair Institute). Il calcestruzzo poco resistente deve essere rimosso, unitamente alla polvere e al materiale friabile. Chiusure di buchi e riparazioni saranno effettuate con prodotti della gamma SIKADUR e/o SIKAFLOOR prima dell’applicazione del rivestimento. Inoltre, il riempimento di irregolarità profonde fino a 12 mm può essere fatto aggiungendo al set predosato il 30% di sabbia di quarzo pulita da 2-3 mm. Grosse macchie possono essere rimosse mediante smerigliatura. Polvere, parti sciolte e materiale friabile devono essere completamente eliminati da tutte le superfici prima dell’applicazione del prodotto, preferibilmente con spazzola o aspirazione.

Estremità

Tutte le estremità e i giunti di movimento richiedono uno speciale ancoraggio per distribuire i carichi meccanici e termici. Ciò è meglio ottenuto praticando scanalature nel calcestruzzo. Esse devono essere larghe e alte il doppio dello spessore del rivestimento da realizzare. Riferirsi ai dettagli indicati nel documento Manuale di Posa SIKAFLOOR PURCEM. Non terminare mai il rivestimento senza adeguato ancoraggio. Si consiglia di proteggere i bordi perimetrali del rivestimento con adeguati profili metallici qualora fossero soggetti a diretto passaggio di mezzi. Non smussare mai, risvoltare sempre in una scanalatura di ancoraggio.

Giunti di espansione

I giunti di espansione devono essere previsti nel sottofondo in corrispondenza del passaggio da un materiale a un altro. Isolare le aree soggette a stress termici, vibrazioni, attorno a pilastri o ad anelli di tenuta. Riferirsi ai dettagli riportati nel Manuale di Posa SIKAFLOOR PURCEM.

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Casari Edilservice
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Risanamento murature ecc. (3)

“In un complesso condominiale, finito l’anno scorso, dove stiamo ancora vendendo gli appartamenti, abbiamo vari difetti di scrostature che risalgono dall’impermeabilizzazione che c’è sulle terrazze. L’intonaco che scende fino sotto il battiscopa si inumidisce e fa staccare la vernice e la stabilitura corticale in vari punti. Dobbiamo intervenire al più presto per eliminare questo difetto e rendere presentabili gli appartamenti. Che soluzioni potete consigliarci? Ringraziando salutiamo”

Studio S.G.S (BS)

La causa di questi ammaloramenti è che i tradizionali intonaci di rivestimento che vengono applicati dalle squadre di posa sulle murature, sono particolarmente assorbenti, captano l’acqua che è accumulata al di sopra dell’impermeabilizzazione e, per il conosciuto fenomeno della capillarità, risalgono sopra la pavimentazione e battiscopa, che affiora carica di sali accumulati per strada che asciugandosi all’aria si dilatano, forzano e fanno staccare prima le vernici, poi le rasature fini e gli intonaci stessi con quegli effetti estetici così poco graditi dalla clientela.
La tecnica suggerisce di curare il punto di contatto tra zone umide e rivestimento esterno utilizzando un sistema impermeabile applicando un intonaco che abbia caratteristiche di non assorbenza come il SIKA MONOTOP 627 per una fascia che superi i risvolti dell’eventuale impermeabilizzazione sottostante o comunque che superi il filo della pavimentazione di 30 – 40 in modo che si alzi oltre il livello della terra, della sabbia accostate al muro e anche oltre il livello di rimbalzo dell’acqua piovana.
La rasatura “al civile” potrà essere realizzata con malta fine impermeabile SIKA MONOTOP 621 EVOLUTION disponibile nei colori grigio o bianco.
Per ultimo si potrà anche utilizzare una verniciatura impermeabile e traspirante che anche lei eviti l’assorbendo corticale dell’acqua piovana di stravento.
Questo sistema, oltre ad affrontare il problema lamentato di umidità di risalita capillare, saprà proteggere la muratura anche dall’acqua battente e di rimbalzo sulle pavimentazioni esterne.

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Casari Edilservice
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“Nella ristrutturazione di un vecchio fabbricato del ‘700 con rimaneggiamenti dell’800 e successivi, dobbiamo risanare lo scantinato che si trova su tre lati parzialmente interrato di cm. 50-100, mentre sul quarto lato si potrà intervenire sia internamente che esternamente. I muri sono in pietrame, ciottoli e, nelle parti più recenti, in mattoni pieni. Gli intonaci sono quasi totalmente deteriorati, scartellati o demoliti per l’ovvia presenza di umidità che negli anni è permeata dalla terra di contatto e di risalita dalle fondazioni che in alcuni punti sono quasi inesistenti. Avete una soluzione da applicarsi all’interno visto che, essendo i muri confinanti con fabbricati di altre proprietà, non si può intervenire all’esterno?”

Impresa E. di Brescia

Ci sono diverse soluzioni che potranno risolvere questo problema comune a molti fabbricati di antica o vecchia costruzione. Per vedere quale sarà più indicato si dovranno considerare i seguenti fattori:

  • l’entità dell’umidità di risalita capillare;
  • la presenza di finestre e la ventilazione dei locali interessati;
  • la destinazione dei locali ristrutturati;
  • la presenza o meno di affreschi
  1. La soluzione radicale che va sempre bene è quella del risanamento totale dei muri con l’intervento con “barriera chimica”. Consiste di infiltrare alla base dei muri, al livello dove sono sicuramente fuori terra, delle resine idrofobiche SIKAMUR INJECTOCREAM 100 che vanno ad occludere tutti i capillari attraverso i quali l’umidità è capace di risalire per il fenomeno fisico della capillarità. Il risanamento viene completato con l’applicazione di nuovi intonaci, quelli vecchi saranno completamente demoliti, in modo da smaltire dai muri l’umidità residua assorbita negli anni e certamente presente nello spessore e nella sostanza dei muri stessi.
  2. La tecnologia degli intonaci macroporosi di risanamento del ciclo SIKA MUR prevede di applicare sulle pareti interessate uno spessore consistente, mai inferiore a cm. 2 di SIKAMUR 1000 SP rifinito “al civile” con la sua stabilitura SIKAMUR FINISH e con l’applicazione di una verniciatura ad alta traspirabilità come in SIKAMUR COLOR I (per le pareti interne) e SIKAMUR COLOR E (per le facciate esterne).

Il sistema SIKAMUR DRY + FINISH + COLOR I o E è stato sottoposto e ha ottenuto la certificazione.

Prodotti Citati:

 

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Casari Edilservice
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“Dobbiamo realizzare il risanamento muri dall’umidità nella ristrutturazione di un fabbricato del fine ‘800. I muri perimetrali e di spina sono stati realizzati in pietrame misti con mattoni pieni con spessori di cm. 60 e 50. Non c’è scantinato e le murature alla base sono con l’intonaco scorticato in vari punti, anzi alcuni mattoni si sono sfaldati in superficie. E’ evidente che l’umidità è salita dalle fondazioni e ha fatto nel tempo questo degrado.  Ora dobbiamo risanare con sicurezza certa della riuscita dell’intervento. Avete la possibilità di realizzare l’intervento in opera in modo da avere una garanzia di almeno dieci anni?”

Studio Architettura B.R. (BS)

 

L’umidità di risalita capillare è un fenomeno che interessa buona parte degli edifici dove non esiste, od è venuto meno, la strato impermeabile alla base dei muri. L’acqua presente nel terreno viene a contatto con la fondazione e per capillarità risale all’interno dei muri facendo affiorare in superficie i sali idrosolubili veicolati dall’acqua stessa, causando la formazione di macchie e/o sfarinamenti dell’intonaco e delle finiture. Ne consegue un ambiente malsano, con muri a basso isolamento termico, sino ad arrivare, in alcuni casi come il vostro, a danni strutturali, quando il degrado compromette la struttura stessa dell’edificio. Si potrà utilizzare la tecnologia della Peter Cox Italia che ha un’esperienza di oltre 50 anni con lavori realizzati in tutto il mondo e anche nelle nostre zone con ottimi risultati. Il principio si basa sulla formazione di una barriera chimica continua tramite il KIT COX che, invertendo l’angolo di bagnabilità dei capillari, blocca definitivamente il processo di risalita dell’umidità attraverso i capillari stessi senza modificare la traspirabilità dei muri. Dopo l’intervento l’intonaco viene asportato per un’altezza di cm 50 sopra alla zona in cui è degradato.

Peter Cox Italia potrà intervenire in questa fase con la sua maestranza specializzata e realizzare il lavoro in opera con garanzia decennale.

Quando la muratura sarà asciutta si applica l’intonaco macroporoso traspirante MACROCOX previa stesura dell’impregnante antisalino WATERPROOF S di Peter Cox. In questo modo l’umidità residua, che è penetrata negli anni, non sarà più in grado di causare affioramenti e danni indesiderati.

Siamo a disposizione per proporvi l’intervento in opera Peter Cox Italia basterà che facciate conoscere la lunghezza e spessore dei muri da risanare.

Prodotti citati:

  • Kit Cox

    Kit Cox

  • macrocox

    Macrocox

  • waterproof s

    Waterproof S

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Guida Materiali Edili
Dopo cinque edizioni in pubblicazione stampata della GUIDA MATERIALI EDILI, abbiamo ritenuto indicato impegnarci nella edizione e nell'aggiornamento continuo del nuovo sito internet GUIDAMATERIALIEDILI.IT, allargandone le funzioni. Ci siamo resi conto che siamo in grado di dare qualche cosa in più della sola informazione di come trovare in Brescia e Provincia determinati materiali e tecnologie edili presenti nella GUIDA MERCEOLOGICA e quindi si sono aperte nuove pagine nelle quali potremo dirVi come avere tempestivamente CONSULENZE TECNICHE e metterVi al corrente delle NOVITA' TECNOLOGICHE che le nostre rappresentate sono in grado di proporVi.
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